Si allarga, accanto al Soc operativo da anni a Cinisello Balsamo, la sede del Gruppo Lutech inaugurata la scorsa settimana per dare avvio alla nuova ripartenza. Dopo un anno e mezzo di lavoro a distanza (modalità che continuerà), dopo il consolidamento delle ultime acquisizioni messe a regime nel corso dell’estate, dopo il cambio importante di proprietà avvenuto lo scorso giugno con il passaggio del 100% delle quote al fondo Apax.
Tre fattori che hanno spinto il Gruppo a creare un nuovo quartier generale a Cinisello, definendo un polo per la collaborazione e il dialogo tra le risorse del gruppo e tutti i relativi stakeholder. Segnale del nuovo corso, un laboratorio ibrido che rispecchia la flessibilità di oggi: non tutti in smart working, non tutti onsite. “La nuova sede ha un valore simbolico, tra il prima e il dopo – esordisce Tullio Pirovano, Ceo del Gruppo Lutech al taglio del nastro inaugurale -. Si sincronizza con il rientro in ufficio a valle della pandemia, con il cambio di azionista, con la ripresa del mercato IT che sta crescendo in modo robusto a tassi del 4-5%, con il clima nel Paese cambiato. È un segnale concreto che risponde alla doppia sfida di soddisfare gli stakeholder e ripensare il nostro ruolo con soluzioni avanzate per supportare la trasformazione digitale dei clienti. Siamo pronti a reggere il confronto con i grandi player del mercato, in un mercato dalle sfide complesse. Questa inaugurazione coincide per noi con la fase di ripartenza”.
Spazi collaborativi
Tecnologia, innovazione, modelli di business e centralità delle persone sono i quattro asset che Pirovano cita, cruciali nei nuovi scenari di business. “Nel nostro ruolo di system integrator, votato allo sviluppo di progetti end-to-end di trasformazione digitale per i nostri clienti, ci sentiamo gli abilitatori di un processo fondamentale di evoluzione. Per aiutare le aziende a comprendere più velocemente le mutazioni del mercato e renderle più flessibili, vogliamo dimostrare per primi di avere ben chiara la direzione da intraprendere, in un luogo ripensato proprio per esaltare tutte le forme di collaborazione”.
Lo spazio del nuovo headquarter che si sviluppa su 12.000 metri quadrati su 5 piani è pensato per essere duttile e per integrarsi con team di lavoro distribuiti, anche da remoto (sono circa mille le postazioni di lavoro in sede). Un progetto per costruire un ambiente di lavoro ibrido, con spazi condivisi sul 30% della superficie, con 50 aree attrezzate con tecnologia Cisco per la collaboration tra dipendenti, partner, vendor e clienti. “Il dialogo con l’ecosistema è fondamentale per lo sviluppo del gruppo e dei progetti” e la nuova sede diventa un ambiente aperto, fruibile, realizzato anche con attenzione ai materiali, alla sostenibilità ambientale e sociale (scelta dei fornitori, dei materiali, dell’attenzione al recupero dello stabile esistente e al riciclo, con 1.100 piante posizionare negli ambienti per compensare le emissioni di CO2), anche per chi vi accede d remoto.
“L’obiettivo che ci siamo preposti – incalza Mirko Bovo, head of Procurement & Facility Management officer del Gruppo Lutech – è di realizzare un luogo in cui si favorisse l’interazione costante, la collaborazione e la condivisione delle idee. Alterniamo ambienti di lavoro colorati e dinamici ad aree dedicate al coworking e al relax. Queste sono posizionate al centro dei piani, con lo scopo di far convergere lì le idee e le possibilità di partecipazione e comunicazione informale. Questi ambienti esprimono la forte intenzione all’ascolto e al dialogo tra dipendenti e con partner, fornitori e clienti”.
Consolidamento di competenze
Tre passaggi chiave: da società privata (nata nel 2001), l’azienda acquisita nel 2017 dal fondo One Equity Partners ha vissuto un percorso di acquisizioni e di crescita di fatturato (15 realtà tra il 2018 e il 2019, più di 400 milioni di euro di giro d’affari) fino all’ultima acquisizione da parte del fondo Apax (circa 60 miliardi di dollari investiti nel mondo tech, services, healthcare e Internet/consumer perfezionata a luglio) che rappresenta l’ultimo capitolo di un consolidamento che la nuova sede suggella.
Oggi con 2.700 dipendenti, 100 partner e 3.000 clienti in 8 paesi e competenze nei principali vertical di mercato (energy e utility, fashion, financial services, healthcare, manufacturing, media, public sector, retail e telco) Lutech porta avanti la strategia di offrire system integration e servizi gestiti in ambito security, networking (next gen It infrastructure) e cloud (cloud transformation), facendo affidamento su competenze portate a bordo dalle varie acquisizioni.
“La logica delle acquisizioni si affianca alla crescita organica dell’azienda – precisa Pirovano – per portare sul mercato una offerta end to end a supporto della digitalizzazione dei clienti. Le tre divisioni, LutechTechnology, LutechDigital e LutechProducts rappresentano le tre anime dell’azienda”. Particolare spinta sarà data alla PA che va verso il cloud, all’Industry 4.0 che deve digitalizzare le filiere produttive.
L’obiettivo dichiarato da Pirovano e “più che raddoppiare il giro d’affari” di oggi e puntare a un fatturato di un miliardo di euro grazie all’espansione di servizi strategici tra cui i digital services, big data, intelligenza artificiale, digital customer engagement, in particolare con focus su tecnologie Salesforce, IoT, cybersecurity, cloud e i managed services erogati dal Next Gen Security Operations Center. “Il raggiungimento di un miliardo di euro di fatturato, dai 450 milioni di ricavi a chiusura 2021, ci posizionerebbe tra i principali player a livello europeo”.
Gli investimenti in nuove realtà guarderanno con particolare interesse a manufacturing, cyber security e cloud. Assunzione di nuovi talenti anche nella sede di Cagliari, a valle del completamento della fusione con BeeToBit a giugno (realtà sarda specializzata su cloud Aws e acquisita nel settembre 2020) che ha portato alla nascita di un team dedicato al cloud journey per posizionarsi nel mondo del multi cloud, in crescita nei prossimi anni (le partnership di Lutech contemplano anche Tim-Google Cloud e la storica con Equinix).
Cosi come il consolidamento dell’acquisizione di Tecla.it (portata a bordo a fine 2018) rafforza la presenza nel mondo del digital commerce con progetti di e-commerce omnichannel per fashion, Gdo e retail, e di customer engagement.
In futuro – conclude Pirovano – le acquisizioni continueranno seguendo due logiche: portare a bordo persone con forte specializzazione in area big data, analytics, Ai, e arricchire competenze specifiche già nel nostro Dna (Salesforce o ServiceNow, ndr), aumentando la penetrazione in ambito manufacturing.
Seguirà poi un percorso per fare crescere l’area internazionale del gruppo con una precisazione: “Non vogliamo diventare un operatore internazionale, il trentesimo presente in un mercato, ma un operatore verticale specifico in alcune aree ben definite in alcuni Paesi”.
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