Il 25esimo Cisco Partner Summit apre e chiude in modalità virtuale. Quasi un ossimoro, se si pensa che i Partner Summit nati per mettere in relazione l’intera catena dei partner con vendor, distributori, system integrator, provider provenienti da ogni geografia mondiale, si sono trasformati (necessariamente per la pandemia) in un networking solo virtuale.
Quello di Cisco, evento consolidato da anni, rimane anche via Web – ribattezzato Cisco Partner Summit 2020 Digital Event – il contesto per presentare le nuove strategie di go-to-market, davanti a 13.000 partner da 157 paesi, molti di più rispetto ai 2.500 che negli ultimi anni si radunavano a Las Vegas. Partner che saranno nei prossimi mesi coinvolti dal nuovo programma di canale “semplificato”, per proporre le nuove piattaforme e soluzioni tecnologiche presentate proprio durante il Summit che riguardano sicurezza, cloud e data center (dalla collaboration per la Pa alla Cloud-Native Security platform).
Il tema di fondo – “Future Ready” – parla di agilità e resilienza dei partner temi diventati ancora più forti nell’attuale momento, con spunti sia a livello di business (come marginare di più) sia di tecnologia (quale soluzione per essere più reattivi), con attenzione all’adozione del cloud e delle piattaforme automatizzate per garantire la continuità operativa. “I cambiamenti introdotti sono nell’ottica della semplificazione e permetteranno a Cisco e ai suoi partner di avere maggiore agilità, rilevanza e profittabilità. Si tratta di essere “pronti per il futuro” in qualunque situazione ci troveremo ad operare”.
E’ Elisabeth De Dobbeleer, vice president Partner Organization Emear di Cisco, nella prima volta in questo ruolo, a etichettare le tre componenti del business per i partner, che deve essere agile, rilevante e profittevole. Agile perché deve essere in grado di reagire velocemente e far migrare i clienti, ad esempio dal lavoro in ufficio a un lavoro remoto. Rilevante, perché deve permettere ai partner di avere un ruolo che va oltre il tradizionale processo di rivendita e guardare ad ambiti quali i managed services che hanno raccolto molto interesse da parte delle aziende e che sono cresciuti a doppia cifra in questi mesi, oppure alla consulenza o allo sviluppo. Profittevole, perché deve fare in modo che la fiducia verso i partner porti ad accrescere il valore del business dell’azienda.
Due strumenti integrati
In questo scenario si innestano i due nuovi strumenti di Cisco: il nuovo partner program semplificato che raggruppa l’ecosistema Cisco in quattro profili di partnership (integrator, provider, developer e advisor) e la nuova Digital Partner Experience Platform (Pxp), che armonizza strumenti e risorse di cui i partner necessitano per lavorare al meglio.
“Il nuovo programma per i partner ha subìto un dei cambiamenti più significativi degli
ultimi dieci anni, perché dà vita a un unico programma che andrà a consolidare nei prossimi 12-18 mesi una dozzina di programmi esistenti. In questo modo sarà uno strumento più flessibile e agile, che si adatterà a tutti i partner, dalla rivendita ai servizi gestiti, sallo sviluppo fino alla consulenza – precisa De Dobbeleer –. La nuova piattaforma digitale Pxp, invece, raccoglierà strumenti e risorse necessarie ai partner per raggiungere un nuovo livello di collaborazione e di co-selling con Cisco, e sarà disponibile in tempi brevi: online a livello globale a partire dal 30 novembre 2020”.
Una doppia strategia in risposta alla richiesta dei partner di “abbattere le barriere tra i vari programmi di canale” per poter abbracciare nuovi ambiti di vendita e trasformarsi. In ogni caso i partner possono scegliere di focalizzarsi su uno o più profili con molta elasticità, senza confini tra i diversi ambiti “per permette di mostrare il proprio valore, ottenendo certificazioni diverse”.
La Pxp, fornendo invece un singolo punto di accesso a tutte le risorse di cui un partner ha bisogno, punterà a una esperienza di utilizzo e fruizione migliorata. I punti di forza saranno la sua semplicità (un’unica repository per più di 100 strumenti), la produttività suggerita (migliora la relazione tra Cisco grazie anche a iscrizioni più veloci a programmi e certificaizioni), la profittabilità stimabile (avrà strumenti per misurare le performance e valutare nuovi incentivi), la chiarezza sulla roadmap 2021 (con aggiornamento costante di profili, programmi, partner con cui collaborare).
Partner sulle nuove tecnologie
Dal punto di vista delle innovazioni di prodotto, “il focus sulla sicurezza rimane alto – precisa Gordon Thomson, vice president Technologies, Emear di Cisco –. La piattaforma in cloud SecureX, lanciata a giugno, cresce in tutto il portfolio introducendo componenti di semplificazione, gestione e automazione in tutti i prodotti Cisco Security e nelle infrastrutture sviluppate da terze parti”.
Secondo i dati raccolti su un campione di 4.000 clienti, coinvolti in una sperimentazione, le nuove funzionalità di SecureX riducono del 95% il tempo nel rilevamento delle minacce e dell’85% il tempo di remediation.
Inoltre, la nuova Cisco Identity Services Engine (ISE) semplifica l’accesso sicuro alla rete su tutti i domini, estendendo l’approccio zero trust del luogo di lavoro a qualsiasi luogo e su qualsiasi dispositivo. Un tema molto sentito durante la pandemia, come la necessità di collaboration fra team che ha spinto l’adozione di Webex e Cisco a valutare anche nuove opportunità per il mondo della PA, proponendo soluzione ad hoc pensate per la collaboration degli organi legislativi (Webex Legislate) e degli organi giudiziari, per i processi virtuali (Cisco Connected Justice Solution for Courts, Correctional Facilities and Community Corrections).
Infine gli ultimi annunci riguardano soluzioni per semplificare le operazioni IT nei data center on-premise e negli ambienti multicloud, per gestire i workload in modo più agile (Cisco Intersight e la Nexus Dashboard, che include insight in tempo reale e automazione) e la nuova famiglia Catalyst 8000 Edge, una piattaforma edge Wan che permette di accelerare l’adozione del cloud e fornire connessioni sicure e automatizzate alle applicazioni nel cloud, dal data center alla periferia della rete.
“Il nostro obiettivo è di re-immaginare il canale e di offrire maggiori opportunità ai partner per tutto il ciclo di vita della nostra relazione con loro” conclude De Dobbeleer, con strumenti in grado di accelerare il time to value dei partner.
Lo stesso Ceo, Chuck Robbins, nel keynote virtuale del Partner Summit 2020 ricorda come la “capacità di essere pronti” permette a partner di cavalcare gli ambiti nuovi, dall’edge computing al 5G, destinati a subire una accelerazione proprio a causa della pandemia che spingerà lo sviluppo di applicazioni distribuite, nell’edge. Dopo tutto la crescita esponenziale di Webex, sostiene il Ceo, ha mostrato come durante la l’emergenza sanitaria il modello everything-as-a-service sia una opportunità per le aziende ma anche per il canale.
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