Sempre più spesso si sente parlare dell’importanza che l’innovazione digitale sta assumendo all’interno degli studi professionali per dialogare meglio con i propri clienti e rispondere alle loro necessità. Marketing technologies, innovazione digitale e nuovi modelli di business sono tra i trending topic oggetto di dibattito per la gestione del cambiamento in un contesto competitivo frammentato e in continua evoluzione.
Queste tematiche, tipiche del mondo aziendale, rientrano anche tra le attenzioni degli studi professionali, sempre più consapevoli che i tradizionali modelli di business non sono più in grado di rispondere in modo adeguato alle mutevoli esigenze del mercato. Ne parliamo con Ramona Corti, Cpa auditor, Financial and Tax advisor di Studio Corti e Fumagalli, con cui approfondiamo il tema MarTech per comprendere i vantaggi offerti agli studi professionali e alle Pmi italiane. Corti, dottore commercialista e revisore legale dei conti, giurista di impresa e ph.D. in economia aziendale, management ed economia del territorio, dopo gli studi universitari inizia il percorso per diventare dottore commercialista, e nel 2014 apre il suo studio insieme al socio Nicola Fumagalli, studio che oggi, dopo 9 anni, conta due sedi e 40 collaboratori.
E proprio da questi percorsi si avvia il confronto: “Probabilmente vi starete chiedendo cosa c’entra la professione del dottore commercialista, per molti aspetti rimasta ancorata a vecchi canoni operativi, con il MarTech – esordisce Corti -. La risposta è da cercare nel fatto che la nostra professione non è più tutelata da tariffe professionali ed esclusiva come lo era un tempo, ma oggi è a tutti gli effetti sul libero mercato. Di conseguenza è necessario che anche gli studi professionali inizino a strutturarsi come un’azienda pianificando quindi la propria strategia anche e soprattutto da un punto di innovazione e marketing”. Questi aspetti quindi saranno le più importanti sfide che dovranno essere affrontate dagli studi professionali e che giocoforza necessitano di un cambio di mentalità.
Da qui l’aggancio al tema centrale dell’incontro, MarTech, che Corti inquadra, dati alla mano, sia per quanto riguarda la libera professione, sia a livello di impresa ed in particolare di Pmi. “Partiamo da qualche dato: ad oggi si contano più di 8mila soluzioni MarTech disponibili sul mercato e gli investimenti registrati negli ultimi anni (121 miliardi di dollari nel solo 2019 a livello globale) in questo settore sono sicuramente significativi del fatto che vi sia una domanda importante e che le soluzioni di marketing automation, i tool di tracciamento dei clienti, etc. rappresentino un ottimo mezzo per raggiungere gli obiettivi aziendali molto più velocemente e con molto meno effort da parte delle risorse dedicate”.
Corti sottolinea però anche come oltre alla sensibilità personale per il “cambiamento e la proiezione sulle opportunità che le nuove tecnologie possono portare innovando ed efficientando in parte o in toto processi aziendali”.
Prosegue Corti: “La libera professione necessita sicuramente di uno step up in termini di automazione dei processi, ancor di più per quelli legati al marketing e alla comunicazione”. Anche solo facendo riferimento alla quantità di dati a disposizione di uno studio professionale è facile comprendere che, “se ben gestiti, potrebbero generare molte opportunità per i professionisti sia in termini di revenue che in termini di servizi taylor made”. Per quanto riguarda le Pmi, buona parte di quelle che Corti assiste si sono già dotate di soluzioni MarTech e sono sempre più le Pmi che approcciano software MarTech in diversi ambiti, tra cui l’advertising e la promozione, le vendite, i social media.
“Considerando che la marketing technology permette di raggiungere risultati più efficienti in minor tempo ed automatizzare vari processi aziendali – prosegue Corti – immagino in un prossimo futuro che quasi tutte le Pmi adotteranno soluzioni MarTech anche, e forse soprattutto, nel content marketing e nella gestione dei dati”.
Tra le iniziative in corso per avvicinare le realtà professionali a questi temi, MarTech Revolution è la call dedicata alle startup che sviluppano tecnologie al servizio del marketing. Corti ne sottolinea così la valenza: “L’iniziativa consente di realizzare fattivamente una digital transformation sia a livello di impresa, sia a livello di società civile in generale”. Il mercato delle startup è un mercato in fermento anche in Italia e, “per quanto come sistema-paese dobbiamo ancora fare molto in termini di ricerca e sviluppo e di facilitazione agli investimenti in startup – ribadisce Corti – iniziative come questa possono rappresentare un volano significativo per questa economia”.
La call ha come obiettivo quello di individuare le realtà più innovative nel settore MarTech (non solo in Italia ma anche in Europa) con le quali poter intraprendere collaborazioni strategiche di tipo industriale, finanziario, commerciale ed editoriale. Corti ritiene possa rappresentare “anche un ottimo strumento per valutare al meglio le tecnologie ad oggi presenti sul mercato e comprendere come queste possano essere parte dei vari processi aziendali. Sono anche queste iniziative che permettono un continuo miglioramento della tecnologia esistente e un mirato studio di applicabilità della stessa”.
Inevitabile cercare di indagare quale sarà il futuro della Martech in ambito Pmi e come evolverà nei prossimi anni. Chiude Corti: “Le Pmi dovrebbero puntare molto sulle soluzioni poste da questa nuova tecnologia sia lato content marketing che lato social media ed infine lato gestione dei dati”. In un’ottica sempre più “thinking forward”, negli anni a venire “le Pmi saranno chiamate a concentrarsi sulla brand experience anche attraverso la gamification per aumentare il coinvolgimento dei clienti; qui si giocherà la vera partita del MarTech“.
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