Poco meno di tremila responsabili aziendali e IT sono stati intervistati nel corso dell’ultima primavera da Vanson Bourne per Vmware che ha voluto indagare, sul campo, la maturità delle aziende rispetto al multicloud. Condotta in area Emea, la ricerca The Multi-Cloud Maturity Index, è di particolare interesse per il nostro Paese, perché le evidenze nascono dalla presenza, nel campione, di poco meno di un decimo degli intervistati riferibili all’Italia, insieme a quelli di Danimarca, Francia, Germania, Israele, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti, pur in proporzioni non del tutto omogenee (Francia e Germania sono presenti con 350 intervistati e UK con addirittura 500). 
Partiamo dall’evidenza che secondo noi più delle altre consente di avere subito un’idea di insieme: in Italia, l’87% degli intervistati concorda sul fatto che siano maggiori i vantaggi del multicloud – la capacità di utilizzare e gestire diversi tipi di cloud privati, pubblici, edge e sovranirispetto alle sfide. E poco più della metà del campione intervistato ne valuta l’impatto come molto positivo sia sulla crescita dei ricavi, sia sulla redditività.

Joe Baguley, Chief Technology Officer, VMware EMEA
Joe Baguley, chief technology officer, Vmware Emea

Appena l’1% ritiene, al contrario, che il multicloud non sia fondamentale per il successo aziendale, un aspetto importante anche in relazione all’impatto dell’economia dei dati sul Pil che in UE ed in UK dovrebbe crescere al 4,2% dal 2,6% entro il 2025, secondo la Commissione Europea. Sollecitato da queste evidenze così commenta Joe Baguley, VP e Cto Vmware Emea:  “L’intelligenza del cloud – la capacità di scegliere il tipo di cloud giusto per i dati giusti, comprese le informazioni altamente sensibili che devono rimanere all’interno dei confini nazionali – sta diventando il modello di business de facto per le organizzazioni che vogliono trarre vantaggi dai propri dati

La quasi totalità del campione italiano, ed in seconda battuta anche di quello Emea nel suo insieme, considerano poi i dati come un driver per i ricavi, rispettivamente nel 98% e nel 95% dei casi, ma solo per poco più della metà le informazioni rappresenteranno una fonte “significativa” di guadagno (53%). Non è una percentuale che deve suscitare valutazioni negative, perché attualmente è appena del 27%. Non solo, i responsabili IT avvertono che senza migliorare il controllo relativo alle spese operative e al multicloud, si vanifica il potenziale dei dati nel generare reale valore per il business.

Alberto Roseo, chief marketing, communication & strategy officer del Gruppo Lutech
Alberto Roseo, chief marketing, communication & strategy officer di Gruppo Lutech

Lo pensa il 73% del campione, per quanto riguarda il cloud e addirittura quasi 8 intervistati su 10, riguardo le spese operative. Ed è il tema che sollecita la riflessione di Alberto Roseo, Marketing, Communication & Strategy officer del Gruppo Lutech: “I dati, se correttamente gestiti ed elaborati, sono determinanti nella produzione, nella supply chain, nella gestione finanziaria, e influiscono in modo indiscutibile sul business, garantendo la possibilità di generare business. Occorre però tenere in considerazione un elemento chiave, ossia la necessità di gestire i dati nel rispetto delle normative locali, per garantire la conformità e la privacy.
Si tratta di bilanciare quindi la spinta tecnologica per la valorizzazione del dato rispetto alla capacità operativa in relazione a questi ultimi aspetti. Osservazione del tutto coerente con la valutazione, per esempio, circa l’attenzione per l’effettiva sovranità dei dati, con il 96% del campione che ammette di essere preoccupato e identifica questa come una sfida. Non l’unica.
Se l’utilizzo di più cloud consente di massimizzare il valore dei dati per innovare (52%), infatti, per un terzo circa del campione competenze, accesso ai dati a silos, sicurezza, la difficoltà nel mettere a fattore comune i diversi ambienti cloud sono i principali ostacoli. Superabili con il corretto approccio, che Baguley svela: “Le organizzazioni che sfruttano appieno i vantaggi competitivi derivanti dall’utilizzo di più cloud per la gestione dei dati stanno riscontrando benefici in tutto il business. Per fare bene, tuttavia, devono essere in grado di assumere il controllo di dove risiedono i loro dati, senza compromettere la sicurezza, la compliance o la sovranità, e la scelta dei provider per gestirli”.

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