Che in Italia il 5G debba ancora esprimere il suo potenziale è un tema che emerge chiaramente nel Terzo Rapporto sul 5G per l’Innovazione Digitale nelle Grandi Aziende Italiane, curato da NetConsulting cube.

La scarsa diffusione e adozione di queste piattaforme è anche il primo punto che Luca Rizzi, responsabile Mercato Enterprise di Cisco, sottolinea: “L’indagine di NetConsulting cube lo spiega chiaramente, e io lo confermo! Il 5G registra, oggi, in Italia, uno sviluppo timido: bassa penetrazione nelle aziende, scarsa diffusione territoriale, temi normativi non ancora risolti. Probabilmente, la chiave di volta per uno sviluppo significativo del 5G in Italia sta nel fatto che enti e aziende ne riconoscano i benefici e riescano ad individuare use case, sorretti da altrettanti business case, che favoriscano una progettualità, ad oggi ancora molto limitata”.

Luca Rizzi, responsabile Mercato Enterprise di Cisco
Luca Rizzi, responsabile Mercato Enterprise di Cisco

E’ questo l’incipit fornito da Rizzi secondo cui, in aggiunta, la diffusione delle piattaforme 5G, perché si concretizzi, dovrebbe godere di una maggior spinta da parte del mondo industriale e della pubblica amministrazione. “Secondo me – sottolinea Rizzi -, malgrado non voglia negare una certa ritrosia da parte di alcuni Comuni che ancora non hanno intenzione di recepire le direttive del Decreto Semplificazioni, i principali artefici della diffusione del 5G rimangono gli enti e le aziende”. E incalza: “laddove si riuscisse a rendere visibili i benefici del 5G e quando sarà possibile presentare un numero congruo di success case, come è già successo per altre tecnologie, si genererebbe un volano di interesse ed adozione che andrebbe, lentamente, a scardinare le attuali resistenze”.

Di fronte alla situazione ancora “timida” come definita da Rizzi, cerchiamo comunque di capire quali siano, ad oggi, i settori con una maggiore propensione alla valutazione e all’adozione delle piattaforme 5G. Secondo il responsabile Mercato Enterprise di Ciscole industry che al momento risultano essere maggiormente attive su questo fronte, sono energy & utilities, che, a differenza di altri settori, possono già vantare use case oggettivamente e potenzialmente interessanti, la difesa, il settore dei trasporti e i media. Settori che, più di altri – aggiunge –, hanno la possibilità di pianificare investimenti di medio periodo”.

Ultima nota significativa lato imprese, che condiziona in modo negativo l’adozione delle piattaforme 5G, è il fattore dimensionale. “Il tessuto imprenditoriale italiano – sottolinea Rizzi –, non è composto da un numero significativo di aziende di grandissime dimensioni che hanno la necessità di assegnare al 5G la copertura, ad esempio, di magazzini ad ampia metratura o di fornire servizi di Campus”. E questo rimane un freno oggettivo, sistemico.

Lo sviluppo del 5G è però da ricondurre anche a un altro punto estremamente significativo, se non cruciale. La sfida per il futuro del 5G in Italia, è per Rizzi, quella della “costruzione di un ecosistema di attori”, che riescano a costruire una filiera di offerta in grado di soddisfare al meglio le esigenze di enti e imprese. Attori, come sottolineato nel rapporto, che sono di natura diversa e che possono esprimere competenze complementari. Secondo Rizzi, questa sinergia non è stata ancora, al momento, perfezionata.

Telco provider, system integrator, 5G platform provider e università, mettendo in campo le loro specifiche competenze, hanno l’opportunità grazie ad una stretta collaborazione di far nascere, finalmente, un ecosistema solidosfruttando – dice Rizzi – i punti di vista differenti che non devono essere da freno allo sviluppo ma motore dello sviluppo stesso”.

Per un vero salto di qualità – prosegue Rizzi –, è auspicabile e necessaria una maggiore sinergia tra gli attori in gioco! Capisco però che questo equilibrio non sia semplice da trovare. Gli investimenti significativi che sono fatti da certi operatori devono trovare una loro concretizzazione, fattore che porta, in alcuni casi, a rendere la sfida dell’ecosistema ancora aperta” .

Vi sono, infine, una serie di competenze tecnologiche, consolidate a livello internazionale, che Cisco può mettere in campo per l’ottimizzazione delle piattaforme 5G.

Ciscosottolinea Rizzi –, fornisce al 5G una rete automatizzata, cloud-to-client e basata su software. L’architettura Cisco One è un’architettura incentrata sul cloud e definita dal software che integra implementazioni aziendali e di fornitori del servizio, tra cui l’open roaming tra cellulare e Wifi, e comprende il nuovo standard Wifi 6, che condivide numerosi attributi con l’architettura 5G. Infine – conclude Rizzi –, sono presenti, nel portafoglio di Cisco, una serie di tecnologie che abilitano le reti aziendali, permettendo alle aziende, peraltro, di sfruttare al meglio la diffusione sempre più significativa dell’edge”.

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