Fondere gli ambiti tecnologici con quelli medico-clinici facendo leva sulle tecnologie più evolute è nel Dna di Reply, attenta alle tecnologie di frontiera come alla “cultura” del dato.  Sono aspetti fondamentali per supportare la transizione digitale anche nel comparto della sanità, in cui un approccio multidisciplinare e di insieme è vincolante, e per il quale le competenze sulla data intelligence e sugli ambiti “soglia” all’AI giocano un ruolo chiave. Ne parliamo con Roberto De Persio Executive Partner Reply SpA.

I fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute rappresentano un’opportunità anche per la transizione digitale della Sanità. A che punto siamo come la trasformazione digitale della sanità e quali sono i passi più urgenti d fare per accelerare nuovi modelli digitali per la sanità?

Il Pnrr è spesso visto come una risposta finanziaria alla crisi pandemica e una manovra politica sovranazionale per il rilancio economico e produttivo. Le parole ripresa e resilienza, del resto, lavorano su questa connotazione di rilancio prettamente adattivo, di risposta, non facendo emergere il lato propulsivo del piano. Il Pnrr è invece la più grande riforma digitale mai esistita. Un virus ne è stato solo il pretesto, ma la transizione digitale (che evidenzio non è un sinonimo di trasformazione) era già necessaria, già sentita e reclamata dalle collettività e dal pensiero riformista della Comunità.
L’Italia ha scelto di abbracciare la transizione digitale legata al Piano iniziando da una ristrutturazione dell’ecosistema sanità-territorio, inserendo nuove strutture per rafforzare la medicina territoriale, penso alle case e ospedali della comunità, alle centrali operative territoriali o alla casa come primo luogo di prevenzione e cura, e destinandone altre a specifiche classi di utenti, penso ai malati cronici, agli over 65, a chi può usufruire di soluzioni di telemedicina o necessita di ricoveri brevi.
Sul piano tecnologico è un orientamento chiaro a spingere l’offerta degli operatori digitali a studiare soluzioni sanitarie specifiche per specifiche persone, disegnare forme di accesso e percorsi di cura personali, e di conseguenza ad investire in una ricerca clinica più mirata, precisa, non prescindendo da alcuni perimetri istituzionali, come quello delle cure primarie, secondarie e terziarie.
È a tutti gli effetti una transizione “territoriale-digitale”.

I passi più urgenti da compiere sono speculari a questa riforma: calare le grandi opportunità della digital health in un contesto sempre più personalizzato, di precisione, partendo sicuramente dagli asset principali (fascicolo sanitario, cartella clinica e tutti i dati extra-clinici in possesso delle strutture territoriali) per indirizzare ricerca, prevenzione, diagnosi e cura. Altro passo fondamentale è superare un’interoperabilità troppo spesso generica, o assente, per disegnare – perdonate il paradosso – una “interoperabilità di precisione”, di dati sempre più strutturati.

È su questo versante, sulla questione dati, che si svolge la partita più importante.
Prima di tutto, sulla necessità di sposare un approccio one-health alla salute globale, integrando dati provenienti da diverse sorgenti informative per costruire servizi, diagnosi e terapie innovative. Un approccio che affronta in interconnessione la salute dell’uomo, quella animale e quella dell’ambiente, considerando l’ampio spettro di determinanti che da questa relazione emerge.

Nell’approccio One Health di Reply la salute delle persone è intimamente connessa con la salute degli animali e dell’ambiente che condividiamo. È un approccio territoriale per definizione.

Su questo modello virtuoso di cooperazione Reply ha costruito la propria offerta di sanità digitale, ponendo l’interoperabilità tra ecosistemi al centro della propria offerta, componendo servizi secondo una nuova logica di interazione, in grado di superare il concetto tradizionale e verticale di human healthcare.

Lo facciamo attraverso soluzioni di wellbeing, medicina dello sport, biotagging dei flussi d’aria o alimentare, precision farming, remote sensing per il controllo della qualità dell’acqua e dell’aria, unite alle grandi competenze nella data science e nell’AI, nella sensoristica IoT e IoMT e nella bioinformatica, per supportare i processi di diagnosi e cura, la ricerca farmacologica e quella clinica e proporre modelli previsionali a supporto della sostenibilità ambientale e della salute di persone e animali.

Lo facciamo partendo dalla più grande piattaforma di integrazione di dati regionali italiana, sviluppata da Reply nel rispetto degli standard FHIR/HL7 e interagente con il SISS e con tutte le componenti del sistema informativo, in linea con la gestione ambulatoriale, degli eventi clinici e di tutte le informazioni clinico-sanitarie, collegata a tutte le anagrafiche e in linea con i piani della cronicità.

Le competenze sulle tecnologie digitali sono fattori indispensabili per la trasformazione digitale della sanità: quali sono gli ambiti tecnologici in cui servono maggiori competenze per sviluppare la Sanità digitale?

Oggi siamo davanti ad una quantità di ambiti tecnologici che si compenetrano tra loro e spesso finiscono per fondersi con gli ambiti medici e clinici. Penso alla radiomica, alla genomica, alla digital pathology e alla digital therapeutics, dove soluzioni di AI, NLP, machine learning, digital twin e computer vision consentono di prevedere l’insorgere di alcune patologie con anni di anticipo rispetto all’occhio umano e con un’ottima approssimazione, o permettono su patologie già manifeste diagnosi più precise e rapide. Sono tecnologie a supporto dei professionisti che stanno travolgendo la ricerca clinica e farmaceutica, fornendo una grande spinta verso la cura di malattie rare o la scoperta di vaccini.

Reply ad esempio supporta la ricerca farmacologica attraverso l’uso dell’AI per predire l’interazione farmaco-utente, velocizzando il processo di ingresso di nuovi farmaci nel mercato per accelerare lo sviluppo di terapie farmacologiche personalizzate. È un settore, quello della farmacogenomica, che promette di migliorare anche lo sviluppo di farmi già in uso, prevedendo la risposta ai farmaci e riducendo gli effetti avversi.

La relazione con i player pharma si estende anche ad altri ambiti. Penso alla discovery dei vaccini, dove modelli di deep learning ricercano immagini di strutture proteiche 3D similari tra loro per evidenziare comportamenti similari utili alla ricerca. Parliamo di modelli addestrati su circa 5 miliardi di dati, che rappresentano oltre 200.000 strutture proteiche, e che grazie all’AI si sono stati superati i limiti degli approcci tradizionali che comportano complessi confronti tra immagini tridimensionali spesso gestiti manualmente.

Ma il mix di soluzioni di AI, machine learning e imaging sta migliorando anche la classificazione del paziente, riducendo i tempi di diagnosi e triage per l’inclusione nel programma di cura, migliorando l’accuratezza nell‘individuare pazienti maggiormente a rischio e prevedendo probabili scenari di evoluzione della condizione del paziente. Sono risultati ottenuti grazie alla grande competenza che Reply ha nella digital pathology, dove è possibile generare un ambiente digitale basato su immagini e diapositive digitali partendo da vetrini di laboratorio, migliorando grazie ad algoritmi l’accuratezza e la rapidità dell’analisi della patologia, sviluppando analisi predittive a lungo termine partendo dai dati archiviati.

Roberto De Persio, Executive Partner di Reply
Roberto De Persio, Executive Partner di Reply

Come sta evolvendo la strategia per la sanità della vostra azienda in questo scenario di trasformazione? Avete tutti gli strumenti anche normativi per utilizzare la tecnologia nel modo corretto?

Reply considera la sanità uno dei settori a più alta innovazione dei prossimi anni. Ambiti come l’epigenetica, la genomica e la radiomica sono diventati elementi essenziali per i servizi sanitari del futuro e per il benessere globale. Insieme ai dati provenienti da fonti informative tradizionali, sono ambiti che producono una quantità di dati che oggi non può essere ignorata. Ma molte altre sono gli ambiti che producono dati e che è necessario integrare, penso alle nuove modalità di assistenza da remoto, alla connected care e all’Internet of Medical Things, ai dati quindi provenienti da sensori, o all’enorme contributo che può provenire dai Real World Data (RWD), dove soluzioni di AI e big data processing permettono di relazionare dati relativi allo stato di salute dei pazienti con dati provenienti da altre fonti, per identificare delle evidenze cliniche (Real World Evidence – RWE) e sviluppare modelli predittivi di diagnosi, terapie e processi clinici.

Siamo davanti alla frontiera della medicina di precisione, territoriale, predittiva, data-driven, dove non è più sufficiente integrare le informazioni cliniche provenienti dai servizi erogati dalle strutture sanitarie con i dati presenti nelle cartelle cliniche (ospedalizzazioni, prescrizioni e prestazioni), dove è invece indispensabile integrare dati provenienti da tutti i database presenti nelle strutture sanitarie (es. database amministrativi), relazionandoli ai dati provenienti dal mondo reale, per ampliare la capacità predittiva diagnostica e terapeutica.

Dove possiamo spingerci con questa visione? Lontano e ovunque. Inglobando dati dell’ambiente, della medicina veterinaria, le abitudini alimentari e gli stili di vita: ambiti che a loro volta producono dati e impattano sulla salute della persona e del regno animale e vegetale. Significa ragionare come Sistema Paese in ottica One Health, ma è un discorso che ovviamente oltrepassa i confini nazionali.

