I percorsi di digitalizzazione delle aziende anche nei mesi dell’emergenza si sono intrecciati in modo significativo con il cloud, considerato come digital enabler strategico per i progetti di trasformazione digitale, ma anche e soprattutto per fare fronte alle criticità portate dalla pandemia. Per questo il cloud computing, nelle diverse modalità di adozione, continua a rappresentare uno dei driver più importanti del mercato digitale e gli analisti prevedono che il trend non sia destinato a cambiare nei prossimi anni.
La crescita, che prosegue da qualche anno a tassi superiori al 20%, ha segnato nel 2019, un +21,5% rispetto al 2018. Nel 2020, in cui altri comparti del mercato Ict sono stati caratterizzati da rallentamento, quando non da significative “frenate”, il cloud computing (insieme alla sicurezza) ha confermato il trend positivo, forte della prova positiva offerta durante il periodo di lockdown che lo ha caratterizzato come uno dei principali abilitatori digitali in grado di garantire resilienza e continuità operativa.
E’ la fotografia che emerge anche dal Rapporto Digitale per Crescere di Anitec-Assinform e da una serie di previsioni per il mercato Ict da parte di diverse fonti di analisi. Nel Rapporto, in particolare, si evidenzia come a fronte di un anno che per il mercato Ict italiano ha significato un calo complessivo del 2% rispetto al 2019, la flessione attesa è stata significativamente mitigata proprio grazie alla crescita a doppia cifra dei servizi di cloud computing, per circa il 16%. E, secondo Gartner, quasi il 70% delle organizzazioni che utilizzano i servizi cloud oggi prevede di incrementare ulteriormente la propria spesa nel comparto a seguito dell’accelerazione impressa dalla pandemia. La proiezione degli analisti addirittura prevede che il cloud costituirà il 14,2% della spesa IT globale nel 2024, mentre ha rappresentato appena il 9,1% quest’anno.
Oracle cloud, i 10 motivi per sceglierlo
Ecco che in questo scenario la proposizione Oracle Cloud nella sua interezza, a partire da Oracle Cloud Infrastructure come “cloud di seconda generazione“, si qualifica con una serie di importanti benefici e fattori differenzianti, anche e soprattutto per la realtà italiana, per quelle organizzazioni che hanno bisogno ancora, per esempio, di passare da un’architettura on-premise al cloud.
Questo grazie alla possibilità di sfruttare strumenti di automazione e sicurezza integrati, beneficiando della scalabilità e della governance necessarie in tutti i progetti cloud, e del pieno controllo e affidabilità secondo rigorosi Service Level Agreement end-to-end. A caratterizzare il cloud Gen2 di Oracle è inoltre il supporto per le migliori tecnologie emergenti come AI, machine learning (ML), Internet of Things (IoT), blockchain per cui il passaggio dalla sperimentazione progettuale all’effettiva implementazione nelle applicazioni mission-critical si rivela fluida e funzionale all’effettiva creazione di nuovi modelli di business.
Oracle Cloud Infrastructure infatti elimina i problemi chiave associati alle soluzioni cloud di prima generazione, che spesso non sono state sviluppate per gestire in cloud importanti carichi di lavoro come quelli dei sistemi finanziari, o le applicazioni “data-intensive”; e soddisfa in modo specifico le esigenze delle aziende offrendo migliori prestazioni ma anche costi certi e prevedibili, su tutto lo stack dell’offerta IaaS, PaaS e SaaS e con i benefici dell’allineamento perfetto di Oracle Autonomous Database (ora con Oracle Exadata Cloud Service X8M) che sfrutta la stessa rete ad alta velocità degli altri servizi Oracle Cloud Infrastructure (1). Un aspetto tanto più importante in relazione alla specificità della proposta cloud Oracle che integra nella sua offerta cloud – come PaaS e SaaS – una scelta di applicazioni aziendali, non eguagliata sul mercato, cloud-native, collegate e affiancate all’infrastruttura per indirizzare le esigenze in ambito CX, Erp, Scm, Hcm/HR in modo ancora più integrato.
L’infrastruttura è progettata specificamente per offrire prevedibilità delle prestazioni, sicurezza “nativa già in fase di progettazione” e la governance necessarie con tutti i servizi di elaborazione, archiviazione, rete, database e piattaforma di cui le organizzazioni possono avere bisogno (2).
Per quanto riguarda l’ottimizzazione delle performance, per esempio, la proposta IaaS di Oracle comprende un’ampia gamma di funzionalità, la suite di servizi bare metal di seconda generazione, l’accesso Rdma, per i cluster di technical computing, e soprattutto è aperta alle evoluzioni future e agli sviluppi della proposizione Oracle Autonomous Data Warehouse e Oracle Autonomous Transaction Processing. La possibilità di far girare workload indipendenti su un’infrastruttura progettata in modo specifico per offrire bassa latenza ed alta disponibilità, e garantire prestazioni costanti – con l’archiviazione dei dati replicata in modo automatizzato su risorse object storage adeguate, assicurandosi l’integrità dei dati – è a sua volta un ulteriore elemento caratterizzante (3).
Tra le criticità più di frequente espresse dalle aziende che scelgono di abbracciare il cloud, soprattutto il public cloud, proprio il tema della sicurezza è sempre in cima alla lista delle priorità. Per questo Oracle pone la security come principio di progettazione chiave all’interno di Oracle Cloud Infrastructure. Oracle offre protezione sicura fin dalla progettazione per quanto riguarda la sicurezza dei dati e la capacità di rilevamento delle minacce interne ma innalza il livello della sfida per la capacità di “automazione” delle procedure di remediation.
In particolare l’infrastruttura di Oracle prevede l’isolamento delle risorse di calcolo e di rete in modo da garantire che i dati personali e il traffico siano protetti. Codice, dati e risorse sono perfettamente “isolati” dai sistemi di gestione in modo da impedire agli aggressori l’accesso ai dati in cloud. In pratica, si è lavorato sulla riduzione della superficie di attacco e assicurando l’isolamento granulare ai dati dei clienti. I clienti possono contare su diversi layer difensivi, firewall integrati, protezione dagli attacchi DDoS e crittografia in modo da limitare i rischi e possono utilizzare i servizi di autenticazione adattiva, ridefinire i “perimetri” di accesso ed aggiungere automaticamente ulteriori verifiche quando l’attività dell’utente lo richieda (4).
Scalabilità e flessibilità
I progetti di migrazione in cloud sono del tutto facilitati, praticamente “trasparenti” quando si tratta di supportare la migrazione e l’esecuzione di database Oracle e del portafoglio di applicazioni aziendali. Infatti, minime sono le modifiche necessarie per spostare le applicazioni Oracle, e questo contribuisce alla riduzione dei costi, abbattendo i tempi necessari per la migrazione.
Oracle si preoccupa di offrire l’hardware più recente e le tecnologie aggiornate, per migliorare le prestazioni sui workload dei clienti in modo coerente, con attenzione su scalabilità, capacità di archiviazione e prestazioni e la possibilità di raggiungere fino a 40 Terabyte di capacità e milioni di operazioni al secondo (IOPS) per istanza.
Rimandiamo al documento specifico, per scoprire gli ambiti differenzianti della proposta Oracle, per quanto riguarda flessibilità e capacità di scalare a fronte di workload particolarmente esigenti, sottolineando in questo contesto però la flessibilità consentita dall’ampio set di strumenti di governance accessibili tramite un’unica consolle.
Oracle Cloud Infrastructure offre inoltre anche una specifica suite per migrazione, provisioning e gestione strumenti con le principali applicazioni Oracle. In modo specifico per Oracle Autonomous Database, Oracle Cloud Infrastructure ottimizza analisi ed elaborazioni relative alle transazioni dei diversi workload. L’utilizzo di ML e AI permette ai clienti di connettere più origini dati e riunire i dati chiave a supporto di migliori decisioni aziendali. Oracle Cloud Infrastructure rappresenta la foundation ideale anche per i nuovi servizi nativi in cloud basati su container, architetture a microservizi e blockchain ed è pronta per supportare i progetti IoT (5).
