Nel panorama tecnologico attuale, sembra che la capacità delle aziende di innovare sia contrastata e si trovi a dover fare i conti con la necessità di mitigare i rischi, specialmente in un momento in cui l’intelligenza artificiale rappresenta un elemento chiave per la trasformazione digitale. Secondo un recente studio condotto da Pure Storage, in collaborazione con Vanson Bourne, molte aziende si trovano a dover scegliere tra innovazione e gestione del rischio. Emerge questo dal report The Innovation Race, che ha coinvolto 1.500 chief information officer (Cio) e decision maker IT a livello globale di aziende con oltre 1.000 dipendenti, attive nei diversi settori pubblici e privati.

Equilibri precari

Quasi la totalità degli intervistati (il 93%) indica l’intelligenza artificiale come la più grande opportunità per trasformare le proprie organizzazioni, ma ben 8 Cio/decision maker IT su 10 si dicono preoccupati che la propria azienda possa restare indietro se l’infrastruttura necessaria per supportare l’AI non dovesse essere implementata con sufficiente rapidità mentre cresce la pressione sui leader IT. Da un lato perciò l’innovazione è vista come un’opportunità strategica per il futuro, dall’altro, le sfide legate alla gestione dei rischi ostacolano la capacità di innovare.

Non sorprende che il 41% delle aziende stia considerando una strategia AI-first, con l’AI al centro di ogni nuovo caso d’uso. Tuttavia, il report mette in luce come la crescente complessità infrastrutturale, come le cyberminacce, i costi del cloud e l’aumento dei costi energetici stiano “distraendo” i team IT dalla loro missione primaria: innovare e promuovere la competitività dell’azienda.
Priorità resta la riduzione del profilo di rischio (per l’86% dei leader IT) con le cyberminacce che rappresentano il pericolo maggiore (42%), seguite dalla gestione di sistemi eterogenei (34%) e dai crescenti costi del cloud (30%). Allo stesso tempo le aziende cercano di ridurre la complessità dei propri ambienti IT, con i responsabili che si trovano a dover affrontare  i problemi relativi al cosiddetto “debito tecnologico”, ovvero la sovrapposizione nell’ambiente IT di sistemi e soluzioni legacy che impediscono il reale progresso.

I dilemmi di Cio e IT leader
I dilemmi di Cio e IT leader (fonte: The Innovation Race, Vanson Bourne, Pure Storage, 2024)

La maggior parte dei decision maker IT (63%) vorrebbe, in effetti, dedicare più tempo all’innovazione rispetto alla gestione dei rischi, ma solo il 58% dichiara che le esigenze aziendali permettono di farlo. E poco più della metà dei team IT è così impegnata a rispondere alle minacce e ai rischi da non riuscire a concentrarsi sulle iniziative innovative. Per quasi nove leader IT su dieci sarebbe più sensato destinare i budget attualmente dedicati alla riduzione delle cyberminacce a progetti di innovazione IT ma restano centrali le sfide legate alla sicurezza e alla resilienza. Cruciale allora trovare un equilibrio tra innovazione e cyber-resilienza, sviluppare un piano di attacco e ripristino in caso di incidenti informatici per minimizzare le interruzioni e ridurre l’impatto sui processi operativi.

I vantaggi dell’AI, dalla gestione infrastrutturale al data management

L’impatto dell’AI sulla trasformazione digitale delle aziende è conosciuto. Abbiamo già fatto riferimento in apertura alla quasi totalità di organizzazioni intervistate che sta pianificando, preparando o ha già adottato iniziative di AI, a quelle che hanno intrapreso una strategia AI-first. Ma sono elevate anche le aspettative: il 55% degli intervistati vorrebbe che l’AI migliorasse l’efficienza operativa, automatizzando compiti ripetitivi, mentre il 47% prevede un miglioramento nella personalizzazione dell’esperienza cliente e il 44% vede un potenziale nell’utilizzo dei dati dei clienti per migliorare il processo decisionale.

Nonostante l’entusiasmo generale, l’implementazione dell’AI pone delle sfide significative, anche oltre il tema della gestione dei rischi. Alla paura di essere superati dai concorrenti se non si accelera nei progetti AI, sia associa la percezione che le soluzioni cloud possano offrire un valido supporto a breve termine, ma si avverte anche che eventuali mosse devono essere compiute con attenzione, evitando soluzioni reattive e preferendo una pianificazione strategica a lungo termine.

