DATA4 rispetta la tabella di marcia dettata dal piano di investimenti nel nostro Paese e inaugura ufficialmente il quarto data center a Cornaredo.
Costruito in soli sei mesi sul concetto di next generation data center e frutto di sette anni di attività di ricerca e sviluppo, il nuovo edificio si inserisce nel digital hub che tra Milano, Parigi, Lussemburgo e Madrid fornisce a operatori cloud, società di servizi digitali e imprese del bacino del Mediterraneo soluzioni di colocation scalabili e flessibili che vanno dal rack, alla sala IT, al building dedicato.
Allineata ai criteri di sostenibilità ambientale a livello europeo del gruppo e di eco-compatibilità, la struttura garantisce livelli di sicurezza fisica ed efficienza energetica, beneficiando anche di infrastrutture preesistenti: un alto voltaggio con una stazione di alta tensione da 50 mw power-resilient e iperconnettività di reti Tlc.
La nuova apertura conferma l’importanza del mercato italiano nelle strategie di DATA4, un progetto di investimenti di 250 milioni di euro (ad oggi ne sono stati spesi 150 milioni) che nell’arco di cinque anni vuole arrivare ad avere 10 data center totali (il quinto verrà costruito a breve e molto probabilmente in parallelo con il sesto, anticipano dai vertici). Investimenti che hanno un ritorno economico per l’azienda: l’Italia registra infatti oggi una fase di significativo sviluppo, con una percentuale di crescita del 20% nel 2019 in termini di fatturato e una previsione al raddoppio per il 2023.
Un business supportato anche dalle aziende partner sul territorio italiano, a cui il gruppo ha recentemente dedicato D4 Business Club, un programma per lo sviluppo di una community esclusiva.
“L’Italia è il primo paese con cui abbiamo deciso di uscire dai confini francesi in termini di business – annuncia all’apertura dell’evento di inaugurazione Olivier Micheli, amministratore delegato del gruppo –. Un mercato dinamico e attrattivo per il nostro gruppo perché tra i più performanti in ambito europeo. Un test positivo che ci porta oggi a replicare il progetto e puntare con ancora maggior impegno sull’internazionalizzazione spostandoci verso altri mercati a livello europeo, come quello spagnolo, dove è prevista nei prossimi giorni l’inaugurazione della sede di Madrid”.
Relazioni economiche Francia-Italia
Uno sviluppo che sottolinea la forte interazione tra Italia e Francia, come conferma la presenza dell’ambasciatore francese in Italia e del vice presidente di Regione Lombardia.
“Qui nel campus c’è il senso dello sviluppo e della sinergia tra mondo politico e istituzionale francese ed italiano – dichiara Christiane Masset, ambasciatore francese in Italia -. DATA4 è una realtà europea che sostiene lo sviluppo dell’ecosistema delle startup francesi, dove c’è vitalità e una forte interazione tra i due paesi con investimenti incrociati; stiamo studiando come combinare gli ecosistemi delle rispettive nazioni come tappa importante verso il futuro. I quattro data center in quattro anni ne rappresentano un esempio concreto e c’è ancora spazio di sviluppo futuro per Milano e la Lombardia”.
A rappresentare l’area ospitante è Fabrizio Sala, vice presidente Regione Lombardia, che afferma: ”Siamo su un suolo produttivo fertile, con investimenti incrementali ed una strategia disruption, dove l’elaborazione del dato è la base; il nostro piano prevede 750 milioni di euro di investimenti in tre anni e siamo impegnati perché il 5G sia diffuso in tutto il suolo lombardo per avere omogeneità dei dati. Qui nascono startup, si studiano algoritmi predittivi in AI e sono in fase di implementazione numerosi progetti: dalla blockchain, al wallet digitale per il cittadino, alla piattaforma Open Innovation valutata tra le migliori per la PA”.
AI, leva futura per l’ecosistema
L’inaugurazione del data center è un momento per approfondire il tema dell’intelligenza artificiale, che si lega in modo diretto all’attività di DATA4 e rappresenta l’elemento trainante della digitalizzazione nel futuro (ipotizzato al 2030).
“Ci stiamo configurando come punto di riferimento in Italia del mercato outsourcing – dichiara Davide Suppia, country manager di DATA4 Italia –; oggi è importante ridisegnare il data center per renderlo più smart e pronto ad accogliere sistemi di artificial intelligence e high performance computing e rispondere alle esigenze dei clienti – hyperscaler, fornitori di servizi digitali, imprese e startup – accomunati dall’esigenza di accelerare la loro trasformazione digitale. Un contesto, quello dell’AI, che vedrà uno sviluppo crescente degli investimenti (il 52% delle aziende medio-grandi lo farà nei prossimi cinque anni con l’Italia in prima linea) e sul quale DATA4 ha giocato d’anticipo con investimenti in ricerca e sviluppo”.
“Crediamo che gli impatti dell’AI sulla vita futura dei cittadini saranno estremamente positivi ma bisogna superare le diffidenze iniziali, come è avvenuto per il Gdpr che in passato veniva osteggiato mentre oggi è preso a modello da economie trainanti a livello globale come quella statunitense e giapponese”, dichiara Stefano Quintarelli, nel team degli esperti sull’AI per la strategia della Commissione UE nata nell’aprile 2018 con l’obiettivo di definire le linee guida etiche e le raccomandazioni in tema di policy interagendo con una piattaforma di 2.800 membri che si occupano di IA in tutto Europa. Il 28 giugno è previsto il lancio di una fase pilota di sei mesi, poi “alla politica la decisione se metterla in atto o meno”.
Anche Piero Poccianti in rappresentanza dell’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale, racconta l’impatto che l’AI avrà sulla vita di tutti, sotto forma di algoritmi di apprendimento automatico dietro al riconoscimento delle immagini nelle app. “In alcuni settori – spiega – le macchine hanno ormai superato le capacità umane, in particolare nel mondo della percezione e object detection grazie al deep learning. Per sostenere questi sviluppi bisogna mettere in campo strategie per fare evolvere i data center e portare l’elaborazione vicino ai dati, i consumi di energia e la latenza non sarebbero altrimenti accettabili; i grandi cloud sono pertanto la risposta”.
“Oggi si apre il secondo capitolo della trasformazione digitale – afferma Alessandro La Volpe, vice presidente, Ibm Cloud & Cognitive Software -, con il passaggio dalla parte prototipale a quella dei processi di business, che assume valore solo se va al servizio degli esseri umani e della loro incrementata capacità di svolgere le proprie funzioni e non sostituirle. In questo scenario, Iot e quantum computing sono la risposta per aumentare la capacità dei dati ed i modelli applicati rappresentano la nuova risorsa naturale per le aziende. L’80% dei dati risiede ancora all’interno delle aziende e questa è un’opportunità; bisogna ripartire dai data driven per creare un vantaggio competitivo non solo per le grandi ma anche per le medie e piccole imprese”.
A proposito di Pmi interviene Paola Generali, VP di Assintel che segnala: “In Italia queste realtà investono ancora nell’hardware ma troppo poco in servizi; lo faranno dal 2020-2021 e pertanto in questa fase hanno bisogno di supporto. Si segnala che solo il 5% delle aziende dichiara di aver definito una strategia e solo l’8% ha raggiunto quasi tutti gli obiettivi”. Parallelamente vi è una mancanza di competenze digitali e risorse. “Per ogni 1.000 persone che entrano in informatica ne escono 300 all’anno e ne servirebbero 3.000 – dichiara Paola Generali -; questo è un dato matematico”.
“L’AI promette di cambiare il mondo e nel 2030 ne potremo valutare tutti gli effetti positivi grazie all’interpretazione dei dati. A quel tempo tutti i nostri data center saranno completamente full e storage, network e compute saranno le parole chiave per gestirli. Ecco perché guardiamo già oltre al 2030 e il nostro ambizioso piano prevede investimenti in AI e machine learning e la raccolta di dati da trattare per noi e per i nostri clienti che beneficeranno di infrastrutture”, conclude Olivier Micheli.
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