La mancanza di sinergie fra risorse e competenze disponibili, sia in ambito pubblico che privato, mette in evidenza le fragilità del Sistema Sanitario italiano. Criticità emerse nei mesi di emergenza, quando abbiamo assistito a iniziative non coordinate, scarsa collaborazione fra le parti oltre che mancanza di reciproca fiducia e disponibilità a trovare soluzioni condivise. Intervistato nell’ambito del Digital Health Summit 2020, ce ne parla Dario Scapola, integrated access management director di Roche, azienda che ha investito molto in questa fase per dare il proprio contributo, cogliere i segnali di evoluzione e confrontarsi con i principali interlocutori del Sistema Sanitario. 

La sanità è stata al centro della pandemia dovuta a Covid-19 scoprendosi da una parte vulnerabile dall’altra pronta a mettersi in discussione. Cosa avete imparato da questa emergenza e come avete risposto, in particolare nel supporto ai vostri clienti?

Dario Scapola, Integrated Access Management Director di Roche
Dario Scapola, Integrated Access Management Director di Roche

La pandemia ha indubbiamente portato con sé, in tutto il mondo, una profonda riflessione sui diversi modelli messi in atto per gestire la salute pubblica. Modelli che, in un momento di emergenza come questo, hanno manifestato chiaramente i propri punti di debolezza, ma nel contempo hanno reso evidenti le strade possibili per una costruttiva evoluzione.
Anche nel nostro paese, il Sistema Sanitario si è trovato di fronte alle conseguenze delle proprie fragilità, che ritengo principalmente imputabili alla mancanza di una sinergia efficace fra tutte le risorse e le competenze disponibili, sia nell’ambito pubblico che in quello privato. Nei mesi di emergenza sanitaria, infatti, abbiamo purtroppo assistito a molte iniziative non coordinate, a una scarsa collaborazione fra le parti e, spesso, anche ad una mancanza di reciproca fiducia e di disponibilità a trovare soluzioni condivise.

Molteplici sono stati, in particolare, gli esempi di inefficiente coordinamento fra il livello nazionale e quello regionale, aspetto che, infatti, rappresenterà senza dubbio uno degli snodi decisivi per l’organizzazione sanitaria di domani. Pur nel rispetto delle specifiche esigenze e necessità delle singole realtà territoriali, auspico vivamente che si possa superare quanto prima l’estrema frammentazione regionale, a beneficio di un Sistema Sanitario Nazionale davvero capace di mettere al centro la persona e di garantire ad ogni cittadino un equo accesso alle cure e all’innovazione.

A questo proposito, la pandemia ha certamente forzato importanti cambiamenti anche a livello dei percorsi diagnostici e terapeutici: da un lato abbiamo purtroppo riscontrato una presa in carico non efficiente dei pazienti, dovuta alle criticità organizzative indotte dalla pandemia, dall’altro l’emergenza ha forzato una maggiore delocalizzazione dall’ospedale verso il territorio, così come l’adozione di soluzioni digitali e la ricerca di regole nuove per interconnettere i diversi attori del sistema e ripensarne i ruoli. Penso che tutto questo rappresenti una grande opportunità su cui riflettere, con l’obiettivo di rendere strutturali alcuni dei cambiamenti apportati in emergenza.

Roche Italia, in questa fase, ha investito molto nel dare il proprio contributo – ad esempio attraverso l’iniziativa “Roche si fa in quattro” – come anche nel cogliere e comprendere i segnali di evoluzione e nel confrontarsi costantemente con i principali interlocutori del Sistema Sanitario. Siamo fortemente motivati a collaborare e disponibili a metterci in gioco, per trovare soluzioni nuove ed efficaci. Crediamo che la situazione drammatica vissuta quest’anno abbia inevitabilmente messo in evidenza obiettivi comuni, che si potranno raggiungere solo attraverso alleanze nuove, priorità condivise, migliori sinergie e partnership lungimiranti fra pubblico e privato“.

Forti dell’esperienza di questi mesi, quali sono le strategie da mettere in campo nella Fase3 della ripresa, quali i servizi innovativi e quali le modalità per coordinare l’intera filiera con la quale lavorate?

