Operativa in Italia dal 1 settembre e a pochi mesi dall’indipendenza piena da Ibm (che verrà sancita da gennaio 2022), oggi Kyndryl sta delimitando territorio d’azione e definendo come muoversi. Osservata speciale come tutte quelle aziende che hanno vissuto o stanno vivendo una separation importante – la newco, che ha ereditato tutti i servizi infrastrutturali di Ibm, è in Italia guidata da Paolo Degl’Innocenti, da 32 anni Ibmer. Tocca a lui posizionare con chiarezza, nei confronti di clienti e partner, la nuova realtà e le alleanze che si andranno a delineare in futuro, consapevole che ogni separation richiede tempo da parte del mercato perché venga appieno compresa. Anche se porta in dote tutti i Managed Infrastructure Services della divisione Global Technology Services di Ibm e le competenze legate alla gestione del mondo legacy, confluiti in Kyndryl, con un grande senso di continuità rispetto al passato. Ma anche di libertà verso nuove alleanze future.

Con Degl’Innocenti, la prima chiacchierata dalla sua nomina con la stampa italiana parte dalle fondamenta. “Disegnare, costruire, gestire le infrastrutture IT da cui dipendono le più grandi organizzazioni al mondo è la missione di Kyndryl – sintetizza – facendo leva sulla presenza storica di Ibm in grandi aziende enterprise di settori industriali molto regolamentati, per la gestione day by day dei carici di lavoro mission critical”. Snocciola dati aziendali a livello mondiale: 90mila professionisti, 4.600 clienti (75% nella classifica Fortune 100) tra i quali le prime 5 compagnie aeree, i quattro più grandi retailer, le principali aziende dell’automotive. “Non è mostrare i muscoli – scherza – ma nel mondo dei servizi tecnologici la scala conta, perché sono richieste competenze consolidate, con profondità di skill, soprattutto in uno scenario in cui la mancanza di preparazione è uno dei maggiori impedimenti alla trasformazione digitale”. Non a caso, McKinsey ricorda che il 50% delle aziende manifatturiere trova il cloud più complesso del previsto, perché non lo conosce.

Paolo Degl'Innocenti, presidente di Kyndryl Italia
Paolo Degl’Innocenti, presidente di Kyndryl Italia

Guardiamo all’Italia

Nel nostro Paese, 1.600 dipendenti in 4 sedi (Roma, Milano, Torino, Genova) di cui 1.400 tecnici, compresi anche le persone delle due società possedute al 100% da Kyndryl – Intesa a Torino e Kyndryl Italia Innovation Service a Milano – con oltre 250 clienti attivi sul territorio italiano. “Contando sulle nostre competenze e sulla familiarità con la complessità del day by day, le aziende ci chiedono di guidare il loro percorso trasformativo – continua Degl’Innocenti -. Mi piace parlare di percorso di evoluzione, più che di digitalizzazione, in una visione più ampia che contempla anche il business. Perché innovare è fare evolvere i sistemi Ict senza interrompere il lavoro quotidiano, garantendo la continuità operatività”. Ad oggi Kyndryl in Italia gestisce 350.000 mips, 180 immagini mainframe, 1.700 device storage fisici, 2.300 Services Level Agreement.

Se da una parte parla di asset fisici ancora legati ai data center di Ibm (5 in Italia) e dei due help desk multilingua, dall’altra ribadisce l‘indipendenza da Ibm e l’importanza di nuove partnership globali e locali con altri vendor che verranno presto annunciate. “Il fatto di essere un’azienda indipendente creerà relazioni allargate con altri provider tecnologici. Da quando abbiamo annunciato lo spin off a ottobre 2020 si è manifestato l’interesse da parte di tutti i cloud provider a lavorare con noi. Il nostro impegno è quello di portare innovazione dentro i processi Ict legacy dei clienti che intraprendono un cammino verso il cloud, ma non partendo da una pagina bianca, perché in azienda hanno noi che abbiamo le competenze sul mondo Ibm e sul cloud”. Anche Kyndryl Italia Innovation Service, con 350 persone e un piano di crescita importante nei prossimi 6-12 mesi, mette a disposizione competenze tecniche su tematiche infrastrutturali a chi deve fare il delivery dei progetti. “Anche con competenze dedicate al mondo mainframe perché abbiamo un vantaggio competitivo importante che non vogliamo disperdere” precisa.

Dna internazionale

Della nuova Kyndryl, tre le caratteristiche (internazionali) che Degl’Innocenti cita. Parla di una azienda agile che ha tagliato la complessità operative a livello mondiale, limitando a 13 country core le filiali nel mondo (tra cui l’Italia) che riportano direttamente alla corporation (flatter).“C’è una organizzazione estremamente diretta tra il cuore della corporation e il cuore delle country, per ridurre al minimo il percorso decisionale con deleghe più vicine ai clienti”.
Di una azienda che ha una rapidità di esecuzione maggiore rispetto al passato (faster), proprio per l’agilità organizzativa che la porta ad essere molto focalizzata sui clienti. E qui la terza attitudine: client focused, un’azienda attenta alle peculiarità dei singoli clienti.  In sintesi, “focalizzazione estrema sui servizi abilitanti la trasformazione digitale dei clienti, con un modello operative snello”.

Guardando all’offerta, gli ambiti di intervento presidiati sono raggruppati in sei best practice globali: security & resilience, mainframe (core enterprise), cloud, network & edge, digital workplace e application, data e AI. “Tema quest’ultimo contiguo al mondo dell’hybrid coud e delle piattaforme applicative – precisa Degl’Innocenti che puntualizza -. Mentre Ibm fa servizi nel mondo applicativo, Kyndryl fa solo servizi infrastrutturali legati alla modernizzazione infrastrutturale verso il cloud”. Una settima practice – advisory & implementation service – affianca i clienti nella scelta del migliore ambiente digitale e nell’adozione e integrazione delle tecnologie avanzate.

Sfide aperte

In tutti questi ambiti il tema della coopetition si fa importante, con working in progress nelle relazioni con i competence center per definire ambiti di collaborazione e con attori diversi per guidare progetti legati al Pnrr (“la pubblica amministrazione è oggi indirizzata da una direzione commerciale basata a Roma dedicate al public sector”).

La consapevolezza che l’infrastruttura sia un tema centrale sia per il Paese sia per le aziende c’è, nonostante il mercato sia sotto pressione, perché molte realtà vogliono liberarsi dei costi infrastrutturali. “Ci sono aree fortemente in crescita che controbilanciano il calo dei servizi legacy, perché oggi il concetto di infrastruttura si dilata, integra diversi temi come la sicurezza end to end, la resilienza, la compliance alle normative che dettano sfide forte. L’evoluzione dell’infrastruttura è un tema fondamentale nell’evoluzione dei servizi ai clienti , perché deve essere una opportunità non un vincolo. Vedo aree di grande fermento”.

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