La piattaforma di sviluppo applicativo proposta è aperta, basata su standard e del tutto integrata per permettere di sviluppare distribuire e gestire in modo veloce applicazioni cloud native (anche per lo sviluppo low-code e, appunto, basato sui container) e le API necessarie, anche per l’operatività mobile-first, che oggi rappresenta un imperativo. In particolare la piattaforma AppDev di Oracle offre un ambiente DevOps completo per integrazione (CI) / distribuzione continue (CD), diagnostica approfondita e integrazione semplificata con il SaaS e il software on-premise (6).
Oracle Cloud Infrastructure, convenienza e apertura
Un’architettura basata su server Oracle, Oracle VM e bare metal può aiutare il business e consentire un risparmio tra il 25% ed il 65%, rispetto a quanto sarebbe possibile sfruttando le VM dei competitor (per esempio Aws), con la possibilità di far girare i DB più velocemente risparmiando fino al 66% dei costi rispetto ad Aws.
Sono alcune delle evidenze che emergono da una ricerca Accenture, che sottolinea i benefici di Oracle Cloud Infrastructure anche dal punto di vista degli economics per quanto riguarda il rapporto prezzo/prestazioni. I carichi di lavoro distribuiti su Oracle Cloud Infrastructure in diversi casi richiedono l’impegno di un numero inferiore di server per l’elaborazione e meno risorse storage, riducendo i costi, ma anche assicurando prestazioni ottimizzate sui diversi workload (7).
In particolare, nel confronto con Aws, Oracle Cloud offre prestazioni ottimali ad un costo inferiore, proponendosi come l’opzione migliore per eseguire Oracle Database, il settore standard per applicazioni aziendali mission-critical, tenendo poi conto che Aws non può offrire Oracle RAC, Oracle Autonomous Data Warehouse, o Oracle Autonomous Transaction Processing, mentre la proposta Amazon Aurora blocca i clienti in Aws, laddove invece Oracle Database lascia la possibilità di scelta multivendor (8).
Apertura, scalabilità e flessibilità si riflettono anche nella destinazione della proposta. Oracle Cloud è progettato per tutte le aziende, senza limitazioni per quanto riguarda dimensioni o settore. Oggi anche le Pmi possono registrare nel ciclo di vita e di sviluppo dei servizi picchi significativi nell’utilizzo degli stessi che non giustificherebbero investimenti specifici se non in cloud, e le sfide che le aziende devono affrontare sono in diversi casi le stesse delle realtà enterprise. Per questo la possibilità di intraprendere un percorso a crescere con Oracle con le soluzioni a scalare più adeguate disponibili può fare la differenza (9).
Allo stesso tempo Oracle vuole assicurare ai clienti tutti i benefici del cloud nei diversi ambienti e per questo con Oracle Cloud VMware Solutions propone un’offerta public cloud in grado di assicurare la medesima esperienza che le aziende potrebbero avere on-premise, ma anche l’elasticità del cloud e connessione nativa a più di 50 servizi cloud Oracle, con una consolle per il controllo unificato. Così da permettere di mantenere le best practice consolidate, senza bisogno di reingegnerizzare architetture, infrastrutture e applicazioni e formare nuovamente il personale con la possibilità di estendere, migrare e modernizzare senza problemi l’intero portafoglio di applicazioni basate su vSphere in tutte le regioni commerciali globali dove è disponibile l’infrastruttura Oracle Cloud.
La partnership con Microsoft, su Azure, permette in modo simile di migrare in cloud o creare direttamente in cloud nuove applicazioni sfruttando il meglio di Oracle Cloud (per esempio proprio Oracle Autonomous Database) e Azure e potendo contare su interconnessione cross-cloud dedicata, gestione integrata delle identità e un modello di supporto collaborativo (10).
Approfondisci e scarica il whitepaper Top 10 Reasons to Adopt Oracle Cloud
Non perdere tutti gli approfondimenti della Room Cloud. Perché Oracle?
© RIPRODUZIONE RISERVATA