Per TIM e Google Cloud, il focus sul cloud computing è coerente con il posizionamento strategico che il modello “as a Service” sta occupando nell’ecosistema digitale. Il cloud computing si è infatti ormai imposto nello scenario tecnologico grazie al suo ruolo fondamentale di supporto all’avvio e gestione non solo delle iniziative di Digital Transformation ma anche delle strategie di evoluzione aziendale. In altre parole, il cloud computing rende possibile la Twin Transformation, ovvero la trasformazione del contesto aziendale e, allo stesso tempo, del patrimonio tecnologico e digitale, grazie alle sue caratteristiche principali di scalabilità, flessibilità e time to market.

La corsa del mercato italiano del Cloud

La rilevanza strategica del cloud computing si riflette nel suo andamento di mercato. Secondo le stime di NetConsulting cube, negli ultimi cinque anni, il mercato del cloud computing ha continuato a crescere a doppia cifra a tassi che si sono attestati intorno al 20%, anche se con diverse intensità a seconda dei vari servizi e modelli di deployment. A fine 2020, il mercato del cloud computing ha risentito solo in minima parte delle conseguenze dell’emergenza sanitaria e, a fronte di una crescita in lievissimo consolidamento – pari al +18,8% –, ha raggiunto un valore di circa 4 miliardi di euro. Tra il 2020 e il 2022, NetConsulting cube prevede che il mercato del cloud computing proseguirà la sua corsa registrando un tasso di crescita medio annuo superiore al +20%.

Andamento del mercato del Cloud Computing per modello e servizio, 2018-2022E, Fonte: NetConsulting cube, 2021
Andamento del mercato del cloud computing per modello e servizio, 2018-2022E, Fonte: NetConsulting cube, 2021 

Cloud, convinzione e scetticismo

Nonostante questo scenario, l’approccio delle aziende utenti verso il cloud computing non appare omogeneo. NetConsulting cube sta, infatti, osservando una divisione abbastanza netta della domanda tra realtà innovatrici, che utilizzano i servizi cloud in modo convinto e strategico, e aziende conservatrici, che hanno un atteggiamento più critico, se non in alcuni casi, oppositore relativamente al modello cloud.

Ciò ha determinato la necessità di istruire una sorta di processo al cloud, ovvero di approfondire le logiche di adozione del Cloud da parte di diverse realtà aziendali esaminando una serie di aspetti, quali – ad esempio – l’approccio prevalente al cloud computing, i modelli cloud più ricorrenti, il ruolo del cloud nell’ambito delle iniziative di modernizzazione applicativa, le principali aree di attenzione e criticità che le aziende affrontano nella loro trasformazione verso il cloud computing.

Con questo obiettivo, NetConsulting cube ha svolto una survey su un campione di oltre 30 realtà di primaria importanza all’interno del sistema imprenditoriale italiano appartenenti ai principali settori economici. Oltre il 66% del campione è composto, in egual misura, da aziende industriali e finanziarie. Seguono le Utilities (15% circa del campione), le realtà del comparto GDO e Retail (9%), i player in ambito Trasporti e Servizi (6%) e le aziende Telco & Media (3%).

L’indagine non ha una rilevanza statistica ma ha consentito di identificare in quali ambiti si rilevi la massima apertura verso il cloud e in quali altri, al contrario, si collochino le maggiori resistenze, in un orizzonte di medio lungo periodo, in relazione ai piani aziendali di evoluzione e digitalizzazione e alle diverse tipologie di azienda.

Cloud computing tra strategia e tattica

Dalla survey emerge che il ruolo del cloud computing nei piani di Digital Transformation è, nella maggioranza dei casi, 51,5% circa dei rispondenti, assolutamente strategico. Per queste aziende, il cloud rappresenta un elemento tecnologico fondamentale per abilitare i piani di trasformazione digitale. Nel resto del campione, prevale una valutazione più tattica, ovvero al cloud è riconosciuto un ruolo importante ma non ancora definito ai fini dell’evoluzione tecnologica aziendale a riprova di un generale scetticismo dei rispondenti (42,4%). Solo il 6% circa delle aziende del campione ha dichiarato che il cloud non fa parte in alcun modo delle loro iniziative di Digital Transformation. Nella maggioranza dei casi, si tratta di aziende che hanno demandato l’evoluzione dei propri sistemi informativi ad outsourcer di riferimento. In pochi e rari casi, la risposta è riconducibile ad un’effettiva chiusura nei confronti del cloud.

Il ruolo del Cloud Computing nei piani di Digital Transformation, Fonte: NetConsulting cube, 2021
Il ruolo del cloud computing nei piani di Digital Transformation, Fonte: NetConsulting cube, 2021

In linea con il ruolo del cloud nell’ambito dei piani di Digital Transformation, pur in presenza di una buona percentuale di aziende che nei confronti del Cloud ha un approccio tattico (40% del campione), la scelta dei servizi cloud, infrastrutturali o applicativi, da adottare è improntato alla massima strategicità. Cloud-first e Journey to Cloud sono le modalità complessivamente più citate (57% circa del panel).

Nel primo caso, se le componenti applicative o infrastrutturali possono essere gestite as a Service, l’opzione Cloud è sempre preferita all’on premise (36%). Nel secondo caso, le aziende hanno intrapreso un percorso deciso verso il cloud (20%) che si declina in modo diverso in ambito applicativo ed infrastrutturale:

  • tutte le nuove applicazioni vengono gestite in cloud mentre quelle legacy vengono sostituite o modernizzate per essere spostate in cloud;

i data center vengono per lo più spenti per consentire un passaggio al Public Cloud oppure vengono utilizzati in logica di Private Cloud da integrare con architetture Public.

Cloud, impatto su infrastrutture e applicazioni

modelli di deployment più frequentemente citati dai partecipanti all’indagine riflettono l’eterogeneità delle infrastrutture utilizzate dalle aziende del panel. Hybrid Cloud e Multicloud sono stati, infatti, indicati rispettivamente dal 42% e dal 36% dei rispondenti:

  • il modello Hybrid Cloud consente di adottare, in modo orchestrato e integrato, la combinazione ideale di architetture di Public Cloud, di Private Cloud e di Data Center tradizionali a seconda dei carichi di lavoro e delle esigenze di elaborazione;
  • il Multicloud poggia sulla coesistenza di più architetture dello stesso tipo, o Public o Private, offerti da fornitori diversi. È un modello che si presta ad essere utilizzato da tutte quelle aziende che intendono migliorare le prestazioni grazie all’utilizzo di più ambienti.

Il Multicloud offre l’opportunità di scegliere il miglior fornitore di servizi cloud a seconda delle diverse applicazioni IT, riduce il vendor lock-in, supporta la flessibilità aziendale – dato che consente di bilanciare i carichi di lavoro facendo affidamento su diversi provider cloud – e la compliance – poiché le aziende possono prendere decisioni diverse a seconda di come devono essere gestiti i dati delle applicazioni e dove devono essere localizzati. Tuttavia, può portare complessità nella gestione del cloud e della sicurezza, può ridurre la resilienza architetturale ed ostacolare il raggiungimento di economie di scala. Questi sono i motivi principali per cui a volte le architetture di Hybrid Cloud sono preferite al Multicloud. Questi elementi spiegano, inoltre, la minor incidenza del Multicloud all’interno del panel.

Modelli di deployment e ruolo del Cloud nella modernizzazione applicativa, Fonte: NetConsulting cube, 2021
Modelli di deployment e ruolo del Cloud nella modernizzazione applicativa, Fonte: NetConsulting cube, 2021

Il ruolo del cloud è essenziale anche in relazione all’evoluzione del parco applicativo aziendale. Circa il 55% delle aziende che hanno partecipato alla survey ha, infatti, dichiarato l’intenzione di sostituire una parte delle applicazioni con soluzioni SaaS. È un tema che ricorre più frequentemente in ambito CRM e collaboration, aree che da sempre vedono nel cloud un ambiente elettivo vista l’importanza delle tematiche di gestione omnichannel e condivisione, e che sta crescendo anche in relazione a soluzioni più distanti dal modello on demand, come ad esempio ERP, HR, etc. Il 27,3% del panel ritiene, invece, necessario riscrivere e containerizzare le applicazioni esistenti per rendere l’intera architettura applicativa Cloud-ready.

Modalità più tradizionali di modernizzazione applicativa, tramite aggiornamenti continui e riscrittura con linguaggi più attuali, sono molto meno frequenti.

Cloud, opportunità per i service provider

Le aree di attenzione che le aziende considerano in ambito Cloud Transformation sono riconducibili ad una serie di aspetti, tecnologici e non.

Sicurezza: per le aziende è estremamente importante sapere che i dati collocati nel cloud siano adeguatamente protetti e possano essere resi disponibili in tempo quasi reale (74,2% delle risposte). Da questo punto di vista, non appare fondamentale che il Data Center del cloud provider sia collocato su territorio italiano visto che ormai le normative europee in tema di dati sono più che soddisfacenti (16,1% delle citazioni).

Convenienza economica: le imprese sono ormai consce che il cloud computing non sia sinonimo di risparmio ma l’importanza del fattore economico, anche in chiave TCO, nella scelta dei servizi cloud da adottare e delle logiche continua ad essere significativa (58,1%).

Definizione attenta del perimetro dei servizi cloud e delle principali caratteristiche: punti di attenzione in quest’ambito sono rappresentati dall’identificazione delle soluzioni da migrare in cloud (45,2%) e, in misura inferiore, dalla definizione delle architetture da adottare (6,5%) che in molti casi, evidentemente, rappresenta una scelta obbligata.

Principali aree di attenzione in una strategia di Cloud Transformation, Fonte: elaborazioni NetConsulting cube, 2021
Principali aree di attenzione in una strategia di Cloud Transformation, Fonte: elaborazioni NetConsulting cube, 2021

Efficacia dei servizi: il tema abbraccia vari fattori che includono la disponibilità di livelli di servizio soddisfacenti (35,5%) la presenza di skill che possano gestire i servizi cloud una volta a regime (32,3%), e la dotazione di una rete di qualità e con buone prestazioni (29%).

Fornitori: lo scouting dei fornitori di riferimento non rappresenta un’area di attenzione significativa. È stato citato solo dal 9,7% del panel. È un tema su cui evidentemente la maggioranza delle aziende del campione ha un buon grado di preparazione. L’interesse delle aziende riguarda piuttosto la possibilità di interagire con System Integrator che siano in grado di offrire un adeguato supporto del disegno architetturale (16,1%).

Efficacia del processo di migrazione: per le aziende è importante che il processo di migrazione sia definito in tutti i suoi step, anche relativamente ad un’eventuale fase di exit, particolarmente importante per le realtà bancarie (rispettivamente 22,6% e 29% delle citazioni).

In linea con le aree di attenzione descritte, le criticità che hanno caratterizzato i processi di Cloud Transformation intrapresi dalle aziende del settore si polarizzano su aspetti economici (legati al lock e alla mancanza di una convenienza economica), sull’assenza di skill, sulle difficoltà nella definizione di una exit strategy e sulla sicurezza di dati e applicazioni (tematiche soprattutto da parte delle banche).

Il fatto che lo skill shortage sia un tema all’attenzione delle aziende, e che per molte di loro rappresenti una criticità, genera opportunità per il sistema dell’offerta. L’importanza delle competenze ricopre un ruolo importante anche nella scelta del provider di riferimento. In maggior dettaglio, le aziende valutano la qualità delle risorse messe a disposizione dal fornitore che si riflette, in particolare, nella capacità di supportare nelle scelte architetturali e tecnologiche anche da un punto di vista molto pratico, grazie alla disponibilità di tool per lo sviluppo applicativo. Non appare, invece, rilevante la possibilità di beneficiare di competenze a livello internazionale. Altri criteri di scelta fanno riferimento, in ordine decrescente di priorità, ai seguenti aspetti:

  • approccio commerciale: è una tematica articolata al cui interno le aziende prendono in esame principalmente la flessibilità commerciale e delle clausole contrattuali;
  • sicurezza: per una serie di aziende è importante che il cloud provider possa mettere a disposizione strumenti per la gestione di privacy e compliance e che disponga di un data center sul territorio nazionale;
  • approccio all’innovazione: un numero piuttosto contenuto di imprese prende in considerazione la leadership e vision in ambito tecnologico del fornitore.
Principali criteri di scelta di un Cloud Provider – Fonte: NetConsulting cube, 2021
Principali criteri di scelta di un Cloud Provider – Fonte: NetConsulting cube, 2021

Il punto di vista delle aziende sul Cloud

La lettura delle risposte all’indagine suggerisce come il verdetto di questo ipotetico processo verso il cloud dipenda dalle diverse tipologie di realtà business che lo esprimono.

I giudizi maggiormente contrari nei confronti del cloud provengono, prevalentemente, dalle imprese con un patrimonio applicativo concentrato su sistemi legacy e su applicazioni core che poggiano su dati strategici che non possono essere migrati sul cloud, in allineamento – in alcuni casi – ai requisiti della normativa. Aziende con queste caratteristiche ricorrono con particolare frequenza nel settore bancario e in alcuni comparti industriali.

Anche la possibile perdita di controllo dei CIO, la mancanza di risorse con skill adatti o la presenza di personale IT difficilmente convertibile, l’esubero di personale IT agiscono da freni importanti all’adozione del cloud.

Altri elementi di freno sono rappresentati da:

  • aspetti finanziari, le divisioni finanziarie non sempre approvano l’aumento della quota di Opex;
  • elementi contrattuali, i contratti in ambito cloud sono molto complessi da leggere e consultare e il possibile lock-in sui vendor suscita timore nelle aziende.

La valutazione positiva del cloud poggia sulle sue caratteristiche intrinseche, ovvero:

  • flessibilità e scalabilità;
  • dinamicità di utilizzo ed elasticità della capacità computazionale;
  • SLA e availability;
  • resilienza, grazie alla possibilità di appoggiarsi a cloud provider con economie di scala e buone competenze nella gestione della sicurezza.

Va, inoltre, citato il ruolo importante del cloud nel supportare le divisioni IT aziendali nello svolgimento di attività di sviluppo e nell’implementazione delle strategie di digitalizzazione. Infine, il cloud rappresenta una tecnologia sostenibile. La gestione di grandi data center gestiti da professionisti è senza dubbio più sostenibile della gestione di tanti data center da parte di divisioni IT e servizi generali non preparati. Si tratta di un tema di forte attualità e importante ai fini della scelta di alcune aziende, come ad esempio le Utilities, di migrare verso il cloud.

In generale, la chiusura verso il cloud computing appare prevalentemente vincolata alle caratteristiche, sia IT che business, delle aziende. Sembra, quindi, non nascondere una vera e propria opposizione al cloud. Per questo motivo, è prevedibile che nel breve-medio periodo l’intensità dei freni andrà gradualmente ad affievolirsi a favore dei driver. Fondamentale sarà il supporto di provider in grado di aiutare le aziende a superare le maggiori criticità che caratterizzano l’evoluzione verso il cloud.

TIM & Google Cloud, il supporto alle aziende italiane

La collaborazione tra TIM e Google Cloud è attiva  da più di un anno e mezzo. È nata come partnership strategica con la volontà di contribuire alla digitalizzazione delle imprese e degli enti pubblici italiani Il deployment del piano di attività congiunte TIM-Google Cloud è piuttosto avanzato.

TIM è vicina a completare la realizzazione di sei Data Center di nuova generazione sui quali Google Cloud attiverà due Region Italiane, basate a Milano e Torino.

Inoltre, TIM sta creando un nuovo centro di eccellenza sul cloud che, in collaborazione con gli ingegneri di Google Cloud attivi nelle due Region italiane, avrà l’obiettivo di creare soluzioni innovative per il mercato italiano.

TIM e Google Cloud svilupperanno soluzioni di edge computing su 5G unendo la rete di TIM, le tecnologie di Google Cloud e un sistema di edge computing, per aiutare le aziende ad affrontare le sfide del business. Infine, ultimo ma non meno importante, ad inizio 2021, TIM ha creato Noovle, una Cloud company a cui sono stati conferiti asset, competenze tecnologiche, risorse umane e capitali con l’obiettivo di sviluppare la proposizione IT innovativa, prevalentemente cloud-based, per il mercato italiano.

Tim e Google - contributo alla digitalizzazione del Sistema Italia
Tim e Google Cloud – contributo alla digitalizzazione del Sistema Italia

Queste iniziative mostrano la volontà di TIM e Google Cloud di contribuire alla digitalizzazione del Sistema Italia.

Vale la pena sottolineare, a questo proposito, che l’Italia sarà uno dei cinque Paesi, insieme a Australia, Giappone, India e Canada, ad ospitare due cloud Region di Google. In ambito cloud, infatti, l’Italia si configura come un Paese all’avanguardia. È uno dei primi Paesi ad aver qualificato il cloud per le aziende private e pubbliche e i cloud provider per il settore della pubblica amministrazione. L’Italia ha necessità di innovare e ha tante infrastrutture che richiedono di essere digitalizzate.

TIM e Google Cloud sono in grado di offrire una proposta in grado di soddisfare la domanda di servizi cloud che – come evidenziato dalla survey di NetConsulting cube – è sempre più funzionale alla concretizzazione dei filoni della Digital Transformation.

Nel veicolare la propria offerta, TIM e Google Cloud sono impegnati a supportare le aziende nel superamento delle principali aree di attenzione e criticità che, come emerso dall’indagine di NetConsulting cube, tipicamente caratterizzano il percorso verso il cloud computing e che sono riconducibili agli aspetti di sicurezza, skill e lock in.

Per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza, l’offerta di TIM e Google Cloud presenta i seguenti punti distintivi:

● automazione e programmabilità di tutti gli aspetti di sicurezza;
● punti di accesso e risorse virtualmente infiniti, per una mitigazione efficace di DDoS;
● gestione della crittografia integrata con chiavi gestibili dal cliente o dal proprio provider per garantire i migliori livelli di privacy.

In tema di skill, il supporto di TIM e Google Cloud è così sintetizzabile:

● servizi basati su tecnologie open source che riducono i tempi di re-skilling;
● adozione di servizi PaaS o serverless come parte integrante del percorso di riduzione dei costi di adozione del cloud;
● supporto architetturale per modernizzare e gestire workload critici;

Le problematiche di lock-in sono superate grazie all’adozione di componenti Open source e architetture Multicloud:

● piattaforme di sviluppo applicativo open source e senza lock-in;
● esperienza e infrastrutture private di TIM supportano tutte le modalità di adozione (anche di applicazioni legacy);
● soluzioni Multicloud in grado di offrire servizi anche su piattaforme on premise o altri cloud pubblici.

Non perdere tutti gli approfondimenti sul tema nella Room Partnership strategica: TIM & Google Cloud

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