Uno dei temi caldi trattati nell’edizione 2020 della Cio Survey riguarda i benefici che le aziende ottengono con l’introduzione e la realizzazione dei progetti digitali.
Ne parliamo con Fabrizio Locchetta, Cio in Siram Veolia, in un confronto volto ad evidenziare quali siano stati gli impatti di business generati dal digitale all’interno della sua azienda. Locchetta sostiene che “dal suo punto di vista i benefici sono stati molteplici”. E aggiunge “posso affermare con certezza che il periodo di crisi sanitaria che stiamo vivendo e di lavoro da remoto che ne è conseguito ha fatto capire a tutti cosa abbia portato il digitale in termini di: rapidità di accesso alle informazioni, azzeramento della documentazione cartacea (ove possibile), semplicità di collegamento ai sistemi e ai dati, condivisione dei contenuti e dei dati. Ma su tutti mi sento di dire che la collaborazione, sia interna tra colleghi che esterna con fornitori e clienti, ha avuto un impulso mai visto prima”.
Un ruolo importante è peraltro da attribuire alle competenze digitali distintive necessarie per generare maggior valore all’interno dei processi di business. Su questo punto Fabrizio Locchetta sostiene che “prima di tutto sia importante alzare il livello medio di conoscenza del digitale all’interno di un’azienda. Non sono convinto che puntare a servizi e prodotti digitali senza una vera cultura digitale all’interno della propria azienda possa essere una strategia vincente. La credibilità si guadagna credendo nel proprio progetto e nel proprio brand, prima di andarlo a vendere sul mercato. Detto ciò, se penso alla funzione tecnologica che deve prima guidare la trasformazione e poi indirizzare l’utilizzo del digitale allora penso a figure quali il data engineer, il cloud architect, il cybersecurity manager come fondamentali per creare una squadra che sappia orchestrare e conciliare le innumerevoli offerte tecnologiche che si trovano sul mercato, oltre che gestire il patrimonio informativo della propria azienda”.
Il Cio, sempre più, gioca un ruolo fondamentale nelle valutazioni delle strategie aziendali dell’azienda. “Il ruolo del Cio – prosegue Locchetta – è sempre stato dibattuto in termini di posizionamento organizzativo e di leve a propria disposizione. Oggi ritengo che alcune leve siano cadute naturalmente nelle mani dei Cio.
I Cio possono fare la differenza se riescono ad utilizzarle come carburante per la trasformazione e per la crescita. Avere consapevolezza di quali processi, prodotti e servizi abbia senso “digitalizzare”, e come farlo, sia verso clienti interni che esterni, è già un elemento importante che il Cio può valorizzare”.
Un ruolo rilevante, in termini di spinta all’introduzione del digitale viene svolto dalle funzioni di business maggiormente ‘demanding’ di soluzioni innovative. “In Veolia – spiega Locchetta – le funzioni aziendali più assetate di tecnologia, quali Innovazione, le Operations e le Vendite, si trovano ogni giorno ad affrontare un mercato sempre più competitivo dove il valore dei dati comincia a segnare qualche punto importante nella percezione del servizio erogato, chiedono aiuto al Cio in tal senso”.
Sottolinea inoltre Locchetta: “Ovviamente la conoscenza del proprio business è basilare. Ma anche conoscere le tendenze di mercato a livello tecnologico, imparare da esperienze altrui nell’utilizzo della tecnologia, frequentare ecosistemi in cui confrontarsi con i propri pari o con startup per affrontare il cambiamento. Questa mentalità “aperta” verso l’esterno deve però essere altrettanto aperta verso la propria squadra, dove i talenti hanno bisogno di esprimersi al meglio, senza paura di sbagliare o rimanendo ingabbiati in logiche organizzative troppo rigide. Mai come adesso credo che un Cio di successo debba avere una componente umana ed umanistica che pesi nel proprio profilo almeno quanto quella tecnologica”.
Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Cio Survey 2020
© RIPRODUZIONE RISERVATA