In un momento di grande complessità, le vere rivoluzioni da intraprendere non vanno nell’ottica del new ma del next normal. Ripensare i mestieri, rigenerare i luoghi di lavoro per renderli adatti alla nuova era, riorganizzare le abitazioni, le città, i trasporti e l’intero ecosistema facendo leva sulla tecnologia, sul ruolo dei player del settore e sulla formazione.
Di tutto questo si discute a Vem Live 2021, il forum annuale nel quale il system integrator di Forlì si confronta sui temi della cybersecurity, del workplace management e della digital transformation. L’evento phygital vede i partecipanti in presenza sul palco del Mug – Magazzini Generativi, l’Hub appena inaugurato da Emil Banca a Bologna, un ambiente innovativo al quale Vem Sistemi contribuisce per la componente tecnologica.
Vem, open innovation e sviluppo del talento
“Il Mug rappresenta un luogo camaleontico – esordisce Stefano Bossi, amministratore delegato di Vem Sistemi -, reso efficiente dal punto di vista dei consumi energetici e adattativo per il co-working e l’open innovation. La sua collocazione geografica, in una regione all’avanguardia come l’Emilia Romagna, vede l’interazione tra pubblico e privato all’insegna della cooperazione creando il tessuto ideale per l’era digitale, insieme ad imprese innovative”.
“La creazione di questo hub consolida la collaborazione tra aziende con una visione comune proiettata al futuro – interviene Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca -, con questa iniziativa mettiamo a disposizione del territorio uno spazio comune e polivalente con attenzione all’impatto sociale e con l’obiettivo di aiutare il percorso di crescita dei giovani. Vogliamo che in questo luogo nascano nuove idee, ci sia la possibilità di formarsi e confrontarsi, contaminarsi di idee e di progetti per il futuro. Mug vuole essere la casa di startup, di innovazione, di economia circolare e di sostenibilità”.
Anche Vem Sistemi vuole contribuire alla crescita professionale dei giovani e alla loro formazione, e annuncia l’avvio di Vega, acronimo di Vem Experience Garden & Academy. Frutto di un investimento di 10 milioni di euro, il progetto si articola su tre filoni: la creazione di un Experience Center dove toccare con mano tutti i temi del digitale; un giardino come luogo per ospitare eventi, e l’Academy per corsi aperti all’ecosistema dei partner. “Un progetto sul territorio che parte dal concetto di open company – spiega Bossi -, dove formazione e sviluppo del talento, sperimentazione e condivisione coesistono. Un luogo all’interno del nuovo headquarter Vem di Forlì, dove clienti, partner e giovani talenti possono sviluppare progetti di innovazione, startup, ricerca, seminari, eventi e formazione”.
“Oggi, nella nuova normalità che vede protagonista una modalità ibrida di lavoro, è necessario dare ai talenti la possibilità di lavorare in modo da bilanciare esigenze personali e professionali – interviene Gianmatteo Manghi, amministratore delegato Cisco Italia, tra i partner di Vem Sistemi presenti –. La tecnologia può aiutare a raggiungere questo obiettivo perché consente di lavorare ovunque con la sicurezza dell’ufficio. Oggi il lavoro è flessibile, è possibile da remoto ma abbiamo imparato anche che la valorizzazione sociale è irrinunciabile, soprattutto per progetti complessi, per favorire la creatività e il talento. Il digitale deve pertanto essere in grado di attrarre le persone, fornendo servizi che combacino con le loro esigenze”.
Next generation Italy, lo scenario
Il tema della formazione e la mancanza di competenze è uno degli elementi essenziali a cui prestare attenzione nella nuova Italia digitale – concorda Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube -, che nel suo intervento ci offre una panoramica sull’evoluzione del mondo digital, dove la transizione e il grande cambio di paradigma dall’Ict al digitale ha come punto di arrivo la “next generation company”.
“La pandemia ha bruscamente posto fine a un modo tradizionale di concepire e utilizzare l’informatica – esordisce Capitani -. Nei 18 mesi di lockdown c’è stata una forte accelerazione della crescita del mercato; abbiamo visto 2 milioni di nuovi consumatori affacciarsi per la prima volta al mondo digitale generando un indotto di crescita dei pagamenti digitali, dell’internet banking e dello smart working. Una questione limitata non solo ai cittadini ma a tutti i settori, a partire dall’industria e, a sorpresa, anche alla PA, centrale e locale, che conferma il trend anche nelle previsioni; in crescita anche sanità, assicurazioni e utility”. Un quadro complessivamente ottimistico, dunque, che fa prevedere un risultato positivo a fine 2021, con una crescita di tutte le componenti di software e servizi Ict (+4% software e soluzioni, +7,5% servizi).
Anche alzando lo sguardo al futuro, verso la Next generation Italy, i dati di analisi di NetConsulting cube vedono segnali positivi, con un mercato digitale che crescerà a tassi molto più alti, probabilmente il doppio, rispetto a quelli già elevati previsti per il 2021. “L’Italia – prosegue Capitani – è forse il Paese europeo che durante l’emergenza ha corso più di tutti verso il digitale, recuperando ben sei posizioni nel ranking europeo che ci vedeva al quartultimo posto su 28 paesi fino al 2019 (fonte Censis). Una corsa che verrà ulteriormente accelerata se sapremo spendere bene i 49 miliardi di euro destinati nei prossimi 5 anni alla transizione digitale, dove una delle questioni fondamentali sarà supportare le Pmi che avranno maggiori difficoltà di accesso ai fondi. Per questo, la condizione è che le imprese, soprattutto i vendor dell’offerta, studino a fondo il Pnrr e valutino le effettive opportunità insite nei progetti e sappiano fare co-innovation e open innovation”.
”Sono cinque nel dettaglio i punti a cui è indispensabile prestare attenzione – sintetizza Capitani -: primo, cogliere le opportunità esistenti senza perdere tempo; secondo, considerare che la crescita di mercato è data dai digital enabler, il digitale è quindi il centro dei nuovi progetti; terzo, le aziende stanno cambiando nell’ottica della twin transition perché l’innovazione d’impresa va di pari passo con quella delle sue piattaforme tecnologiche; quarto, la mancanza di competenze e di figure professionali in ambito IT; infine, è opportuno far convergere la digitalizzazione delle imprese con quella della PA”.
Transizione green Sostenibilità ed etica
Centrale nel corso dell’evento anche il tema della sostenibilità e dell’etica, che devono essere trasversali a tutti i processi. Vem racconta il concetto di Digital Transition, un sottoinsieme che entra nell’ambito della Twin Transition, ovvero il rapporto tra transizione digitale e transizione al green energetico. “Due progetti -, dichiara Bossi – che devono andare in parallelo e hanno interrelazioni fortissime. Non ci può essere una vera transizione green senza un grandissimo supporto infrastrutturale del digitale. In questo contesto gioca un ruolo chiave il system integrator, come Vem Sistemi, che deve accompagnare il tessuto industriale della Pmi italiane a compiere questa transizione per continuare a rimanere competitivi sul mercato e vincere la complessa sfida del nuovo Pnrr”.
In un mondo trasformato dobbiamo comprendere la differenza tra complicato e complesso e dare un nome a cose non note, creare una nuova terminologia per capire meglio questa era digitale con parole come infosfera, inforg, iperstoria, onlife e ragionare di etica. Ad affrontare la questione è Luciano Floridi, Ordinario di Filosofia ed Etica dell’Informazione, Università di Oxford: “Gli oggetti connessi sul nostro Pianeta che parlano tra di loro senza intermediazione umana, sono più numerosi degli abitanti sulla terra. Siamo organismi informazionali, influenzati dal flusso di informazione. Dobbiamo pensare a cosa rende eccezionale l’uomo, in cosa siamo diversi. Siamo l’organismo che si può prendere cura dell’universo, della terra, delle altre generazioni passate e future, di chi siamo oggi e del mondo in cui viviamo, nessuna altra cosa, animale, o forza della natura, può prendersi cura dell’universo se non noi”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA