Ricalca i principali punti di discussione in agenda anche a World Mobile Congress 2023, l’analisi di Boston Consulting Group What Five Trends Mean for Telcos, che, partendo dalle stime sul rendimento totale degli azionisti delle telco, oltre a delineare performance mediocri – con il settore che dal 2019 al 2022 ha registrato una media solo del +9% annuo – tenta di offrire una rilettura sulla necessaria evoluzione del comparto, necessaria non solo per fare bene ma, anche nel breve, semplicemente per continuare a competere.
Si parla infatti di una vera e propria “urgenza trasformativa” per il settore delle telecomunicazioni, con la ricerca che, attraverso l’identificazione dei macro-trend futuri e delle principali necessità del settore, suggerisce come creare valore per le telco, tenendo in conto il peso degli investimenti e delle aspettative di mercati e consumatori.
“Il quadro del mercato rispecchia il momento difficile in cui verte il settore. Ci troviamo in una situazione limite per le aziende per cui la trasformazione è necessaria, se non urgente. La separazione strutturale tra segmenti di rete e di servizi può rappresentare una possibilità per molte aziende di evolvere abbattendo il costo del capitale, creando maggiore trasparenza.” – così spiega Marc Vos, managing director e senior partner di Bcg – che aggiunge: “Perché il settore possa realmente guardare a un futuro migliore, però, è necessaria anche un’innovazione di contesto a livello regolamentare. Il mercato europeo, quello centro meridionale in particolar modo, soffre un approccio troppo stringente che finisce per svantaggiare e appesantire eccessivamente le aziende”.
Vediamo allora più in dettaglio questi numeri: il risultato sul Tsr (Total Shareholder Return, il rendimento complessivo per gli azionisti) citato al +9% e i rendimenti presi in considerazione sono quelli generati da 62 aziende che rispecchiano i 4 archetipi sviluppati da Bcg: fornitori globali, operatori locali, fornitori più piccoli e società di infrastrutture. Ed il risultato migliore è proprio di questi due ultimi archetipi, il cui Tsr annuale mediano ha superato il mercato del 6%. Gli altri tre gruppi presi in esame registrano invece una performance inferiore a quella del mercato, anche se ognuno dei segmenti conta società che hanno fatto meglio della media.
La ricerca aiuta a comprendere come le telco in grado di fare meglio rispetto ai competitor siano quelle che dispongono di operations agili e digitalizzate, efficientano i costi, hanno un portafoglio coerente di prodotti e servizi con applicazioni 5G, b2b e b2c, efficiente supporto ai clienti e una proposta di prodotti e servizi a prezzi competitivi. A questi è servito investire sulla rete 5G, e sulle tecnologie che utilizzano sistemi ibridi di collegamenti via cavo e senza filo per offrire servizi di connettività in banda larga e ultralarga – fixed wireless -, ed ancora su fibra ottica e sugli aggiornamenti necessari per l’innovazione infrastrutturale.
Al centro, interessante anche per il dibattito in corso in Italia, è il tema della separazione infrastrutturale. Solo le società di infrastrutture pure-play riescono a maturare performance superiori a quelle della media di mercato.
Serve separare i propri segmenti di rete da quelli dei servizi per portare entrambi a risultati finanziari superiori, con maggiore trasparenza, relativo incremento dell’interesse degli investitori per le telco e riduzioni di costo capitale per la costruzione di infrastrutture.
Si tratterebbe di generare delle Net-Co che lavorerebbero con diversi fornitori di servizi, un approccio aperto ed un effettivo utilizzo degli asset infrastrutturali fino all’80%. Alcune aziende di servizi potrebbero non avere più accesso alla rete in via esclusiva, ma questa, secondo Bcg, resta l’unica via percorribile.
