Non si fa che parlare della Blockchain come una delle tecnologie digitali più rivoluzionarie dei nostri tempi, potenzialmente in grado di trasformare il mondo della finanza (e non solo) con nuovi vantaggi in termini di efficienza, sicurezza, rapidità e semplificazione burocratica delle transazioni. Ma non è tutto oro quello che luccica.

Alcuni dei progetti lanciati con entusiasmo da grandi istituti finanziari, si sono ad oggi arenati a causa di una tecnologia forse troppo innovativa per i tempi correnti. A dirlo è un’inchiesta di Reuters che individua alcune “vittime” della Blockchain: Depository Trust & Clearing Corporation (DTCC), BNP Paribase SIX Group.

Le aziende in questione credevano che questa nuova tecnologia avrebbe rivoluzionato il sistema finanziario eliminando gli intermediari, accelerando le transazioni e diminuendo i costi legati alla sicurezza e alle procedure di pagamento. Ma le “promesse” non sono state mantenute e, così, le aziende hanno deciso di bloccare – almeno per il momento – i progetti in fase di sperimentazione su Blockchain.

Ad esempio, la società finanziaria americana DTCC ha recentemente archiviato un progetto per la compensazione e il regolamento di operazioni di riacquisto. L’attività, che era stata testata con successo insieme alla startup Digital Asset Holdings (DA), è stata bloccata perché le banche, e altri potenziali utenti, ritenevano che gli stessi risultati potessero essere raggiunti, a costi inferiori, utilizzando la tecnologia attuale (e non la blockchain).  

SIX Securities Services, provider di servizi finanziari che gestisce la Borsa svizzera, ha deciso di non mettere in produzione il prototipo di un sistema per il trattamento dei titoli basato su tecnologia Blockchain. Il portavoce di SIX, Jürg Schneider, ha sottolineato che l’azienda svizzera ha preferito percorre un’altra strada, utilizzando tecnologie diverse. 

La banca francese BNP Paribas nel 2016 aveva avviato delle partnership con alcune startup che lavorano su tecnologia Blockchain, in particolare con l’azienda Smart Angels, per lo sviluppo di una piattaforma di gestione titoli per le piccole imprese. Ma anche in questo caso la banca ha interrotto prematuramente il progetto per unirsi ad un’iniziativa denominata LiquidShare che, pur essendo comunque basata su tecnologia Blockchain, vede la compartecipazione di più attori del sistema finanziario (BNP Paribas, CACEIS, Caisse des Dépôts, Euroclear, Euronext, S2iEM e Société Générale) e dunque permette una maggiore condivisione del rischio. 
Anche Bank of England all’inizio del 2018 ha abbandonato l’idea di lanciare una propria moneta virtuale, preoccupata degli impatti che ciò avrebbe avuto sul sistema finanziario. Nello specifico, la banca inglese avrebbe dichiarato di temere che i propri clienti abbandonassero completamente i conti correnti tradizionali a favore del nuovo sistema digitale di pagamento per tutte le transazioni e l’acquisto di beni e servizi.  “Una “migrazione” di massa verso la criptovaluta potrebbe portare le banche tradizionali a corto di denaro da prestare, causando “turbolenze” nel sistema economico del Paese”, avrebbe affermato il portavoce della BoE.

Tuttavia, la banca centrale ha recentemente riaffermato che le criptovalute come il bitcoin non rappresentano una minaccia per la stabilità finanziaria globale.  

Infine, anche il colosso bancario americano JP Morgan Chase & Co sta valutando la possibilità di dismettere Quorum, un progetto blockchain lanciato nel 2016, originariamente creato su Rete Ethereum. JP Morgan, faceva parte del consorzio globale di blockchain R3, ma nel 2017 ha lasciato il consorzio, insieme ad altre banche coinvolte nel progetto (Goldman Sachs e Morgan Stanley). 

Investimenti start up Fintech

Nonostante la Blockchain resti indubbiamente una delle tecnologie innovative a cui il settore bancario deve guardare, gli investimenti in startup Fintech dei primi 10 istituti finanziari americani, secondo CB Insights, dal 2012 ad oggi si sono concentrati su altre aree come i Prestiti, i Pagamenti e il Personal Finance.

Nel 2017 è stato infatti realizzato solo un nuovo investimento in ambito blockchain nella startup Axoni con un Round di Serie A da 2 milioni di dollari.  In questi ultimi anni, dunque, sono state parecchie le aziende che hanno abbracciato l’hype Blockchain, ma forse i tempi non erano ancora abbastanza maturi, soprattutto per attendersi risultati immediati e “miracolosi”. Nella definizione della propria strategia in ambito Blockchain, le istituzioni finanziarie dovrebbero avere degli obiettivi chiari e definiti ma, allo stesso tempo, accettare una “dose” di inevitabile incertezza.

Su questo tema, un’interessante indagine di Cognizant realizzata a giugno del 2017 mostra come solo il 48% degli intervistati (oltre 1500 manager di istituzioni e società finanziarie a livello globale) ha dichiarato di aver definito una strategia blockchain e solo il 42% ha dichiarato di aver identificato le aree funzionali e i processi di business che potrebbero essere impattati dalla nuova tecnologia. La blockchain non è una “questione tecnologica” da lasciare in mano alla funzione IT, ma devono essere coinvolti tutti gli stakeholder aziendali per individuare le opportunità di business che blockchain può abilitare. Tra le principali barriere all’adozione, infatti, vi è proprio l’individuazione e la comprensione di casi d’uso di blockchain, dichiarata dal 53% degli intervistati.    

Most Common Internal Hurdles To Bank Blockchain Adoption
Most Common Internal Hurdles To Bank Blockchain Adoption

I progetti blockchain hanno bisogno di obiettivi chiari, ma le aziende devono essere consapevoli che, in questa fase, potrebbe non essere possibile quantificare precisamente costi e benefici, a causa del fatto che questi ultimi sono per lo più strategici e a lungo termine. 

In uno scenario futuro incerto, l’unica certezza è che la Blockchain riscriverà le regole della concorrenza nei mercati finanziari e che le aziende non potranno farsi trovare impreparate. Aspettare di avere una visione chiara delle opportunità offerte dalla Blockchain non è un’opzione praticabile, anche a costo di fare tentativi e di abbandonare, come abbiamo visto, sperimentazioni e progetti. Solo sbagliando si impara e le aziende che vogliono sopravvivere nel mondo finanziario del futuro non possono permettersi di restare indietro e perdere il treno della Blockchain.

Nella definizione della propria strategia in ambito Blockchain, le istituzioni finanziarie dovrebbero avere degli obiettivi chiari e definiti ma, allo stesso tempo, accettare una “dose” di inevitabile incertezza

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