I dati del mercato sono chiari. Il cloud computing cresce, anche in Italia, a doppia cifra, e nonostante le incertezze legate all’emergenza sanitaria offuschino le previsioni economiche, gli analisti confermano che lo spostamento sul cloud e gli investimenti in cybersecurity saranno le due voci trainanti del mercato digitale anche nel 2021. In questi mesi, è stato ancora più evidente come il cloud abbia permesso a tante aziende di preservare la continuità del business e il cloud pubblico si sia rivelato fondamentale per mettersi in moto in tempi rapidi.
Tuttavia si discute spesso dei suoi costi, soprattutto per progetti a lungo termine, che spingono le aziende a valutare soluzioni di cloud ibrido, per gestire meglio workload. Si discute spesso di ubicazione delle nuove region data center, per trarre vantaggi sui tempi di latenza e sulla compliance alle normative. Si discute del change management che l’adozione di un modello in cloud porta in azienda… La visione di Aws su questi temi emerge nel confronto con Carlo Giorgi, country manager Aws Italia, da pochi mesi a capo della filiale italiana, proprio in una delle fase più critiche della storia recente.
“Il cloud è diventato l’abilitatore del business e della nuova normalità – esordisce Giorgi al nostro Ceo Cafè virtuale – e le aziende di ogni dimensione stanno ora implementando nuove applicazioni nel cloud “by default”, cercando di migrare il maggior numero di applicazioni nel modo più veloce. Puntano a trasformare le spese in capitale (Capex) in spese variabili (Opex), con una spesa variabile grazie al modello as a service portato dal cloud”.
Il cloud di fatto permette di realizzare un’idea in breve tempo attraverso l’utilizzo di servizi e applicazioni sicure e scalabili. “Sì, lo abbiamo visto proprio in questi mesi di lockdown – prosegue Giorgi – in cui i nostri clienti hanno scelto Aws per aumentare la sicurezza e l’affidabilità IT, facendo leva su flessibilità e scalabilità, non dovendosi occupare di ordinare e gestire l’infrastruttura nel proprio data center, con vantaggi anche di natura economica”.
Impegno nell’emergenza
Molte aziende italiane hanno sfruttato i servizi cloud Aws per accelerare la ricerca scientifica, facilitare il lavoro da remoto, la formazione da casa o per altri servizi nella fase di emergenza. “Mi viene in mente bSmart Labs, società di software italiana attiva nell’educazione digitale, che ha sfruttato i servizi di Amazon Chime per mettere a disposizione a 560.000 studenti una piattaforma per le lezioni online da remoto. Oppure il Comune di Codogno, uno dei più colpiti purtroppo, che ha utilizzato Amazon Connect per mettere in piedi un call center in pochi giorni per rispondere alle domande relative a Covid-19. Oppure Miroglio che ha modificato la catena produttiva in uno dei suoi stabilimenti al fine di produrre mascherine protettive, coordinando tale cambiamento tramite servizi Aws Cloud utilizzati dallo staff che lavorare da remoto”.
L’adesione al programmma Solidarietà Digitale del Ministero dell’Innovazione ha messo a disposizione crediti promozionali Aws Cloud per governi regionali e enti locali (come il Comune di Cagliari), organizzazioni no-profit, startup e aziende, per garantire smart working e collaboration. “Vi sono esempi di nostri clienti in Italia che pur avendo dichiarato di avere capito i vantaggi del cloud già prima del lockdown, hanno confermato che durante questo periodo la tecnologia ha permesso loro di ridurre i costi IT di più del 50% grazie alle applicazioni e servizi in cloud, cosa che non è stata loro possibile sulla rimanente parte IT ancora on-premise”.
Un esempio di ricerca ad alta scalabilità condotta in questi mesi è quella realizzata dal Centro Diagnostico Italiano insieme a Bracco, multinazionale italiana del settore chimico e farmaceutico, che grazie a cloud Aws, servizi di artificial intelligence, machine learning e analisi dei dati ha realizzato un progetto per diagnosticare il percorso patologico dei pazienti affetti dal Covid-19, incrociando dati e cartelle cliniche. Una ricerca scalabile in futuro su altre malattie.
Vista sul cloud locale
Per quanto riguarda l’utilizzo del cloud computing, in uno scenario italiano in continua evoluzione ma ancora “indietro” rispetto agli altri Paesi (i dati di NetConsulting cube e di Gartner), l’analisi di Giorgi si basa sull’esperienza raccolta sul campo, dalla relazione con i propri clienti: “Il trend è senz’altro di accelerazione, specialmente per quanto riguarda l’adozione del cloud computing. La riduzione dei costi è uno dei primi motivi. Ma se è vero che le discussioni di adozione di servizi cloud partono da ragionamenti di convenienza economica, le ragioni principali sono l’agilità e la velocità con la quale le aziende possono migliorare l’esperienza dei propri clienti”.
Non dovere acquistare infrastruttura “fisica“, installarla, renderla operativa e gestirla “permette un’agilità e una velocità di esecuzione di minuti verso mesi e permette alle organizzazioni di focalizzare sforzi e risorse sulle necessità dei propri clienti e sull’innovazione tramite l’utilizzo dei più di 175 servizi che Aws mette a disposizione con un modello al consumo”. E dettaglia: “Aws consente ai propri clienti una serie di ottimizzazioni vantaggiose, anche sotto forma di riduzione di prezzi, ben 85 dal 2006″.
Il modello permette anche di sperimentare senza dover investire somme importanti nei casi in cui non è sicuro il successo dei progetti. “Da questo punto di vista leggiamo diversi trend, per esempio, l’adozione di servizi di machine learning e intelligenza artificiale: la maggior parte dei clienti con cui lavoriamo in Italia è già interessata al ML, mentre a livello globale sono già decine di migliaia i clienti che eseguono ML su Aws, spronati dall’adozione di Amazon SageMaker“. Ma spesso è richiesta la possibilità di testare per avviare il progetto in serenità.
In futuro IoT e micro servizi
Altro trend in accelerazione che andrà ad impattare sul modello cloud riguarda i progetti IoT e all’edge. “Nel corso dei prossimi decenni, è probabile che la maggior parte della footprint on-premise delle aziende non sarà server – quelli saranno praticamente tutti nel cloud – e la loro presenza on-premise sarà legata a dispositivi connessi” sostiene Giorgi.
I dispositivi IoT in casa, ufficio, fabbrica, mezzi di trasporto, campi agricoli si conteggiano in miliardi: piccoli sensori operativi con minime risorse di calcolo e di memoria. “Questo è il motivo per cui il cloud è sproporzionatamente importante per integrare tali dispositivi – continua -. La maggior parte delle grandi applicazioni IoT costruite negli ultimi anni sono state realizzate utilizzando nostri servizi”.
Invece, l’evoluzione dei progetti riguardo a “database, data lake, analytics e serverless” si deve alla necessità dei clienti di distribuire carichi di lavoro in blocchi sempre più piccoli e lo sviluppo di architetture a microservizi permette di incapsulare i microservizi in contenitori più facili da spostare. “Abbiamo quattro servizi container e Amazon Ecs dal 2014, e ai clienti che desiderano un servizio Kubernetes gestito offriamo Amazon Eks da giugno 2018 – precisa Giorgi –. L’84% dei workload di Kubernetes in esecuzione nel cloud oggi viene eseguito su Aws“.
I passi della presenza in Italia
Si sa che l’Italia con un tessuto produttivo costituito prevalentemente da Pmi può rappresentare un laboratorio molto particolare nell’utilizzo del cloud computing, con specificità singolari nell’adozione dei diversi servizi. “Abbiamo cercato di modellare la nostra presenza locale per rispondere alle esigenze di queste realtà – precisa Giorgi -. I clienti italiani che sfruttano le nostre soluzioni abbracciano tutti i settori, da società nell’ambito bancario e assicurativo, come Banca Progetto, Sara Assicurazioni e Nexi, sanitario come Dante Labs, manifatturiero come Avio Aero, energetico come Enel, oppure startup come Satispay e piccola e media realtà, scuole, università e società no-profit”.
Una relazione costruita negli anni, a partire dal 2012, con l’introduzione dell’infrastruttura Edge location Point of Presence (PoP) a Milano per l’offerta di servizi Amazon CloudFront, Amazon Route 53, Aws Shield e Aws Waf. Nel 2014, l’apertura del primo ufficio a Milano, nel 2016 a Roma (anno anche dell’acquisizione della società Nice Software, azienda di software e servizi di high performance & technical computing con sede ad Asti). Nel 2017 la seconda “edge” location a Palermo a cui è seguito l’endpoint Aws Direct Connect a Milano nel 2019 (che aiuta i clienti a stabilire una connessione di rete dedicata dalla loro sede ad Aws) e altre due nuove “edge” location a Milano e una a Roma.
La storia recente è nota: il 28 aprile 2020 apre la nuova regione Aws Europa, nell’area di Milano. “Vediamo sempre più clienti di ogni tipo, industria e segmento, accelerare l’adozione di soluzioni Aws Cloud per avere in maniera rapida e scalabile infrastruttura e applicazioni a bassa latenza, che garantiscono sicurezza, e privacy dei dati secondo i criteri del Gdpr. La region Aws italiana diventerà il fattore abilitante per molte realtà italiane che vogliono reinventarsi: molte ci avevano chiesto in passato di spostarsi su un cloud in Italia, vuoi per questioni normative di residenza del dato vuoi per questioni di prossimità e performance delle applicazioni. Tra queste le aziende del settore pubblico e quelle del mercato finanziario con criteri stringenti di sicurezza, continuità di business e resilienza”.
Le aziende possono, partendo dalla region italiana, scalare il proprio business tramite connessioni dedicate e ad alta velocità sulle altre 24 region Aws, continuando a mantenere totale controllo e privacy dei dati. Un esempio Musixmatch, cresciuta dall’essere una startup di Bologna a 40 milioni di utenti in tutto il mondo.
Formazione e change management
Non solo sulle competenze tecniche si deve lavorare, ma anche sul cambio di mentalità e di approccio ai processi organizzativi. “Le imprese si rivolgono a noi oltre che per l’innovazione tecnologica anche per il cambiamento culturale che agevoliamo. Una delle prime cose che facciamo quando lavoriamo con le grandi imprese è sviluppare quello che chiamiamo Aws Cloud Enablement Engine”.
Si tratta di un’unità di business dedicata che si occupa di spingere i cambiamenti culturali per ottenere il meglio dal cloud: dalla creazione di strutture di governance, in modo che il consumo di cloud possa avvenire in linea con gli obblighi normativi dell’azienda, fino allo sviluppo di programmi di formazione e certificazione per migliorare le competenze di tutti i dipendenti sulle tecnologie Aws e sulle metodologie DevOps. “Per supportare il cambiamento culturale che il cloud porta con sé, offriamo formazione sull’innovazione digitale anche per impostare i processi decisionali e ridurre i costi della sperimentazione”. Tra gli altri nomi di aziende che utilizzano i servizi Aws, proprio per questi motivi, Decysion, Enel, Ferrero, Lamborghini, Mediaset. Mentre per il mondo universitario continuerà il progetto Aws Educate.
Aws, le partnership strategiche
Rimane centrale il programma dedicato all’ecosistema dei partner Aws Partner Network (Apn) per dare strumenti a supporto della modernizzazione delle aziende clienti cosi come il programma Aws Managed Services Provider Program Partners.
In Italia la rete di partner rimane composta da due categorie principali, i Consulting Partners (system integrator) che costruiscono soluzioni su Aws Cloud e i Technology Partners (Isv) che forniscono soluzioni software ospitate su Aws Cloud o integrate con esso. “La continua espansione della rete dei partner e delle loro competenze è priorità anche per i prossimi anni” precisa Giorgi confermando la relazione stretta con i system integrator Accenture, Almaviva, Beetobit, BeSharp, Capgemini, Claranet, Cloudreach, Deloitte, Dxc, Elmec, Fastweb, Ntt Data, Sopra Steria, Storm Reply, Techedge, Var Group e XPeppers.
L’attuale momento economico è chiaramente difficile e alcuni settori e industrie sono stati fortemente impattati. Anche nei prossimi mesi, per una ripresa veloce, le aziende si troveranno costrette ad accelerare le trasformazioni per tanti anni procrastinate. “Continueremo a essere focalizzati, insieme ai nostri partner, sui nostri clienti – conclude Giorgi -. Per migliaia di anni, gli italiani sono stati gli artefici di alcune delle più innovative e pionieristiche iniziative tecniche e artistiche. Il mio più grande desiderata è che l’Italia e le società del Paese mostrino di essere in grado nei prossimi anni di riguadagnare vantaggio competitivo a livello internazionale, attraverso la digitalizzazione e l’innovazione”.
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