Torna sui temi raccontati da Satya Nadella a Roma il Microsoft AI Tour di Milano, dove Vincenzo Esposito – amministratore delegato di Microsoft Italia – amplifica il tema dell’AI davanti a 1.200 partecipanti, tra clienti e partner “che aggiungono valore alle tematiche affrontate oggi”.
Un legame tra Microsoft e l’ecosistema che si è consolidato nei 50 anni di storia dell’azienda (40 anni in Italia) che in varie fasi ha dovuto cambiare pelle, con l’avvento di Internet, innamorandosi e disinnamorandosi di alcune tecnologie (vedi l’avventura naufragata nel mondo mobile), gestendo l’avvento del cloud con impatto culturale e sui modelli di licensing, fino ad abbracciare la nuova era dell’intelligenza artificiale che sta guardando oltre la GenAI, a strumenti pronti all’uso per soluzioni personalizzate (la nuova fase dell’AI agentica).
“40 anni in questo Paese mostrano come Microsoft abbia puntato sull’Italia sin da subito – esordisce Esposito -. Stiamo vivendo un cambiamento epocale, in un momento in cui vediamo l’AI generativa farsi strada verso una AI agentica: siamo all’inizio di un percorso molto affascinante. Una rivoluzione più importante di quella che abbiamo vissuto con mobile, Internet e cloud. La grande opportunità non è solo tecnologica. Le aziende che usano l’AI in fase sperimentale sono passate dal 55% del 2023 al 75% nel 2024, indice che il mondo ci sta credendo, pur essendo agli inizi”.

Numeri che parlano
L’opportunità sta in un numero: 44 miliardi di dollari spesi dalle aziende nel 2024 in progetti di AI generativa, a fronte dei 19 miliardi investiti nel 2023 a livello mondiale.
Mentre in Italia l’impatto sul Pil dell’AI generativa è stimato essere pari a 312 miliardi di euro nei prossimi 15 anni (+18,2%), con un impatto sulle business delle Pmi in crescita di 122 miliardi e sull’export di 121 miliardi di euro (fonte: Teha Group). “Secondo gli ultimi dati del Politecnico di Milano, lo scorso anno il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia ha raggiunto un record di 1,2 miliardi di euro con una crescita del 58%, trainata soprattutto dalle sperimentazioni di AI generativa, che costituiscono il 43% del valore – precisa Esposito -. Un fenomeno in forte espansione, che vede l’Italia ai primi posti in Europa per l’impiego di strumenti di GenAI pronti all’uso. E se la portata dell’AI generativa si è rivelata rivoluzionaria, l’AI agentica è destinata ad avere un impatto ancora più dirompente, amplificando le capacità umane e accelerando i processi d’innovazione delle aziende per contribuire nel complesso alla competitività del Paese”.
“Il tema del ritorno dell’investimento è molto sentito dai Ceo e dai Cfo delle aziende – continua Esposito -. Mentre i costi nell’IT erano certi e i ritorni difficili da dimostrare, l’AI richiede un investimento iniziale inferiore rispetto al tradizionale investimento in IT. Inoltre, dà la possibilità di realizzare prototipi e la verifica della validità avviene in tempi più veloci permettendoci di valutare se stiamo percorrendo la strada giusta o se è meglio cambiare direzione”. Il Roi dell’AI è pari a 3,7 dollari per ogni dollaro investito in AI (fonte: Idc). “Siamo di fronte a una grande rivoluzione che ci dà la possibilità di testare in maniera rapida gli impatti sul business”,
Il paragone con gli ultimi vent’anni in cui la crescita della produttività delle imprese è stata di 1,6% è impietoso: il 47% delle aziende registra un aumento della produttività del 5% dovuto alla GenAI (fonte: Teha Group) e il 74% delle imprese registra un aumento di produttività dell’1% percento, solo dopo un anno dell’uso dell’AI.
Con scenari di adozione che si sono sviluppati principalmente attorno a quattro ambiti: un maggior coinvolgimento dei dipendenti (“la GenAI e Copilot dentro a Microsoft 365 fa sì che le persone possano ridurre la quantità di lavoro ripetitivo liberando tempo per fare altro, con una maggiore umanizzazione del lavoro”), una più ricca esperienza del cliente (“è migliorata la customer experience e sono stati riversati sui clienti i benefici della GenAI”), un rimodellamento dei processi aziendali sempre piu snelli a partire dall’analisi dei dati strutturati e non strutturati, una accelerazione delle attività di innovazione: “Questa è la parte più entusiasmate, pensiamo al farmaceutico, alla ricerca dei materiali. Le aziende stanno ampliando anche il ventaglio di aree in cui applicare l’AI”.
Il percorso verso l’AI
A supporto della progettualità gli AI Lab, nati un anno e mezzo fa, che hanno coinvolto quest’anno 35 partner, 400 clienti, 20 università, lavorando su 600 progetti per colmare il gap che vede l’Italia al 16esimo posto tra i Paesi Ocse per la diffusione di competenze legate all’AI. “Di questi 600 progetti almeno un centinaio stanno andando a scala, e questa è la notizia” precisa Esposito. Roma ha reso disponibile Giulia, l’assistente virtuale per chi visita la capitale, Brembo ha accelerato il processo di ricerca e sviluppo di materiali simulando nuovi prodotti prima di metterli in produzione (“un trend che stiamo vedendo in tutto il manufacturing e nella farmaceutica”), Sace del Gruppo Cpd, nell’ambito dei finanziamenti delle aziende, ha migliorato la produttività dei dipendenti.

