La sostenibilità dei data center (DC) è un tema centrale, sia considerato l’utilizzo intensivo delle risorse di calcolo per i progetti in corso e il cloud, sia valutando quelli in fase di sviluppo legati alla trasformazione digitale. Già oggi i DC sono responsabili di circa il 2% delle emissioni di anidride carbonica globali, alla pari con il settore del trasporto aereo e, per sostenere l’aumento della richiesta di banda e dei consumi di elettricità nel settore IT, sarà sempre più necessario adottare un approccio olistico.
Lo spiega bene Carlos Loscalzo, vice president Secure Power di Schneider Electric Italia: “In Italia la trasformazione digitale in atto è forte. Vediamo investimenti sul digitale in tutti settori dell’industria, del commercio e dei servizi. Anche la Pubblica Amministrazione vedrà forti cambiamenti sostenuti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I data center sono al centro della trasformazione digitale e rappresentano l’infrastruttura in grado di sostenere questa trasformazione e la spinta all’innovazione nazionale, a tutti i livelli. Il ruolo che rivestono, sia grandi che medi e piccoli data center, pone l’attenzione sul tema sempre più urgente della sostenibilità“.
Dovrebbe poi portare a riflettere sul tema dell’effettiva sostenibilità dell’IT nel suo complesso, l’impegno delle aziende sull’idea di Internet del futuro, legata al metaverso, e alle transazioni basate su blockchain e Nft che determineranno una decisa impennata nel consumo di risorse.
Anche per questi motivi è da guardare con attenzione lo sforzo di Schneider Electric che presenta un modello di reporting per l’analisi dell’effettiva sostenibilità dei DC, utile come “benchmark” di confronto anche per la verifica del raggiungimento degli obiettivi.
Da un lato cresce, è vero, l’attenzione degli stakeholder sul tema della sostenibilità, e la pressione crescente da parte di investitori, enti regolatori, azionisti, clienti, dipendenti è un aspetto che spinge a ricercare migliori capacità di riportare dati sull’impatto ambientale nell’operatività dei data center; dall’altro è necessario, per farlo, condividere modelli standardizzati per capire effettivamente se la direzione intrapresa è valida.
“Riportare i dati di sostenibilità ambientale è un tema sempre più cruciale per molti operatori data center – entra nel dettaglio Pankaj Sharma, Executive Vice President, Secure Power Division, di Schneider Electric – ciò nonostante, nel settore manca un approccio standardizzato per misurare l’impatto ambientale, implementare azioni, riportare risultati. Schneider Electric ha sviluppato questo modello olistico, con metriche standardizzate, per guidare gli operatori e il settore IT nel suo insieme in questo percorso ]…[“.
Molti operatori poi non hanno le competenze specialistiche per affrontare il compito di capire quali metriche tracciare e quali strategie adottare e potranno trovare un valido ausilio nella proposta di Schneider Electric con il suo modello di reporting. Si basa su cinque aree (energia, emissioni di gas a effetto serra, acqua, rifiuti, terra e biodiversità) associate a 23 metriche chiave applicabili per mitigare gli impatti, con l’identificazione di 17 quadri e standard di sostenibilità più rilevanti , per guidare gli operatori nelle definizione, nel reporting e nella certificazione degli obiettivi. E’ stato sviluppato dall’Energy Management Research Center interno all’azienda, creato proprio nel 2022 e con all’attivo già 200 whitepaper non commerciali, strumenti di calcolo e confronto (trade off tool) gratuitamente disponibili a tutti gli interessati nel settore IT.
I vantaggi di un sistema di reporting come quello proposto certo comprendono la possibilità di tenere traccia delle attività e poter riportare dati e risultati con metriche standardizzate. Il sistema aiuta a far crescere la trasparenza verso gli attori esterni, inclusi clienti e enti regolatori, ma è molto utile in primis agli operatori nei data center per superare la difficoltà nella scelta delle metriche di impatto per il tracciamento, e per migliorare la comunicazione e l’allineamento interno.
Anche in relazione alla possibilità di agire in base ai dati per migliorare l’operatività e di creare reportistiche uniformi e regolari disponibili sia internamente che agli attori esterni. Un approccio che ottiene il parere favorevole degli analisti.
“Non si può avere impatto su ciò che non si misura – spiega Rob Brothers, VP Data Center and Support Services Program di Idc – pertanto le aziende devono stabilire metriche chiare e univoche che tengano conto non solo dell’efficienza tecnologica ma anche del consumo (o della possibile distruzione) di risorse naturali come l’acqua e il suolo, e della biodiversità”. Ed il modello di Schneider Electric serve a questo.
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