All’orizzonte poi si delinea un’ulteriore area, molto estesa, di competizione, cui corrispondono però altrettante possibilità di business. Quella con gli hyperscaler come Microsoft, Google, Aws, ma anche la stessa Apple. Serve sviluppare applicazioni interessanti per consumatori e imprese e investimenti significativi in innovazione e partnership con aziende già presenti nei nuovi mercati di interesse. Una via seguita fino ad oggi è stata anche quella delle partnership, certo percorribili, a patto che le telco facciano la propria parte che significa in questo caso anche lavorare allo sviluppo di applicazioni b2b abilitate dal 5G.
5G disruptive
Lo si è ripetuto tante volte, il 5G mostra la sua vera natura “disruptive” non certo in ambito consumer, o comunque non solo: le aziende hanno bisogno di implementare applicazioni complesse per digitalizzare i propri processi e i nuovi utilizzi richiedono velocità di trasmissione dei dati elevate, portando ad aumentare la portata delle caratteristiche del 5G.
Ad impattare sull’evoluzione del business delle telco poi oggi è facile leggere l’azione di due macro-trend: il Web immersivo e l’evoluzione generazionale. Nel primo caso si va verso un’ulteriore apertura verso altri concorrenti come le aziende tecnologiche, startup e imprese di diversi settori. Le telco non avranno un posto assicurato, e per questo le aziende del settore devono iniziare fin da subito ad individuare le proprie attività esposte a rischi e gli investimenti che potranno effettuare in modo proattivo per creare offerte innovative e nuove funzionalità nel Web3. Nel secondo caso, la successione generazionale, la Gen Z (fino ai 25 anni) che preferisce esperienze digitali e on-demand, nonché qualità nei videogiochi e nei contenuti acquistati, chiede alle telco di soddisfare le aspettative dei giovani utenti un’occasione che, se persa, è solo a favore di startup e aziende tech più innovative.
Tech-co, le strategie per prepararsi il futuro
Gli analisti di Boston Consulting Group individuano quindi cinque strategie verso cui orientare l’azione di business. Il primo passaggio riguarda l’estensione delle capacità 5G delle reti (1). Vos: “Il 5G è un trend ancora da cavalcare ed è fondamentale che le aziende ne sfruttino ]…[ il potenziale prima di guardare oltre. È necessario estendere l’orizzonte di utilizzo del 5G per realizzarne a pieno le capacità innovative, creare valore per i consumatori e generare l’opportuno ritorno sugli investimenti per le aziende”. Si può quindi ampliarne le capacità con nuove applicazioni caratterizzate e generare l’opportuno ritorno sugli investimenti per le aziende.
Non è mandatorio sacrificare le line of business tradizionali operative ora, bisogna invece innestarvi digitalizzazione, analisi dei dati e AI (2); digital enabler che consentono di migliorare le operazioni, personalizzare il rapporto con i clienti e migliorare il lavoro dei dipendenti. Ed in sinergia con questo approccio bisogna puntare su una governance forte, su una gestione centralizzata, ma efficiente (3) per evitare sprechi di risorse e allineare tra loro le operations. La sperimentazione fail-fast e il test-and-learn sono due metodi che meritano l’attenzione dei Cio.
La raccomandazione di scorporare il lato infrastrutturale dall’attività di servizi (4), abbiamo visto, è frutto di considerazioni finanziarie, di mercato e strategiche di ciascuna azienda, ma sono indubbi i possibili riscontri positivi per le aziende che dividono i due rami e si presentano al mercato quindi come realtà next-gen: ottimizzare il bilancio, prestazioni trasparenti di rete e servizi, incremento degli investimenti nell’innovazione dei servizi. Le telco potrebbero vendere quote del ramo infrastrutturale per liberare capitale utile a sviluppare servizi e fare meglio in entrambi gli ambiti, scegliendo come posizionarsi.
In ultimo, ma di fatto la sintesi dello studio, bene la strategia di trasformazione da telco a tech-co, sviluppando ecosistemi e applicazioni digitali per il b2b ed il b2c innovativi alimentando le capacità di sviluppo di progetti pilota per poi guadagnare terreno e mercati al maturare delle tecnologie ed all’evolversi degli stessi in una direzione piuttosto che in un’altra (5).
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