Con i suoi 120 anni di storia, Siemens Italia continua a presidiare i processi di digital transformation delle aziende nel mondo manifatturiero del nostro Paese. Una trasformazione che coinvolge la stessa azienda, oggi in piena fase evolutiva.
Dallo scorso aprile è infatti a regime la nuova identità che vede la nascita di diverse operating companies – Gas and Power, Smart Infrastructure e Digital Industries -, sulla base della strategia Vision 2020+ delineata a livello globale. Una strategia che conferma le sinergie tra le varie industry ma le rende indipendenti e che prevede a breve ulteriori novità, come l’unione tra Gas and Power e Siemens Gamesa.
Nella nuova sede milanese, concepita anch’essa su un concetto innovativo di spazio e smart working, incontriamo Giuliano Busetto, head of operating company digital industries di Siemens Italia, che ci racconta le dinamiche di questo momento di trasformazione, anticipando gli scenari tecnologici e le ultime innovazioni dell’azienda, presentate in questi giorni a Sps Italia 2019, la fiera di Parma.
Un momento, quest’ultimo, in cui Siemens conferma visione, know how e competenze per dare una spinta in termini tecnologici al mondo manifatturiero e di processo delle imprese italiane, non solo grandi (come Ferrero o Volkwagen), ma anche di piccole e medie dimensioni (come V-Shapes, Icam Cioccolato, Nordmeccanica). E dove va in onda in particolare il digital twin, che rende accessibili, in un mondo virtuale, tutte le fasi della produzione industriale.
Un settore strategico per la società, dove l’Italia si posiziona al terzo posto nel mondo in termini di fatturato, con oltre 2 miliardi di euro nell’esercizio 2018 (ammonta a 83 miliardi di euro il fatturato nel mondo), dietro alla Cina e alla Germania ma davanti agli Stati Uniti, dichiara Busetto con soddisfazione. Siemens Italia cresce anche in termini di collaboratori, oggi 3.300 distribuiti tra la sede milanese, gli otto centri di competenza e i due stabilimenti.
Industria 4.0, cambio di paradigma
“Viviamo un momento di profonda trasformazione, ma il nostro approccio verso il mercato non cambia – esordisce Busetto -. Nel mondo manifatturiero oggi è necessario guidare un processo di digital transformation trasversale in un concetto più evoluto di Industria 4.0 che oggi non è forse più corretto chiamare così”.
Nei suoi 160 anni, Siemens è stata protagonista di almeno tre trasformazioni digitali, a partire dall’elettrificazione, per poi passare al microprocessore, fino ad oggi in epoca d’Industria 4.0, termine ormai abusato. Oggi si parla di digital twin e di tecnologie abilitanti che vengono riassunte in 9 paradigmi, ma diventeranno a breve 15 sulla base di analisi già allo studio per evolvere più velocemente, spiega il manager.
Il linguaggio oggi è cambiato e si basa sull’uso di algoritmi complessi dove i dati arrivano da attività diverse e complesse; “la sfida – spiega Busetto – si gioca pertanto sulla capacità di interpretare tali dati, che acquisiscono un’importanza preziosa perché possono essere convertiti in conoscenza, generando valore aggiunto nelle prestazioni e nella flessibilità della produzione”.
MindSphere omogeneizza i dati
La risposta di Siemens Italia si concretizza nell’evoluzione verso un’azienda di sviluppo di piattaforme software per aumentare la flessibilità con prodotti pensati sulle necessità delle imprese manifatturiere.
L’obiettivo si realizza in MindSphere, una rete che omogeneizza i dati, grazie alla loro raccolta ed elaborazione vicino alla sorgente (edge computing) e all’uso dell’intelligenza artificiale, o ancora attraverso tecnologie che sviluppano capacità di auto apprendimento.
Una PaaS aperta che sta sopra alle piattaforme di automazione più specifiche, usata ad oggi da oltre 100 clienti per analisi predittiva e miglioramento energetico e per lo sviluppo di soluzioni industriali solide per raccogliere e analizzare in modo rapido grandi volumi di dati prodotti da un asset, da uno stabilimento o da un’infrastruttura.
Supporta lo sviluppo della piattaforma l’associazione MindSphere World, che conta attualmente circa 90 aziende associate in Europa e Asia e dove MindSphere World Italia raccoglie ad oggi 22 soci, tra cui aziende IT come Engineering, Rittal e ItCore, che hanno compreso il vantaggio di farne parte, sottolinea Busetto.
10 mld€ in investimenti e formazione
Le tecnologie evolvono e le imprese devono impiegare maggiori risorse per interpretare le innovazioni tecnologiche. Siemens lo sta facendo investendo negli ultimi anni 10 miliardi di euro per acquisizioni in industrial software.
Tra le ultime operazioni quella di Mendix, entrata a far parte del business software della divisione Digital Factory. L’azienda sviluppa una piattaforma low-code che semplifica la gestione del cloud e dell’app store, che richiede oggi semplificazione e facilità “perché non tutte le aziende hanno risorse e skill adeguati”, precista Busetto.
Investiti anche 2 miliardi di euro in nuovi centri di competenze a Milano (Made), Torino (Cim 4.0) e Bologna (Bi-Rex). O ancora la proposta di accordo con Confindustria e con i Centri di Competenza del Mise perché le impese associate possano usufruire di tecnologie abilitative dell’Industria 4.0, o ancora la collaborazione con il Politecnico di Torino.
Previsto inoltre lo sviluppo di uno spazio per demo, training e un’ulteriore estensione degli innovation center di con formazione a 360 gradi. Quest’ultima vede in particolare negli ultimi tre esercizi fiscali l’introduzione di 150 nuove risorse e 50 posizioni ancora aperte per profili trasversali e multidisciplinari e la formazione di 6 ingegneri eccellenti con esperienza trasversale acquisita attraverso un piano di lavoro che prevede il cambio di mansioni ogni sei mesi per forare i manager del futuro.
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