Progetti che sono evoluti nel tempo. “Che cosa abbiamo imparato? Non esiste il momento zero nei progetti di AI perché è un processo di apprendimento continuo. La vera differenza oggi c’è tra chi sta usando la GenAI all’interno della propria azienda sui propri dati e chi non lo sta facendo. Più lo si fa, più si impara, più l’organizzazione diventa AI ready”.
Ma servono tre passaggi: preparare l’organizzazione, sperimentare imparando, testare facendo errori anche con use case “belli sulla carta” ma poco impattanti sui clienti. “Infine bisogna coinvolgere le persone perché cambia il modo in cui lavorano e fare in modo che le persone siano al centro del loro stesso cambiamento”.
Da Copilot a Azure AI Foundry
Per Asha Sharma, corporate VP & head of product Microsoft AI Platform Microsoft, siamo in una fase in cui l’AI sta dando una nuova forma al mondo (dallo studio delle molecole alla primo processore quantistico) e l’impatto sarà più veloce rispetto alle rivoluzioni precedenti. “Se cloud e mobile hanno impiegato due decadi per farsi strada, oggi l’AI ha già evoluto il concetto di co-pilot inteso come assistente in un co-creator di nuove idee soprattutto nelle aziende enterprise per le quali gli Agenti AI saranno la naturale evoluzione della GenAI”.
La capacità computazionale richiesta dai progetti di AI sarà indirizzata in Italia da un rinnovato impegno. “Investiremo 4,3 miliardi di investimenti nei prossimi due anni per espandere infrastruttura AI e la capacità di calcolo in Italia – precisa Matteo Mille, chief sales enablement & operations Microsoft Italia -. In poco più di un anno, la capacità computazionale di Azure è aumentata di 30 volte a livello mondiale e oggi ci sono 500 nuovi data center in costruzione”.

Secondo Sharma, se da una parte Copilot si affermerà sempre più come l’interfaccia dell’AI, è strategica e complementare la nuova Azure AI Foundry, la piattaforma integrata lanciata alla fine del 2024 che semplifica la creazione di agenti e app, consentendo soluzioni di GenAI personalizzate. “Ma sarà dalla sinergia tra Gen AI e quantum computing che possono nascere i risvolti più promettenti per la trasformazione di interi settori” precisa Sharma, da qui l’affondo su Majorana 1, il primo processore quantistico basato su qubit topologici, che rappresenta un punto di svolta nel quantum computing con la promessa di accelerare la costruzione di computer quantistici grazie a superconduttori topologici (una nuova classe di materiali che permette di raggiungere uno stato della materia mai osservato prima), aprendo nuove possibilità per l’ingegneria e la scienza.
Tra le realtà che hanno raccontato la propria esperienza AI, Banca Generali, Bracco, Maire, Mediobanca, Prada Group, Saipem e Snam che si sono confrontate in una round table focalizzata sull’impatto di Microsoft 365 Copilot nella propria rivoluzione aziendale, mentre Nexi ha mostrato le potenzialità degli agenti in ambito voice bot. Il valore di business legato all’AI nelle parole di Casillo e Crif. Perché il Roi dell’AI rimane – comunque sempre – la spinta decisiva all’adozione.
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