E’ direttamente correlato all’evoluzione nell’utilizzo dei digital enabler in azienda, il filo rosso che lega i principali trend IT per il 2022. Sempre più stretto è infatti il rapporto tra tecnologie, modelli digitali e processi operativi, e nel corso del nuovo anno questo aspetto rappresenterà, esso stesso, un trend espresso in modo concreto dagli sforzi dei Cio e dei loro team che dovranno sfruttare la digitalizzazione per favorire lo sviluppo delle organizzazioni di appartenenza.
Con un’inversione di prospettiva: “Nello scenario post-pandemico, il processo decisionale strategico inizia con l’esperienza digitale e la trasformazione digitale”, lo spiega Davide Marini, country manager di Netapp per l’Italia, in un’analisi relativa alle prediction per  il 2022 incardinate proprio sul modello “digital first” (1) che comprende la crescita dell’importanza della business analytics. L’analisi della customer experience digitale degli utenti è destinata a divenire una fonte di informazioni cruciali per le decisioni strategiche, così come “la crescente convergenza tra il mondo online e offline, che si traduce nei concetti di gemelli digitali che vengono adottati oltre la produzione, con qualsiasi processo che viene testato virtualmente prima di essere considerato per l’implementazione”.

In uno scenario già evoluto durante i mesi della pandemia, che ha visto spostare il baricentro operativo al di fuori del perimetro aziendale, è inevitabile che tra le considerazioni di base per assicurare la resilienza alle azienda torni il tema della cybersecurity (2), in cima anche alle considerazioni anche di Marini.
“Le imprese hanno dovuto fare i conti con il fatto che molti processi e protocolli di sicurezza IT non sono adatti alla lotta contro il ransomware, perché è praticamente impossibile tagliare tutti questi percorsi di infezione, soprattutto quando gli hacker usano l’ingegneria sociale”. Per questo, “le aziende si affideranno alla prevenzione basata sull’AI in tutto il loro dominio e a rigorosi modelli zero trust. Un approccio che punta più sul minimizzare gli impatti che sulla prevenzione degli attacchi IT, ma che comunque consente, una volta che un’infezione avviene, di rinvenirla in tempi ragionevoli per fare in modo di isolare le aree infette e ripristinare i file quasi in tempo reale.

Questi ultimi anni hanno evidenziato, peraltro, come di fatto le aziende siano sempre più interdipendenti e quanto questo elemento pesi sulla reale efficienza delle supply chain. Un ambito che può beneficiare in modo significativo dell’adozione del cloud computing (3). “Prevediamo che l’adozione del cloud accelererà ancora più rapidamente, visto che i vincoli della supply chain spingono gli acquirenti a trovare alternative all’acquisto della tradizionale infrastruttura on-premise per soddisfare le proprie esigenze” – prosegue Marini.

Proprio dall’ottimizzazione delle linee di produzione e dei processi ci si potrà aspettare quindi ecosistemi più solidi. I gemelli digitali, utilizzati per verificare l’effettiva efficacia delle procedure, insieme con le tecnologie IoT e gli analytics – tasselli alla base di Industria 4.0  dovrebbero per questo consentire alle aziende di “rimanere competitive molto più facilmente”. A patto di tenere alta l’attenzione anche sull’importanza delle risorse umane, specialmente nei settori a più alta specializzazione. “Da un lato, ci sarà sicuramente una concorrenza feroce per assumere il personale qualificato; dall’altro, l’informatica stessa può fornire tecnologie capaci di porre rimedio al gap di manodopera, come il low-code, no-code e lo sviluppo di software basati su AI”. Non solo, la costante semplificazione dell’accesso ai servizi pubblici e dei servizi in generale produrrà un ampio buy-in della digitalizzazione.

Davide Marini Netapp
Davide Marini, country manager di Netapp per l’Italia

E l’intelligenza artificiale nel 2022 inizierà a permeare sempre più tutte le industry (4). “La vedremo utilizzata nell’agricoltura, nella produzione alimentare, nelle catene di fast-food e nel settore dell’intrattenimento e dell’ospitalità”, dettaglia Marini. Per l’imballaggio e la lavorazione, mentre altri settori guadagneranno di più dall’automazione generale e dalla semplificazione dei loro processi. Il tema dell’adozione delle tecnologie più avanzate, come l’AI, va di pari passo con quello relativo alle modalità di fruizione dei digital enabler, anche in quei contesti in cui non sempre è facile trovare le competenze necessarie per le implementazioni del caso. In questo senso, prosegue Marini, “i servizi gestiti diventano una modalità di consegna primaria per l’AI, in uno scenario in cui i Csp raddoppiano le offerte di tipo Gpu as a Service“. Si tratta di facilitatori essenziali: “Dal momento che sempre più industry utilizzano l’AI per rimanere competitive e innovare, c’è bisogno di una solida base tecnologica che possa scalare di conseguenza, e gli utenti di AI hanno bisogno di spostare i loro progetti da infrastrutture stand-alone su ambienti di produzione condivisi e virtualizzati”.

Crescerà inoltre l‘utilizzo di AI all’edge anche tramite “dispositivi a bassissimo costo e con risorse estremamente limitate”. Attraverso una generazione di dispositivi che alimenta la pipeline di dati edge-core-cloud in costante crescita, a cui le industry devono accedere e che devono sfruttare per differenziarsi. Trend favoriti anche da una maggiore fiducia e da una crescente sensibilità sul tema anche da parte dei governi, pronti ad investire su AI e ML per accelerare la trasformazione economica ed essere più competitivi. Con una crescente centralità dei dati.

“Tra le sotto-tendenze tecnologiche che guidano il cambiamento – prosegue Marinic’è a questo proposito l’analytics & optimization dei servizi digitali. Per esempio, i risultati FinOps sono molto più facili da ottenere man mano che una maggiore automazione e applicazioni più intelligenti prendono piede. Questo si traduce in un aumento del Roi dagli investimenti nel cloud in tutto il settore pubblico e privato”. Si legge inoltre un evidente allontanamento dalla semplice virtualizzazione applicativa, con le aziende che forniscono i loro servizi attraverso soluzioni containerizzate e microservizi. Soprattutto, “i regimi di condivisione dei dati saranno sempre più un prerequisito importante per costruire un’economia dei dati praticabile sulla scena internazionale(5).
Un aspetto che sollecita i progetti legati a Gaia-X per la sovranità digitale ed evidenzia l’importanza di un’infrastruttura sicura per lo scambio di dati anche se, secondo Marini, “a breve termine, non crediamo che questo si traduca in una UE cloud sovrana, mentre vedremo più unità rispetto alle norme europee, e più aderenza ad esse da fuori dall’Europa”.
Tra i trend che già abbiamo visto catturare l’attenzione degli addetti ai lavori anche l’evoluzione del calcolo quantistico (6). “Ci si aspetta che l’informatica quantistica riacceleri il ciclo di prestazioni postulato dalla legge di Moore, e tutti i principali attori dell’IT sono investiti”. I primi casi d’uso si baseranno su un modello di utilizzo as a service, ma non giungeranno a realizzazione per qualche tempo. “Tuttavia, i produttori in diversi rami dell’IT saranno più determinati sulla loro strategia di calcolo quantistico nel 2022 – per esempio i fornitori di sicurezza, gli hyperscaler, le società di storage e i Gsi/consulenti globali”. Allo studio quindi ci saranno le possibilità di fornire l’innovazione dell’informatica quantistica come servizio per i clienti e superare le limitazioni specifiche del settore, per esempio costruendo una pipeline di dati nel quantum computing cloud.

Ultimo punto (ma non per importanza), la sostenibilità (7). A seguito dei vertici già chiusi, e della sensibilità sempre più viva su questo tema, chiude Marini: “Prevediamo che le imprese andranno nella stessa direzione. Questo è in parte dovuto alla pressione normativa, per esempio per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Ma le imprese saranno anche intrinsecamente motivate a fornire innovazione verde”.
Dai modelli ibridi di employee experience, che consentono alle aziende di reclutare i talenti anche fuori dalle aree geografiche di pertinenza, ai processi di produzione, che possono essere resi più ecologici con l’aiuto dell’IT, il tema “verde” rappresenterà la trama dei processi evolutivi delle aziende, mentre “gli obiettivi Net Zero diventeranno una priorità per le aziende nel 2022, e stanno influenzando il processo decisionale aziendale già ora. Questo porterà le aziende a esaminare non solo le proprie azioni, ma la loro catena di approvvigionamento, digitale e non, mentre si sforzano di abbattere le emissioni il più rapidamente possibile”.

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