Oltre ad innovare in tutte i settori della digital health, Reply sta già affrontando la grande sfida del “One Health. La grande competenza sulla data intelligence e su tutti gli ambiti di soglia all’AI ci hanno spinto ad allargare l’analisi di dati verso altri ambiti, quello dell’ambiente (penso ai dati sull’inquinamento dell’aria, dell’acqua, al clima e a quelli della deforestazione) e quello del mondo animale (allevamenti intensivi, antibiotici) per integrarli con i dati sanitari e della governance (dati del welfare, lavoro, sport, agli spostamenti, all’invecchiamento progressivo della popolazione).
Sono coinvolte tutte le aree dell’esistenza sociale. È quindi la nuova frontiera della sanità mondiale: trovare soluzioni, proporre cure e migliorare la qualità della vita partendo dall’analisi di più fonti. La tecnologia dell’interoperabilità, del no-code e dei big data svolge un ruolo cruciale.
La ricerca clinica e farmaceutica, che ha permesso a Reply di sviluppare soluzioni per tutte le fasi della prevenzione – quella primaria (comportamenti ad alto rischio, prevenzione patologie, vaccini), la secondaria (screening tumorali precoci o pre-comparsa dei sintomi, contact tracing preventivo) e la terziaria (monitoraggio di malattie pregresse o croniche per la prevenzione di complicanze o insorgere di patologie correlate) – non può progredire senza un’apertura a tutti i centri produttori di dati. È lì la vera ricchezza della digital health del futuro.
Ma tutta questa ricchezza, questa enorme opportunità, presenta criticità di raccolta, gestione e analisi. Siamo davanti ad una mole di dati multidisciplinari, dove oltre ad affrontare problemi di privacy e di un impianto normativo che non agevola il lavoro dei player digitali, sussistono questioni tecnologiche di interoperabilità, di strutturazione del dato. Ma abbiamo punti di partenza solidi da cui iniziare: i Cup, le soluzioni di Patient Relationship Management per l’Adt (Accoglienza, Dimissioni, Trasferimento), il fascicolo sanitario e la cartella clinica elettronica, i dati della telemedicina. Sono la base per iniziare a muoverci grazie ai fondi del Pnrr in ottica One Health.

Quali sono i principali progetti in corso per il 2022-2023?

Reply sta investendo per vocazione su tecnologie di frontiera, senza dimenticare gli asset tradizionali. Insieme al Cloud computing, sempre più diffuso e oramai considerato un “must” per software e servizi, l’intelligenza artificiale rappresenta la tecnologia implementata oggi in tutti i nostri progetti. Arricchisce infatti sia le soluzioni Reply proprietarie (quali X-RAIS, la soluzione medicale di AI utilizzata in campo radiologico per ridurre il rischio clinico, Ticuro per la telemedicina, Appheal, l’Intelligence Business Application di Reply dedicata all’accoglienza e all’erogazione di servizi Cup e ADT per migliorare il patient journey, ROY, la soluzione di wellbeing che integra dispositivi IoT, IoMT e Wearables per raccogliere dati sui comportamenti degli utenti e grazie ai modelli di AI suggerire raccomandazioni per modificare lo stile di vita e tutelare la salute a medio lungo termine degli utenti) sia i nostri progetti di system integration su primarie piattaforme di mercato.
Insieme alla creazione di un portfolio soluzioni per il mondo sanità, abbiamo scelto di federare le nostre competenze attraverso company dedicate: Xenia Reply per la connected care, Laife Reply per data & AI in ambito Health e Welfare, Healthy Reply per i sistemi informativi sanitari.
Non dimentichiamo le competenze sulla telemedicina curativa, ma anche quella predittiva e di indirizzo per il miglioramento dello stile di vita (l’integrazione di Ticuro con ROY) per iniziare a vedere l’uomo non più solo come paziente cronico e dare suggerimenti sull’alimentazione e l’allenamento anche con l’analisi dei parametri vitali). Ma molte altre sono le expertise di Reply, partendo dagli assistenti digitali per arrivare alle sperimentazioni per integrare le tecnologie del metaverso in ambito sanitario, ad esempio la realtà virtuale per il trattamento dei pazienti in una clinica virtuale.

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale nella sanità non solo è cominciata ma grazie ai progetti Pnrr sta esprimendo il suo potere dirompente nell’accesso alle cure, nella medicina di iniziativa ma soprattutto nella ricerca clinica e nell’uso secondario dei dati.
In questo ultimo ambito, ad esempio, Reply è oggi uno dei principali player nei progetti strategici nazionali basati sui dati omici: dare un’anima digitale alla persona e sviluppare una capacità cognitiva basata sulla raccolta e condivisione federata di dati clinici e scientifici e metterla a disposizione in differenti contesti digitali in cui il paziente e l’operatore sanitario si trovano ad interagire.
E poi non solo telemedicina curativa ma anche quella predittiva e di indirizzo per il miglioramento dello stile di vita (per capirci intendo anche l’integrazione di Ticuro con ROY proprio per iniziare a vedere l’uomo non più solo come paziente cronico e dare suggerimenti sull’alimentazione e l’allenamento anche con l’analisi dei parametri vitali).

Leggi tutti i contributi dello speciale Digital Health Summit

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: