Con l’intensificarsi delle minacce informatiche, il bisogno di proteggere gli asset garantendo la business continuity sale oggi al primo posto fra le priorità delle imprese. In questo scenario, egualmente strategica si configura per le aziende italiane la scelta dei partner quali punti di riferimento per la definizione di efficaci piani di difesa. DGS e Check Point, alleate storiche nella cybersecurity, testimoniano la volontà di far fronte a queste esigenze, ponendosi al fianco delle imprese nell’innovare le infrastrutture informatiche in chiave cloud, a protezione del business.
Lo raccontano Marco Fanuli, Security Engineer Team Leader di Check Point Italia, e Gianluca Cimino, Cyber Security Chief Strategy Officer di DGS, entrando nel dettaglio delle strategie e degli obiettivi condivisi dell’alleanza.
A fronte dell’inasprirsi delle minacce informatiche, analizziamo quali sono le priorità delle aziende in tema di cybersecurity e quali le migliori strategie da mettere in campo.
“Lo scenario della minacce è oggi estremamente complesso e la cybersecurity deve attrezzarsi di conseguenza: più gli attacchi diventano pericolosi, più efficaci e proattive devono essere le tecnologie per prevenirli – esordisce Fanuli –. L’ultima edizione del Check Point Cyber Security Report mostra infatti l’insorgere di minacce sempre più silenti ed evolute, come i ransomware a tripla estorsione (triple extortion ransomware), che non solo richiedono un riscatto diretto alla vittima ma possono anche rifarsi su clienti, partner e terze parti correlate all’attacco iniziale. L’industria del cybercrime è molto fiorente e questo trend crea superfici di attacco estremamente ampie che vanno oltre il semplice perimetro del data center e fanno sempre più leva sui dati, che attraverso i nostri smartphone ormai viaggiano ovunque. Anche lato azienda, ci confrontiamo spesso con una clientela che ha sempre meno personale da dedicare alla gestione della cybersecurity. Per tutte queste ragioni, la priorità per le aziende è innanzitutto quella di avere un framework di sicurezza che in modo sincronizzato faccia collaborare tutte le sentinelle e permetta di seguire ogni eventuale incursione da un unico cruscotto”.
“Il focus delle aziende resta anche oggi la messa in sicurezza del know-how e dell’intero sistema informativo aziendale – dichiara Cimino –. Ma l’obiettivo per le imprese è in particolare quello di assicurare che le informazioni siano sempre disponibili in tempo utile a ciascun addetto in funzione delle proprie responsabilità, per non rallentare i processi aziendali. La strategia che per noi resta la massima priorità nello scenario attuale, in cui operiamo in un perimetro dematerializzato, è quindi l’implementazione del paradigma zero trust, per mettere al sicuro tutto il sistema informativo: rafforzare le infrastrutture di cybersecurity come elemento abilitatore del business”.
Che ruolo assumono le partnership a valore nel mercato della sicurezza?
Fanuli: “La tecnologia di cybersecurity al servizio delle aziende è oggi estremamente evoluta, ma deve essere gestita. A questo proposito mi piace fare un paragone: avere una macchina di Formula 1 e non avere un pilota esperto che la guidi vanifica il valore imprescindibile della tecnologia. Parlando di sicurezza, ciò significa che se possiedo un singolo cruscotto qualificato ma non ho chi lo studi e lo configuri correttamente, va da sé che i risultati che si otterranno non sono quelli sperati. La sicurezza deve essere studiata e architettata e non può essere improvvisata. Check Point si pone sul mercato come un’azienda con un know-how tecnologico d’eccellenza che necessita di un ecosistema di partnership per poterlo esprimere al meglio. Il partner assume un ruolo centrale all’interno della nostra strategia, per mettere in sicurezza a 360 gradi l’azienda”.
“Per DGS, le partnership rappresentano un elemento di fondamentale importanza per la messa in campo delle migliori difese in tema di sicurezza – concorda Cimino –. Nel gestire le attività aziendali, DGS, che mi piace definire un cybersecurity system integrator, utilizza i corretti strumenti per raggiungere nel modo più efficace ed efficiente possibile il risultato. All’interno della nostra strategia, crediamo quindi che creare degli ecosistemi cooperativi sia la chiave vincente per affrontare le sfide”.
Entriamo nel merito dei punti di forza della partnership tra DGS e Check Point, quali gli elementi differenzianti della proposta congiunta.
Fanuli: “L’elemento essenziale sul quale si fonda questa partnership è la grande affidabilità che DGS, nostro alleato storico, è in grado di assicurare grazie ai propri skill in ambito cybersecurity e agli elevati livelli di certificazione sia tecnici che commerciali. I progetti congiunti vengono seguiti con il massimo livello di expertise e ciò porta valore aggiunto, perché ci aiuta non solo a rispondere alle necessità del cliente ma ad essere proattivi nel proporgli qualcosa che può sfuggire dai radar. Puntiamo a svolgere un ruolo da “evangelizzatori” sul mercato, cosa che con DGS facciamo ormai da diversi anni e vogliamo continuare a fare”.
Cimino: “La partnership tra DGS e Check Point poggia su una visione comune che guarda alla volontà di offrire ai propri clienti delle soluzioni in grado di contenere le minacce conosciute e quelle ancora ignote. In qualità di system integrator, ci riteniamo un partner tecnologico con un’offerta aggiornata ed in linea con le esigenze attuali del mercato. DGS ha un’esperienza più che ventennale nell’affrontare le sfide del settore, che possono essere gestite attraverso un’alleanza che combina un buon portafoglio di soluzioni a know-how ed esperienze sul campo, un valore aggiunto nell’implementazione dei progetti”.
Quali gli ambiti di mercato intercettati dalla partnership.
Fanuli: “Questa partnership nasce insieme al nostro brand in Italia. Nella sua esperienza, DGS consente di abbracciare svariate tematiche e di spaziare su tutte le possibili verticalizzazioni di mercato. Tanti progetti di classe enterprise, in tutti i segmenti di mercato, come PA, banche, assicurazioni, utilities, trasporti, Tlc. A questo proposito può essere esemplificativo un caso di successo della strategia congiunta: nella primavera scorsa, una grande azienda italiana attiva nel campo delle utilities aveva la necessità di monitorare il proprio ambiente multicloud, poiché avere il controllo su ambienti così complessi era diventato estremamente difficile. Abbiamo fornito alla direzione Security del cliente un insieme di strumenti attraverso l’offering di Check Point chiamata Cloud Security Posture Management, uno strumento che permette al cliente sia di avere la piena visibilità degli asset presenti nel cloud che la certezza che qualsiasi asset raggiunga o venga modificato sul cloud sia compliant. Il valore aggiunto del progetto di partnership è stato di traguardare un processo di digital trasformation in sicurezza insieme al cliente che è ritornato ad avere quella visibilità e quella fiducia necessaria per continuare il proprio processo di digitalizzazione in tranquillità”.
Cimino: “Quella tra noi e Check Point è una collaborazione costruttiva messa in campo da un team che collabora in modo molto coeso ed è in grado di interpretare le sfide a cui lavorare a quattro mani. L’offerta che proponiamo in questa modalità si rivolge a tutti coloro che vedono nella protezione dei dati la salvaguardia del proprio valore. Non abbiamo un mercato specifico di riferimento, la nostra è un’offerta trasversale: abbiamo lavorato negli anni sviluppando un know-how molto importante per mettere al sicuro le infrastrutture critiche nazionali e della pubblica amministrazione“.
Quali le strategie future dell’alleanza.
Fanuli: “Sulla base del motto squadra che vince non si cambia, la strategia rimane invariata, ovvero: incentivare i clienti ad elevare gli standard di security attraverso modelli di delivery di soluzioni reattive ma anche proattive e suggerire gli step necessari per colmare quei gap tecnologici o di processo che potrebbero causare gravi impatti all’azienda. Tra i next step della nostra collaborazione, vogliamo aumentare la presenza e la capillarità sul territorio italiano, anche grazie alle acquisizioni fatte da DGS che consentono di raggiungere più facilmente alcune fasce di clienti. Un altro aspetto su cui stiamo lavorando è uscire dai progetti di sicurezza dei data center e del perimetro per indirizzare le tematiche relative alla messa in sicurezza degli ambienti cloud, sempre più centrali nelle strategie di ogni azienda. Vogliamo anche focalizzarci sulla parte IoT che è un pilastro fondamentale per la difesa dell’industria del 2022. Con DGS stiamo approcciando aziende nell’ambito della produzione, ambienti critici, come le catene di montaggio, così come l’enterprise IoT, così come la parte medicale, tutti ambienti ormai nell’occhio del ciclone”.
“Per il futuro, come evoluzione naturale della partnership tra DGS e Check Point prevediamo un rafforzamento della collaborazione. La nostra azienda si riconosce nello sviluppo tecnologico che Check Point sta portando avanti e condividiamo tutte le strategie che sta mettendo in campo sia dal punto di vista tecnologico che di approccio al mercato. Come azienda, ci troviamo quindi pronti a portare quell’offerta sul mercato perché sposa le nostre stesse idee“, conclude Cimino.
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