Come si spostano in azienda i costi dell'AI
Come si spostano in azienda i costi dell’AI (fonte: The Innovation Race, Vanson Bourne, Pure Storage, 2024)

Un’altra sfida strategica evidenziata dal report riguarda la capacità delle aziende di gestire la crescente quantità di dati generati dall’AI. L’81% del campione intervistato ritiene che i dati prodotti dall’AI supereranno presto la capacità dei data center attuali, creando un nuovo ostacolo per la gestione delle risorse tecnologiche. Con l’aumento dei costi del cloud e il crescente bisogno di infrastrutture più potenti, molte aziende stanno pertanto riconsiderando il loro approccio alla gestione dei dati.

Secondo il report – questo il dato a nostro avviso davvero saliente – i costi legati all’AI attualmente si concentrano sull’infrastruttura, ma nei prossimi due anni si sposteranno sempre di più verso la gestione dei dati. Il 36% degli intervistati identifica l’infrastruttura come la principale voce di spesa legata all’AI, seguita dalla gestione dei dati (40%). Questa tendenza potrebbe rappresentare una minaccia per quelle aziende che non riescono a pianificare adeguatamente il futuro della loro infrastruttura tecnologica.

Le raccomandazioni di Pure Storage

Alla luce di queste sfide, Pure Storage propone quattro approcci ed offre le indicazioni per aiutare le aziende a bilanciare innovazione e gestione del rischio. Serve, prima di tutto, comprendere tutti i rischi aziendali cui si è esposti (1), non solo le cyberminacce evidenti. Sebbene alcune minacce siano inevitabili, è essenziale prepararsi adeguatamente per proteggere i sistemi e i dati. Questo include la riduzione del debito tecnologico e la scelta di fornitori che offrano piattaforme semplici e unificate, in grado di ridurre la complessità e migliorare continuamente le prestazioni senza richiedere aggiornamenti complessi. “Molte aziende ritengono che la modernizzazione sia talmente complessa da non sapere nemmeno da dove iniziare.

Joao Silva, vice president di Pure Storage per Emea e America Latina
Joao Silva, vice president di Pure Storage per Emea e America Latina

Tuttavia i dati emersi ]…[ offrono una speranza – commenta Joao Silva, VP & GM, Emea di Pure Storage -. Le aziende vogliono ridurre la complessità dei loro ambienti IT, il debito tecnologico e il tempo trascorso a reagire alle emergenze in modo da poter velocizzare l’innovazione, ridurre i rischi, aumentare i successi con la AI e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità”.
Il secondo punto riguarda la capacità di affrontare subito l’incremento dei costi del cloud e dell’energia (2).
Le infrastrutture IT moderne sono ormai indispensabili per supportare le applicazioni e gli strumenti affamati di dati necessari per l’innovazione. Ottimizzare l’infrastruttura con un approccio ibrido e investire in tecnologie che riducono il consumo di energia e lo spazio fisico è fondamentale per mantenere la competitività. Navigate queste rotte si può valutare la prontezza dell’organizzazione per l’AI (3).

L’AI sta evolvendo rapidamente e molte aziende si trovano intrappolate in architetture rigide. Investire in una piattaforma infrastrutturale che offra flessibilità e prestazioni prevedibili a lungo termine permetterà alle aziende di adattarsi all’evoluzione dell’AI e ottimizzare i costi. Ed infine si dovrà stendere un solido piano di ripristino (4).

Le aziende devono assicurarsi di avere una resilienza multi-tier, snapshot immutabili e un rapido ripristino dei dati in caso di attacchi. Ed è essenziale testare regolarmente i sistemi per garantire una risposta efficace in caso di emergenze reali. Nel futuro, l’AI e la gestione avanzata dei dati rappresenteranno i pilastri del successo aziendale. Questa la sintesi prima. Le organizzazioni che sapranno investire in infrastrutture adeguate, riducendo al contempo i rischi operativi, saranno quelle che riusciranno a distinguersi e a prosperare in un mercato competitivo.

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