Produrre linee e modelli per la realizzazione delle calzature di alta moda e far leva su una solida tradizione, senza tradire un percorso maturato nel corso di ben 60 anni di esperienza ancorata all’eredità dei primi modellisti pionieri della scarpa italiana di lusso. E’ questo il core business di Ifaba. Da sempre guidata dalla famiglia Belloni (anni ’50), ancora oggi è riconosciuta per eleganza e qualità artigianale delle sue creazioni ma la tradizione si coniuga con l’utilizzo di tecnologie e macchinari avanzati per assicurarsi efficienza e sostenibilità in ogni fase della filiera produttiva, dalla prototipazione alla realizzazione della forma definitiva. 

L’azienda di Parabiago più che di uffici e stabilimenti ama parlare per questo di ‘ambienti’ in cui il progetto diventa produzione, la manualità si affianca ai vantaggi delle tecnologie e l’attività è legata all’incontro con i clienti, con ogni location personalizzata in relazione al territorio in cui è inserita. Per noi, l’occasione per parlarne è allo stesso tempo la conferma dell’impegno sociale ed ambientale che in questo caso specifico però si lega alla declinazione di tutto un piano strategico, di respiro quinquennale, con i fattori Esg al centro delle strategie di investimento. 

Ne parla direttamente il Ceo del gruppo Luca Giani. Parla di un piano “in fieri” che punta ad ottenere nel corso del 2024 riconoscimenti per l’impegno profuso, ovvero le certificazioni Iso 9001 sui sistemi di gestione per la qualità, Iso 14001 sui sistemi di gestione ambientale e Iso 45001 sulla sicurezza negli ambienti lavoro. “Ho lavorato per anni in multinazionali nordiche molto attente ai temi ambientali: ora abbiamo deciso di attingere anche a questa esperienza costruendoci sopra un percorso – spiega Giani –. La proprietà ha infatti prontamente abbracciato l’idea di intraprendere questa nuova sfida e, nell’ambito del piano industriale quinquennale, ]…[ si è voluta dare voce a tutti i progetti che ci vedono impegnati, dalla scelta di dotare le nostre sedi di impianti fotovoltaici all’implementazione delle regole sul codice etico“.

Maddalena Belloni e Luca Giani Ifaba
Maddalena Belloni, manager e Luca Giani, Ceo di Ifaba

Artigianalità, attenzione all’ambiente e welfare i nodi centrali. Ma anche un piano Industry 4.0 per i siti produttivi del Gruppo. Nella sede di Parabiago tutti i macchinari sono interconnessi ed entro giugno del 2024 le sedi di Porto S. Elpidio e Pieve a Nievole saranno in rete, con relativi vantaggi per stakeholder e clienti che in una nuova sede veneta avranno a disposizione aree riservate per lavorare, e servizi di modelleria all’avanguardia.

Per quanto riguarda la sostenibilità energetica l’installazione di un impianto fotovoltaico nella sede di Parabiago è il primo degli impegni significativi.
Si tratta di un dispositivo in grado di abbattere le emissioni di gas serra, per una potenza complessiva di 183 kWp. Produce energia pulita e rinnovabile, evita l’utilizzo di fonti fossili e riduce la dipendenza dalla rete elettrica. In termini quantitativi, si parla di un risparmio di oltre 97 tonnellate di CO2. Per quanto riguarda l’economia circolare il gruppo certifica il recupero delle forme dismesse dai propri clienti che vengono “macinate” e re-inviate in azienda per poi essere prodotte nuovamente e re-immesse sul mercato. Già oggi l’85% delle forme prodotte da Ifaba proviene da materiale riciclato. La circolarità è indirizzata infine attraverso un accordo con la società Omnisyst per riciclare i rifiuti e monitorare il risparmio di CO2.

Governance: l’azienda ha implementato quanto richiesto dal decreto 231 sul codice etico, redigendolo in lingua italiana, francese e inglese, per poterlo trasmettere ai fornitori e clienti: un modo per rendere il documento accessibile e comprensibile a tutti i partner commerciali dell’azienda, sia nazionali che internazionali, e per condividere la sua visione etica e rispettosa delle normative. Decisamente meno pregnante, secondo noi, l‘impegno sociale come declinato da Ifaba che parla infatti molto semplicemente del sostegno dei propri dipendenti con un contributo straordinario, confermando per il 2024 il progetto di welfare aziendale, in primis per spese sanitarie, scuole, asili e beni primari.

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