Ambiente, economia e società. Sono i tre ambiti in cui la nuova edizione dello studio EY Seize the Change  – presentato a Milano in occasione dell’EY Sustainability Summit – analizza l’impegno delle aziende italiane, andando ad indagare quanto la sostenibilità venga davvero integrata nel business, quanto impatti sulle sfide future. 

Un’indagine condotta su 200 aziende italiane (50 in più rispetto allo scorso anno) di differenti dimensioni (piccole, medie e grandi realtà) e appartenenti a diversi settori di attività, che quest’anno indaga nella ricerca anche un aspetto economico molto interessante: la correlazione tra le performance economico-finanziarie dell’azienda e i suoi comportamenti in termini di sostenibilità.
Chi è più sostenibile fattura di più, si indebita meno.L’obiettivo è capire e misurare quanto le aziende stiano vivendo la sostenibilità, non come elemento ancillare ma come elemento di business, fornendo elementi per comprendere come sta cambiando lo scenario. Per questo il report è molto legato anche ad aziende di medie e piccole dimensioni, alle performance finanziare e alle performance di sostenibilità” precisa Riccardo Giovannini, Sustainability leader di EY Italy. Guardiamo le evidenze più interessanti. 

Riccardo Giovannini
Riccardo Giovannini, Sustainability leader, EY Italy

La buona notizia è che nel 2023 le aziende hanno preso in considerazione il tema con serietà, non lo hanno messo all’angolo nei propri piani strategici nonostante il contesto economico complicato e le tensioni geopolitiche in atto.
Anzi: il 60% delle aziende non ha interrotto le proprie attività sostenibili nonostante lo scenario, e il 15% ha accelerato la propria transizione verso modelli più sostenibili, proprio per non trovarsi impreparato ad affrontare nuove sfide planetarie.

Oggi l’87% delle aziende considera la sostenibilità come un fattore di vantaggio competitivo e il 78% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere sviluppato un piano di sostenibilità. Già il 72% delle aziende lo ha integrato connel proprio piano industriale (+18% rispetto alle risposte dello scorso anno) e questo dimostra l’attenzione crescente alla relazione tra sostenibilità e fatturato aziendale. 

La propensione alle tematiche Esg è però diversa a seconda del comparto: se il settore automotive & transport vede coinvolto sul tema l’87% delle realtà con un piani di sostenibilità dettagliati soprattutto in termini quantitativi, è il settore media e telco a registrare la percentuale più bassa, pari al 59% delle aziende del settore. 

 
La pianificazione di sostenibilità (Fonte: Seize the Change 2024, EY - Comunicato stampa: Nuovo studio EY sulla sostenibilità: le aziende italiane accelerano sulla transizione ecologica)
La pianificazione di sostenibilità (Fonte: Seize the Change 2024, EY)

Clima ed economia circolare

In particolare, è cresciuto nelle aziende l’impegno da una parte nei confronti del cambiamento climatico (1) e dall’altra verso l’economia circolare (2). “Per quanto riguarda le principali aree di miglioramento, quasi l’80% si orienta alla riduzione di emissioni CO2 mentre oltre il 40% del campione all’economia circolare”, dettaglia Giovannini.

1 – Se guardiamo al tema del cambiamento climatico, l’attenzione è cresciuta del 31% rispetto al 2022 e del 67% rispetto al 2021, sotto la spinta dei recenti fenomeni naturali che hanno fatto in modo che oggi il 65% delle aziende ha definito obiettivi legati al cambiamento climatico (a fronte del 38% del 2022), soprattutto in termini di riduzione delle emissioni e di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Tra queste aziende, il 26% ha inserito impegni di riduzione nel proprio piano strategico, e oltre la metà del campione (66%) ha modificato la scelta dei fornitori nella propria supply chain in base al rispetto di alcuni indicatori di sostenibilità lungo l’intera filiera, per soddisfare il consumatore finale sempre più attento al rispetto di criteri green nelle proprie scelte.
 

2 – Se invece guardiamo alla sensibilità nei confronti del tema dell’economia circolare, vediamo che l’impegno è cresciuto del 10% e negli ultimi due anni oltre l’80% delle aziende ha avviato un processo di analisi dei propri processi operativi prevedendo un piano di sostenibilità con obiettivi specifici. Mentre solo l’ 8% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera. Tra i settori che maggiormente si sono distinti in questo ambito si trovano food & beverage, industrial e textile & apparel.

Definizione di obiettivi/impegni relativi ai cambiamenti climatici e azioni considerate (Fonte: Seize the Change 2024, EY)
Definizione di obiettivi/impegni relativi ai cambiamenti climatici e azioni considerate (Fonte: Seize the Change 2024, EY)

Responsabili e normative

Una transizione green che richiede competenze e figure di governo della tematica Esg che non tutte le aziende hanno. Ma è una tendenza fortemente in atto. Oggi quasi il 60% del campione ha qualcuno al proprio interno che ricopre la funzione di Corporate Social Responsibility (Csr) e/o Responsabile della sostenibilità. E’ un dato in crescita del 30% rispetto alla scorsa edizione, indice di grande interesse. Cosi come nel restante 40% scoperto da questa figura, il 10% delle aziende ne prevede la nomina quest’anno. 

Se guardiamo alla rendicontazione non finanziaria, secondo la survey il 52% delle aziende pubblica già un report di sostenibilità (nonostante oggi solo il 47% rientri negli obblighi di rendicontazione dettati dalla direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive), ma questa tendenza mostra come le aziende siano già disposte a capire come rispondere in futuro ai requisiti di legge. Anche perché cresce la correlazione tra l’andamento del fatturato e il miglioramento della performance di sostenibilità: secondo la ricerca, si consolida la potenziale relazione tra gli investimenti reali sulla sostenibilità sul breve periodo e l’eventuale crescita nel lungo.  L’analisi –  che ha preso in considerazione l’andamento del rapporto Ebitda/vendite e il tasso di indebitamento su un arco temporale di tre anni – ha mostrato come tra le aziende di medie dimensioni (quelle che hanno un fatturato tra i 150 e i 500 milioni di euro) le realtà che hanno un rating di sostenibilità più basso hanno un trend di indebitamento crescente. 
 
“Per continuare e accelerare il percorso verso la transizione ecologica, per le aziende sarà necessario cogliere le opportunità che essa comporta e, quindi, adeguando o trasformando il proprio modello di business non solo al cambiamento climatico, ma anche a tutte le altre sfide ambientali e sociali che provengono dal sistema economico-sociale nazionale e internazionale” conclude Giovannini. Un progressivo impegno sulla sostenibilità che diventa una necessità per rispondere alle sfide di business oltre che un approccio etico che determina trasformazioni sociali e ambientali. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: