Così come è vero che i dati oggi rappresentano uno degli asset più importanti per le aziende, allo stesso modo dovrebbe essere prioritaria la loro protezione. E’ su questo assunto che si basano lo sviluppo della proposizione e la strategia di Veeam, ribadita da Bill Largent e Danny Allan, rispettivamente Ceo e Cto dell’azienda in occasione di VeeamOn 2021 (ancora in virtual edition per 175 Paesi) e calata nello scenario italiano da Alessio Di Benedetto, senior presales manager South Emea di Veeam.
L’azienda àncora la propria vision alla piattaforma per la Modern Data Protection che oggi non può fare a meno – quando si parla di backup e recovery – di offrire effettiva disponibilità del dato sia on-premise, sia nel cloud e nei diversi cloud degli hyperscaler (in primis Aws, Google Cloud e Microsoft Azure). Non a caso gli stessi annunci tecnologici sono prevalentemente indirizzati ad evidenziare l’evoluzione dell’offerta proprio in questa direzione, così come nella protezione di dati, app e workload cloud native basati su storage a oggetti, microservizi e container (Kubernetes).
Veeam conta oltre 400mila clienti a livello globale, protegge 15 milioni di caselle di posta Microsoft 365 (con la soluzione Microsoft Office 365 v5, rilasciata a fine 2020, ora in aggiornamento), solo nel primo trimestre di questo anno ha spostato oltre 100 petabyte di dati tra i tre principali fornitori di cloud object storage rispetto ai 242 petabyte di tutto il 2020, e conta complessivamente oltre un milione di installazioni attive di Veeam Backup & Replication (rilasciata nel 2008 per la prima volta ed ora alla versione 11), la soluzione “cardine” di tutto il portafoglio che piace alle aziende proprio per l’approccio trasversale al problema del backup.
L’azienda ha inanellato un altro trimestre (il tredicesimo consecutivo) di crescita a doppia cifra, con un incremento del fatturato annuale ricorrente del 25% anno su anno per il Q1 ’21. Una crescita legata alla proposizione di una piattaforma per la Modern Data Protection software-defined, agnostica rispetto all’hardware, cloud ready e flessibile, comprensiva del supporto, appunto, per i tre hyperscaler e disponibile nei rispettivi marketplace.
Si tratta poi di una crescita, almeno quella nel segmento enterprise, che si compone principalmente di nuovi ordini (2 licenze su tre), mentre la proposizione tecnologica matura con un ritmo incalzante nei rilasci (17 negli ultimi 12 mesi) ad abbracciare tutto l’ecosistema composto dai diversi ambienti tecnologici. E Gartner posiziona Veeam nel quadrante dei leader del Magic Quadrant 2020 for Data Center Backup and Recovery Solutions e per la prima volta ne premia l’“ability to execute”.
VeeamOn 2021, i riflessi in Italia
Lo spostamento dei dati nel cloud e l’espansione della gestione dei dati nei nuovi ambienti stanno accelerando. Anche in Italia. E proprio l’archiviazione dei dati nel cloud ha rappresentato uno dei motori che ha guidato la crescita di Veeam. Quali siano i riflessi nel nostro mercato è proprio il tema del confronto con Alessio Di Benedetto. “Senza dubbio l’ultimo anno è stato un anno particolare – esordisce Di Benedetto – che ha sollecitato le aziende a muoversi, sia per quanto riguarda la possibilità di abilitare il remote working, sia di conseguenza sul tema della protezione dei dati nei diversi ambienti, cloud e non, utilizzati per assicurarsi la business continuity. E bisogna riconoscere che le aziende italiane che avevano già in roadmap progetti di trasformazione digitale hanno saputo accelerare e si sono dimostrate veloci e reattive al cambiamento“.