“Penso che l’ambito sanitario debba cogliere l’opportunità di focalizzarsi, rapidamente e con determinazione, su tre elementi essenziali, molto connessi fra loro: la digitalizzazione, i servizi associati alle soluzioni terapeutiche e la capacità di basare le decisioni sulle evidenze.
La digitalizzazione ha indubbiamente le potenzialità per rivoluzionare il Sistema, andando a condizionarne ambiti estremamente rilevanti e cruciali. È però necessario che la tanto attesa trasformazione digitale diventi realtà nel breve termine, anziché continuare a rimanere circoscritta a documenti programmatici, esaustivi ma poi non attuati efficacemente.
In primo luogo, ne beneficerebbero i percorsi di cura, nell’ambito dei quali soluzioni di digital health, opportunamente integrate nel Sistema, potrebbero favorire un migliore monitoraggio delle patologie, una presa in carico più prossima al domicilio del paziente e sempre più personalizzata, un’ottimizzazione delle risorse allocate e dei tempi di attesa.

Questa è un’area nella quale in Roche crediamo molto, ritenendo, ad esempio, che associare soluzioni digitali ai nostri farmaci possa contribuire a ottimizzarne la somministrazione e la gestione, quindi l’efficacia e la sicurezza, portando complessivamente a migliori risultati sia per i pazienti e a investinimenti più efficaci per il Sistema. Sarà a questo scopo necessario immaginare strade nuove, per regolare la fornitura di prodotti associati a servizi e per misurare nel tempo l’impatto dei servizi stessi sui percorsi di cura e sul sistema sanitario.

Il secondo ambito nel quale la digitalizzazione potrà giocare un ruolo fondamentale è quello delle infrastrutture dati, che vedono nel nostro paese margini ancora molto ampi di miglioramento, benché la centralità dei dati per prendere decisioni sia ormai da più parti e da molto tempo sottolineata. Di estremo interesse in questo senso è, ad esempio, il documento “A European Strategy for Data” – pubblicato lo scorso febbraio dalla Commissione Europea – che evidenzia, fra gli altri aspetti, il valore dei dati per informare le scelte di salute pubblica. Elemento, questo, che pochi mesi dopo è stato reso quanto mai evidente dalla pandemia, così come lo è stata la mancanza (e l’urgente necessità) di una Data Governance chiara che consenta, in sicurezza e nel rispetto della privacy, la raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati sanitari per generare evidenze di Real World e informare opportunamente le scelte. Roche da anni investe molto nell’ambito della Real World Evidence, sia in termini di risorse interne dedicate e relative competenze, che in termini di progettualità di ricerca e iniziative avviate, e ritiene che questa rappresenti una fondamentale area dialogo e collaborazione con i diversi interlocutori del Sistema”.

Quanto pesa la tecnologia digitale sulla vostra strategia? Quali i progetti e gli obiettivi per il 2021, non solo legati alla situazione Covid che ancora allarma? 

Roche è la più grande azienda di biotecnologie al mondo, fortemente orientata alla ricerca e con una visione pionieristica nel campo della salute, grazie alla propria capacità di combinare eccellenza diagnostica e farmaceutica. Questo ci permette di avere un orizzonte strategico molto ampio e di focalizzarsi su una visione olistica dei percorsi di cura, all’interno dei quali le nostre soluzioni si inseriscono.
Dal nostro punto di vista, la tecnologia digitale rappresenta un asset fondamentale per la Sanità del futuro: contribuirà in modo decisivo a migliorare i percorsi e a favorire la sostenibilità del Sistema. Il nostro impegno in questo ambito è molto forte e non limitato al momento della pandemia.
Un esempio delle proposte che abbiamo già attivato è Smart Health Companion, soluzione nata dall’ascolto di clinici e associazioni di pazienti e dalla collaborazione con PatchAI, startup italiana di profilo internazionale specializzata nello sviluppo di tecnologie di artificial intelligence e machine learning per il supporto personalizzato ed empatico del paziente. Smart Health Companion integra un ecosistema di servizi e contenuti rilevanti per specifiche patologie con una configurazione personalizzabile a seconda di esigenze specifiche concordate con il personale medico.
Nel 2021 manterremo il nostro impegno nell’ambito della salute digitale, focalizzandoci in particolare su due elementi. Il primo riguarda la possibilità di monitorare e migliorare continuamente l’efficacia delle soluzioni digitali introdotte attraverso la raccolta di dati: crediamo che sia fondamentale basare le decisioni sulle evidenze e vogliamo adottare sistematicamente questo tipo di approccio, impegnandoci a misurare il valore portato dalle nostre soluzioni. Il secondo elemento di focus sarà la personalizzazione delle soluzioni: saremo aperti all’ascolto e al confronto, per fornire proposte che rispondano effettivamente ai bisogni espressi dai pazienti e dai clinici e che tengano conto delle specificità di ogni patologia, come anche dell’individualità dei singoli”.

Leggi tutti i contributi dello speciale Digital Health Summit

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: