Da dieci mesi alla guida il business in Italia, Emmanouel Raptopoulos, amministratore delegato di Sap, è alle prese con il suo primo Sap Now locale, una tre giorni virtuale (27-29 ottobre) che anima la discussione tra clienti, partner, vendor per capire come muoversi in questo scenario difficile, dove il Covid non sembra arrendersi.
Un approccio che vede anche quest’anno il dibattito centrato su persone e clienti, ma soprattutto sulla fiducia necessaria per passare oltre la pandemia. “Una fiducia da instaurare tra tutte le persone che compongono le relazione di una azienda” precisa Raptopoulos, anche a partire da Sap stessa che si è vista costretta a ritarare le stime sulla chiusura dell’anno fiscale 2020: fatturato atteso 27,8 miliardi di euro (era di 27,55 miliardi nel 2019), in flessione rispetto alla stima di 28,5 miliardi per il 2020. Se da una parte molte aziende hanno digitalizzato, dall’altra interi comparti si sono fermati (turismo, hospitality, ristorazione).
Una dinamica che ha visto calare del 4% il fatturato di Sap nel terzo trimestre (da 6,79 miliardi di euro nel 2019 ai 6,53 miliardi anno su anno) ma che ha segnato d’altro canto un balzo dei profitti del 31% (dai 1,26 miliardi del terzo quarter 2019 a 1,65 miliardi di euro di quest’anno). Cresce il giro d’affari legato all’offerta cloud (+11% anno su anno, per un valore di 1,98 miliardi di euro nel trimestre) ma decresce pesantemente la vendita di licenze software (-23%, pari a 0,71 miliardi). Complessivamente il fatturato aggregato di cloud e software in Q3 decresce del 2%, ma si fa sentire forte il peso del business legato a Sap S/4Hana: +20%, con 15.100 clienti a livello globale.
Tutto in divenire nell’incertezza del momento, e non è un caso che “Business in Action” sia il claim del Sap Now virtuale, per affrontare il periodo legato a doppio filo con l’emergenza sanitaria ed economica. “Un periodo che ha alzato l’attenzione su temi quali digital divide, inclusione digitale, sostenibilità, servizi e offerte che siano customer-centric” precisa Raptopoulos con la necessità di dare risposte fin da subito al mercato che cerca strumenti per la ripresa e la crescita (“I trend dicono che il mercato sia in ripresa, nonostante le difficoltà del settore IT”). Risposte che stanno in strumenti intelligenti per agevolare l’adozione di modelli di business più snelli, dall’e-commerce, al lavoro agile, alla supply chain fino al ridisegno complessivo di aziende intelligenti.
Aziende interconnesse, intelligenti
Se già due anni fa Sap parlava di impresa intelligente (intelligent economy) e lo scorso anno di impresa intelligente nell’economia dell’esperienza (experience economy) oggi scala ulteriormente verso l’alto. Parla di Intelligent Enterprise Interconnected Society, dove l’azienda può essere intelligente solo se guarda ai progetti con una visione allargata, che tenga in considerazione l’ecosistema di partner e clienti, le infrastrutture tecnologiche, la società e l’economia. Solo se è parte di una società interconnessa, dove processi articolati sono agili e ottimizzano le esperienze dell’intero ecosistema.
“In questi mesi abbiamo assistito all’impatto della pandemia sul mercato educational con la didattica a distanza, sul mercato del turismo come l’arresto dei viaggi, sulla transizione digitale di molte aziende e sull’accelerazione vero il cloud, che ci ha permesso di vivere anche in Italia il nostro migliore quarter di sempre legato al cloud. Abbiamo lavorato molto sulla relazione, sulla soddisfazione dei clienti, sulla customer experience e la supply chain, in modo coordinato”. Tutti aspetti tra loro interconnessi.
Industria 4.0, continuità operativa
Sono i clienti stessi a testimoniare come le imprese intelligenti debbano essere interconnesse con il mondo che le circonda, come testimonia Michela Conterno, Ceo di Lati, un’azienda focalizzata sullo sviluppo di compound termoplastici per la realizzazione di beni durevoli (trasformazione di materiali termoplastici), definita da Conterno stessa “una piccola sconosciuta nel panorama italiano, ma un caso emblematico della realtà industriale italiana, fatta di pmi”.
Una azienda media di proprietà famigliare (nata nel 1945 a Vedano Olona da Cosimo Conterno) che ha sposato il modello di impresa intelligente per operare in modo più agile, diventare redditizia e resiliente. “Abbiamo messo in campo un investimento di 35 milioni di euro per innovare e automatizzare i nostri processi, con il supporto di Sap, e abbiamo lavorato in questi mesi di Covid per garantire la business continuity dell’azienda e essere meno fragili. Durante il lockdown, metà del nostro personale – quello coinvolto nella produzione – si è recato al lavoro, soprattutto per garantire la continuità del business in aziende che portavano avanti servizi essenziali per il paese, soprattutto in ambito sanitario”. Non tanto il prodotto al centro dell’innovazione ma il rinnovamento dei processi fatto con Sap S/4Hana, che poggia sua una leadership diffusa oggi, ampliando il cerchio famigliare e il processo di approcciare la produzione. “Siamo un’azienda che si sta trasformando, il lavoro agile è oggi contrattualizzato 5 giorni su 5 per le mansioni che lo rendono possibile”.
Tlc 4.0, agilità
Il progetto messo in campo da Tim invece è in ambito finance, rivalutando la figura del Cfo che oggi deve avere una visione non solo finanziaria ma di insieme, “con un ruolo centrale non più legato al bilancio come anni fa, ma con molte sfaccettature”. Il progetto di trasformazione digitale avviato da Pierpaolo Taccini, responsabile Revenue Assurance & Digital Finance/Customer Product Lead del programma “Digital Enterprise Transformation” di Tim, si basa su Sap S/4Hana per migliorare la gestione dei processi aziendali e supportare la crescita del business attraverso una semplificazione dei sistemi e una maggiore ottimizzazione delle risorse (gestite da un’infrastruttura di gruppo, sempre basata su soluzioni Sap). Un progetto che ha visto il go live il 2 settembre – gestito dal team di Gabriele Chiesa, Cio di Tim – dopo dieci mesi in cui si è passati dall’idea della trasformazione all’entrata in funzione del nuovo sistema gestionale.
Se la prima fase ha coinvolto l’area finance (“ci ha permesso di gestire bene la fase di lockdown”) la seconda in corso ora si sta estendo alle altre aree enterprise, ampliando i benefici delle funzionalità di Sap S/4Hana alle altre divisioni come HR, real estate, purchasing, legal, logistica. “Abbiamo migliorato la gestione dei workload aziendali, gestito la forza lavoro e la rimodulazione delle competenze in una fase che richiedeva anche agilità operativa”. Una trasformazione complessa che abbraccia le 24 società del gruppo e interessa 8.000 utenti con accesso a Sap S/4Hana, di cui 600 già coinvolti nella fase di test preliminare alla migrazione).
Crescita non democratica
Sul ruolo del Cfo ritorna lo stesso Raptopoulos. “Ho visto aziende che si sono reinventate in questi mesi – precisa l’amministratore delegato di Sap –. Il Cfo ha ora ruolo decisivo per capire dove e come investire. Un ruolo diventato più centrale anche per muovere verso l’intelligente enterprise interconnected society”. Tutti i clienti hanno fatto investimenti significati sulla customer experience con attenzione alla sicurezza dei dati (“Il tema del trust, della fiducia ha portato a nuovi approcci, come la behaviour insurance o il behaviour banking”), al digital channel (“anche se il canale fisico è rimasto ed è complementare ai canali di e-commerce”), alla supply chain. “L’attenzione dei Cfo ai temi dell’Intelligent spending, per noi ha impattato sull’offerta di soluzione di procurement” precisa.
Ma la crescita post Covid non sarà democratica, sostiene Raptopoulos, con aziende che cresceranno, altre che non riusciranno a gestire l’impatto e non saranno pronte al cambiamento. “Il tema della sostenibilità diventa per noi centrale e servono giusti strumenti per costruire la nuova normalità, creando un modello customer centrico e spingendo l’adozione del cloud”.
Lo stesso Ceo di Sap, Christian Klein, aveva così commentato la situazione ad oggi alla presentazione dei dati di Q3. “Il Covid-19 ha creato un punto di svolta per i nostri clienti. Il passaggio al cloud, abbinato a una vera trasformazione aziendale, è diventato un must per le imprese, per acquisire resilienza ed uscire più forti dalla crisi. Insieme ai nostri clienti e partner, innoveremo e reinventeremo il modo in cui le aziende operano in un mondo digitale. Sap accelererà la crescita nel cloud fino a oltre 22 miliardi di euro nel 2025 ed porterà all’85% la quota del fatturato legato a entrate prevedibili”. Business in action.
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