Dalla protezione dei workload on-premise in poi Veeam “si è mantenuta al passo dell’evoluzione tecnologica, prima con la protezione dei dati negli ambienti virtuali, ora negli ambienti cloud native (anche grazie all’acquisizione di Kasten), che poggiano su microservizi e container, accompagnando le aziende in questo percorso anche per quanto riguarda la consapevolezza della protezione dei dati”. Oggi strettamente correlata anche ai nuovi regolamenti e per nulla scontata. In Italia ha pagato proprio la proposizione tecnologica: “la sua qualità è stata di fatto riconosciuta proprio da Cio e Cto, da chi la usa, così come la bontà delle soluzioni e delle funzionalità”.
Mentre i clienti di fascia enterprise prediligono per backup e disaster recovery una proposizione IaaS, anche sulla base degli investimenti già effettuati, le Pmi si stanno spostando in modo significativo verso la scelta di una proposizione del backup As a Service. “Su questo punto Veeam si è mossa in modo diverso rispetto ai competitor – spiega Di Benedetto – appoggiandosi da subito ai cloud provider diffusi sul territorio (per esempio proprio Tim, Ndr.), che offrono direttamente il servizio gestito ai clienti, un tipo di proposizione che piace tanto più perché spesso le nostre Pmi hanno per la protezione dei dati le stesse esigenze delle aziende più grandi, senza disporre tuttavia internamente delle stesse figure e competenze”.
In relazione ai temi legati a Pnrr e Recovery Fund in Italia Veeam si aspetta una crescente attenzione per la propria proposizione nell’ambito healthcare e, per quanto riguarda Industria 4.0, dall’evoluzione dei progetti legati a IoT e quindi alla crescente generazione di dati provenienti dai sensori. Chiude Di Benedetto: “Non è questo al momento il cuore del nostro business, ma senza dubbio rappresenta un ambito interessante, in cui si fa già sentire l’importanza del tema della sicurezza che oggi è strettamente correlato a quello della data protection“.
Veeam, gli annunci tecnologici
Semplicità, flessibilità, affidabilità e funzionalità tecnologiche trasversali sono i punti di forza della proposizione di Veeam quindi che, anche in relazione all’evoluzione degli ambienti dati da proteggere ha accelerato lo sviluppo (solo negli ultimi 18 mesi ben 20 rilasci). Dalla protezione degli ambienti virtuali per Vmware vSphere, si è aggiunto nel tempo il supporto per gli altri hypervisor, per Microsoft 365 (SaaS), per i cloud pubblici e più di recente per Kubernetes (appunto anche grazie all’acquisizione di Kasten).
VeeamOn 2021 da questo punto di vista ha rappresentato l’occasione per mostrare un’anteprima sui prossimi aggiornamenti volti a permettere protezione e gestione di tutti i workload attraverso un’unica piattaforma. Il lancio, previsto nella seconda metà del 2021, riguarda innovazioni delle soluzioni cloud native per Aws, Microsoft Azure, Google Cloud, Microsoft 365 e, appunto, la prima integrazione di Kasten K10 per Kubernetes nella piattaforma Veeam.
Più in dettaglio, Veeam ha annunciato il supporto per l’archiviazione object storage per tutti e tre i principali provider di cloud pubblici. Inoltre, con Veeam Backup for Microsoft Office 365 v6 arriveranno un nuovo portale self-service e l’integrazione con Azure Archive e Aws S3 Glacier. E’ stato, infine, annunciato il supporto Veeam per Red Hat Virtualization Backup.
Ma sono soprattutto gli annunci relativi all’integrazione di Kasten e alle soluzioni per gli ambienti containerizzati a catturare l’attenzione: arriva la possibilità di archiviazione dei backup di Kubernetes su cloud, on-premise e su siti immutabili a prova di ransomware; Kasten K10 può scrivere sui numerosi repository di storage di Veeam, per una gestione centralizzata dei dati che include unità disco, unità di memoria a stato solido, object storage, cloud e nastro; viene offerto spazio integrato e centralizzato per l’archiviazione dei backup mission critical dei workload di Kubernetes ed i workload Kasten sono inclusi nella gestione automatizzata del ciclo di vita dei dati di backup con policy aziendali sempre condivise
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