La sanità vive in questi anni un momento delicato di passaggio. Esauritasi, infatti, la fase emergenziale legata alla pandemia, da una parte continua a crescere il bisogno di cure ed assistenza, anche in relazione all’innalzamento in Italia dell’età media, dall’altra le strutture sanitarie “tradizionali”, sono sotto stress per la difficoltà nel reperire nuove risorse (dopo anni di tagli alla spesa pubblica) ed è sempre più complicato per i cittadini accedere alle risorse di base in tempi ragionevoli per la prevenzione, la diagnostica e la cura. Il potenziale della Virtual Care e delle tecnologie digitali per sostenere queste sfide nel confronto con Andrea Buccoliero, Innovation Manager, R&D dept. GPI.

La sanità sta vivendo una forte fase di accelerazione (e attenzione) legata anche ai fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute. Dal vostro osservatorio, quali sono le urgenze che devono essere ancora sanate e quanto è stato fatto in questo ultimo anno.

Il sistema sanitario è un complesso sistema che coinvolge una serie di equilibri delicati tra diversi fattori che influenzano sia la domanda che l’offerta di salute. Da un lato, diversi elementi stanno spingendo verso l’alto la richiesta di cura e assistenza, tra cui l’invecchiamento della popolazione, la crescente resistenza agli antibiotici e l’aumento dell’incidenza delle malattie croniche. Questi fattori sono solo alcuni esempi dei fenomeni che caratterizzano l’attuale panorama sanitario. Dall’altro lato, l’offerta di servizi sanitari è sottoposta a notevole pressione a causa di risorse sempre più difficili da reperire. Questa tensione tra domanda e offerta può portare a un disequilibrio nel sistema sanitario.

In questo contesto, l’adozione della Virtual Care emerge come una soluzione potenzialmente efficace. Secondo un report del 2016 di Gartner, la Virtual Care può contribuire a migliorare la salute, ridurre i costi e migliorare l’esperienza dei pazienti, promuovendo, allo stesso tempo, una sanità universale e di alta qualità. Questo è particolarmente importante per il benessere futuro del nostro paese.

Andrea Buccoliero, Vision & Innovation Manager - R&D Dept. di GPI
Andrea Buccoliero, Vision & Innovation Manager – R&D Dept. di GPI

Tuttavia, ci sono alcune sfide significative da affrontare per rendere questa visione una realtà. Alcune di queste sfide includono la necessità di ridurre i tempi di attesa per le cure mediche e garantire un accesso più agevole ai servizi sanitari, soprattutto in alcune regioni geografiche o per determinate procedure mediche. Inoltre, è importante investire in tecnologie sanitarie avanzate, come l’intelligenza artificiale e la telemedicina, per migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza medica territoriale. La gestione della salute di una popolazione in relazione al territorio che essa abita assume pertanto una grande importanza strategica.

Altre sfide riguardano la gestione delle liste d’attesa per le visite mediche e le procedure chirurgiche, con l’obiettivo di garantire che i pazienti ricevano le cure necessarie in tempi ragionevoli. È altresì cruciale assicurare che ci sia una forza lavoro sanitaria adeguata e ben addestrata per soddisfare le esigenze della popolazione, combattendo la carenza di medici e infermieri.

Infine, la promozione dell’adozione di strumenti di Virtual Care, registri elettronici dei pazienti, sistemi di monitoraggio a distanza e altre tecnologie sanitarie è fondamentale per migliorare la gestione della salute e favorire una comunicazione più efficace tra i professionisti della salute, i pazienti e i loro familiari.

In conclusione, il sistema sanitario è un delicato equilibrio tra domanda e offerta, e la Virtual Care rappresenta una soluzione promettente per affrontare le sfide attuali e future. Tuttavia, è necessario affrontare queste sfide in modo deciso per garantire una sanità universale, efficiente e di alta qualità.

Un ecosistema complesso ruota attorno al mondo della Sanità. In che modo è possibile facilitare, grazie alle tecnologie digitali, la relazione tra tutti gli interlocutori (pazienti, medici, presidi, enti)? Quali competenze servono e in che modo accrescerle?

Le tecnologie digitali svolgono un ruolo fondamentale nel settore sanitario, rivoluzionando la comunicazione e la collaborazione tra pazienti, medici, strutture sanitarie ed enti regolatori. Queste tecnologie offrono strumenti e soluzioni innovative che contribuiscono a migliorare la qualità delle cure mediche e a rendere il sistema sanitario più efficiente ed orientato al paziente.

Il paradigma della Clinical Collaboration mira proprio a realizzare un approccio olistico centrato sul paziente e basato su equipe multidisciplinari.

I suoi principi sono 7: il miglioramento della qualità della vita; la riduzione delle complicazioni e delle ospedalizzazioni non necessarie attraverso la gestione precoce di condizioni mediche; la cura centrata sul paziente considerando aspetti fisici, psicologici, sociali ed emotivi; la prevenzione come parte integrante dell’approccio alla cura; il miglioramento della mobilità che può includere programmi di riabilitazione fisica e terapie per migliorare la mobilità e l’autonomia; il coinvolgimento familiare; il monitoraggio, il follow-up e l’aggiornamento regolare dei piani di cura in base alle loro esigenze; l’empowerment inteso come esperienza complessa e sfaccettata che non può essere ridotta alla sola capacità dell’individuo di aderire alle prescrizioni mediche.

È necessario, pertanto, mettere a disposizione efficaci e flessibili strumenti di collaborazione trasversali, che consentono non solo agli operatori sociosanitari di comunicare tra loro in modo semplice ed efficace ma anche di configurare percorsi di cura per favorire l’engagement del paziente e l’erogazione di servizi con finalità di empowerment, agevolando forme di collaborazione e coordinamento tra le varie figure professionali coinvolte.

Quali sono le strategie della vostra azienda in questo scenario complicato di trasformazione? Come si rimodella la vostra offerta?

L’esperienza e la visione di un così complesso contesto come quello della sanità ci ha da tempo indirizzati verso lo sviluppo di soluzioni che mirano a supportare un cambio di paradigma che spinga verso una medicina di iniziativa, proattiva e personalizzata. In tale ottica, il design e losviluppo della nostra offerta sono presidiati da alcuni importanti pilastri:

1) Ridurre le distanze: il Virtual Care offre certamente opportunità rilevanti nei processi di cura, ma allo stesso tempo sconta non pochi problemi di adoption. La domanda è: la tecnologia oltre ai meri features funzionali può spingere verso l’adozione di massa? E che ruolo ha la User Experience? Sicuramente necessaria ma non sufficiente; è infatti utile lavorare anche su processi di automazione, di semplificazione, di Engagement e non solo.

2) Configurabilità: non esistono prodotti software in sanità in grado di riassumere compiutamente la complessità delle organizzazioni e questo vale a maggior ragione in ambito di Virtual Care, argomento di cui si parla da tanto ma che non ha mai avuto caratteristiche sistemiche. Per queste ragioni pensiamo a soluzioni con doti di plasticità spiccate: interpretare l’organizzazione non imporre schemi funzionali rigidi;

3) Sviluppo rapido e manutenibilità: oltre le mode del momento, un sistema monolitico perde a confronto con uno a microservizi soprattutto per la capacità di evolvere rapidamente e di assicurare un mantenimento nel tempo, salvaguardando gli investimenti e richiedendo sforzi e costi sempre minori. L’adozione di tecniche di sviluppo (soprattutto front end) low e no-code costruisce invece un meccanismo virtuoso, a somma positiva, e vantaggioso per il produttore, per il cliente e per gli utenti;

4) Domini di conoscenza: se abbiamo in carico un paziente con scompenso cardiaco è fondamentale condividere un linguaggio che rappresenti lo specifica dominio applicativo, il relativo piano di cura oltre che a prevedere una serie di step sequenziati e condizionali di follow-up; è necessario riassumere le terapie farmacologiche o anche riabilitative, i pattern comportamentali (engagement ed empowerment), i dispositivi di monitoraggio (tele), i trigger di revisione e di decisione; un paziente con artrite reumatoide invece, avrà necessità differenti. Per queste ragioni è importante adottare un Terminology Server basato su domini ontologici in grado di rispondere efficacemente alle esigenze di specificità conservando una base semantica condivisa.
A partire da questi pilastri, rafforziamo la nostra offerta per continuare ad essere un partner affidabile nel percorso verso la trasformazione dei sistemi sanitari.

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