Ad un anno dall’ultimo incontro per comunicare il raggiungimento dello status di unicorno (era il 28 settembre 2022) e a dieci anni circa dalla nascita, Satispay fa il punto sulla propria strategia, accompagnata da annunci. La prima novità è l’inaugurazione di un nuovo headquarter a Milano con una capienza di 800 persone, in crescita; la seconda riguarda l’allargamento del business che si espande al mondo del welfare.

E’ Alberto Dalmasso, co-founder (insieme a Dario Brignone e Samuele Pinta) e Ceo di Satispay, incontrato proprio nella nuova sede milanese, a raccontare il percorso di evoluzione dell’azienda.

Negli ultimi anni, Satispay è cresciuta sia in termini numerici che di business, esordisce il manager: “Abbiamo da poco superato i 4 milioni di utilizzatori attivi sulle applicazioni, i 300mila esercenti convenzionati al servizio di Satispay e i 3 miliardi di volumi annui transitati”E le aspettative future sono di crescita, anche grazie alla nuova strategia di business che vede l’entrata della società nel settore dei buoni pasto. “Lo sviluppo dei pagamenti digitali è un macro trend che cavalchiamo – afferma Dalmasso –, ma siamo da tempo convinti che anche il mondo del welfare sia un settore  vicino al nostro che necessita di maggiore trasparenza, probabilmente ancora più di quello dei pagamenti stessi”.

Potenziale digitale del mercato welfare

Il nuovo mercato al quale Satispay si approccia conta 4 miliardi di euro spesi negli ultimi 12 mesi attraverso i buoni pasto, con l’Italia posizionata al terzo posto nel mondo, dopo Francia e Brasile. Nel nostro paese, il settore ha registrato una forte crescita negli ultimi due anni, seppure siamo ancora a 4 milioni di lavoratori che utilizzano i buoni pasto sui 25 milioni di lavoratori italiani totali, dettaglia il manager.

A fronte  di queste prospettive (il tasso potenziale di crescita è del 5% anno su anno fino al 2030), in un mercato con pochi player, Satispay attiva il nuovo servizio Satispay Buoni Pasto diventandone emettitrice.

Alberto Dalmasso, co-founder e Ceo di Satispay
Alberto Dalmasso, co-founder e Ceo di Satispay

“In questo nuovo contesto, Satispay ha lo stesso obiettivo – dichiara Dalmasso -: diventare una sana abitudine, in linea con la nostra mission di portare trasparenza ed equità sul mercato”. In quest’ottica, grazie al suo network di pagamento, Satispay non applica commissioni aggiuntive ai piccoli esercenti sui buoni pasto e permette di incassarne il valore in un giorno lavorativo, secondo il suo abituale modello di pricing, ovvero zero commissioni fino ai 10 euro e 20 centesimi per importi superiori.

Per avviare questo nuovo business, Satispay può contare sui 70.000 esercenti di attività commerciali già convenzionate all’accettazione di buoni pasto. “Si tratta di operatori del food e della ristorazione già parte del network Satispay” spiega il manager. Parallelamente, l’azienda sta attivando i primi accordi con le insegne della Gdo, quali ad esempio Coop Lombardia, Despar e Tigros.

“Con Satispay Buoni Pasto proviamo a riscrivere le regole di un settore welfare che crediamo sarà quello a maggiore crescita nei prossimi 15 anni. L’obiettivo è creare uno strumento al servizio per utenti ed esercenti che, come soggetti chiave del tessuto imprenditoriale locale, non devono essere caricati da commissioni insostenibili, oggi pagate per evitare di perdere la clientela – sottolinea Dalmasso -. La nostra proposta va anche incontro alle scelte etiche delle aziende, oggi sempre più impegnate nell’evoluzione di una cultura di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale e nello sviluppo di policy di welfare attrattive per il mantenimento dei talenti”.

Satispay, obiettivi e strategie future

Dalmasso sintetizza infine i risultati attesi in termini di business dall’approccio a questo nuovo mercato. “Il nostro obiettivo ambizioso è diventare il sistema di pagamento più utilizzato in Europa – afferma -. In particolare sul mondo dei buoni pasto puntiamo a raggiungere il 10% del mercato entro 3 anni e il 30% in 5 anni. Prevediamo anche il lancio del servizio in altri paesi come la Francia dove stiamo vivendo un’espansione, verso una scalabilità a livello europeo”, aggiunge.

Ad oggi il mercato target è quello dei professionisti e delle aziende con una soglia di 250 dipendenti, in futuro di Satispay c’è anche un possibile approccio verso aziende corporate. Per quanto riguarda le gare Consip, “riteniamo che ad oggi il mercato sia distorto ma stiamo intravedendo un cambio di passo del regolatore, con l’intenzione di normare l’aspetto dei costi”, afferma. Non è quindi esclusa in futuro una partecipazione dell’azienda alle gare.

“Nel nostro percorso guardiamo ad altri servizi nel mondo del welfare, oltre ai buoni pasto”. In questo senso l’integrazione di Advisoreat “ci fa sentire un po’ più robusti”, spiega Dalmasso facendo riferimento alla prima acquisizione di Satispay avvenuta un paio di anni fa: la startup fondata da Stefano Travaglia che ha realizzato un’app in grado di fornire referenze su ristoranti, unendole a programmi fedeltà, destinata al mondo business.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: