Le piccole e medie imprese rappresentano la spina dorsale di tutto il tessuto produttivo del nostro Paese. E se è vero che digitalizzazione e competenze consentiranno la crescita del Paese è un dato di fatto che siano proprio le nostre Pmi ad averne più a bisogno e a dover cambiare passo al riguardo.
Fotografa la situazione ed inquadra alcuni elementi strategici in grado di favorire il cambiamento lo studio Il Contributo dei Social Network e dei Canali Digital per la Crescita e la Digitalizzazione delle Pmi Italiane, realizzato per Meta da The European House – Ambrosetti e lo fa a partire da un possibile confronto con il contesto europeo.
L’Italia è ancora agli ultimi posti dell’Indice Desi (XX posto), ultimo in Europa per laureati in ambiti Ict (1,3% sul totale dei laureati), e le Pmi (375mila le nostre) che generano poco meno di 3mila miliardi di euro di fatturato all’anno (il 42% del fatturato complessivo generato dalle imprese), contribuiscono al 41% del Pil del Paese. Facile comprendere come la digitalizzazione di queste realtà consentirebbe di scalare rapidamente la classifica.

The European House – Ambrosetti ha elaborato anche un Digital Index Pmi, indagando alcune aree specifiche come l’accesso alla rete, la digitalizzazione del business, l’interazione digitale con i clienti e le competenze Ict, ed i numeri ancora evidenziano i ritardi. Le Pmi nostrane sono al XVIII posto in Europa per livello di digitalizzazione in ritardo in particolare sulle competenze digitali, con i livelli più bassi (12%) di specialisti Ict nei propri organici rispetto alla media europea e solo il 15% delle Pmi italiane è in grado di fornire formazione digitale ai propri dipendenti. Scarsa per le nostre Pmi anche la capacità di interazione digitale con i clienti, un ambito che vede il ritardo ancora di tre posizioni rispetto alla media europea.

Elaborazione per Meta di Ambrosetti
Il livello di digitalizzazione delle Pmi nell’UE dei 27 Paesi (fonte: Elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2022)

Non è casuale poi che proprio gli ambiti su cui il legislatore è riuscito o ha voluto far pressione, puntando sul digitale, sono quelli che portano “risultati”. Bene infatti fanno le nostre Pmi nella digitalizzazione del business – a partire dalla fatturazione elettronica – e l’utilizzo del cloud vede il nostro Paese al settimo posto nel ranking UE e all’ottavo per accelerazione nella digitalizzazione negli ultimi cinque anni. Un dato questo solo parzialmente positivo considerato come Paesi già più avanti abbiano quindi saputo accelerare comunque più di noi. Per quanto riguarda infine la correlazione tra produttività del lavoro e Digital Index Pmi ecco che l’Italia è ancora lontana dai Paesi “best performer”Danimarca, Finlandia e Svezia, mentre se li raggiungesse potrebbe incrementare la produttività delle Pmi quasi del 10%, per 24,8 miliardi di euro aggiuntivi di contributo al Pil.

I social network leva per la crescita delle Pmi

Della ricerca, a nostro avviso sorprendono molto di più i numeri che indicano come i social network possano rappresentare una leva di crescita e di sviluppo. Il focus della ricerca Meta – pur ristretto su 30 Pmi – evidenzia il ruolo dei social nel consentire di raggiungere nuove nicchie di clientela e la maturazione di quattro conseguenti benefici: l’incremento del fatturato (anche del 20%), del numero di clienti (anche del 10% sui mercati internazionali, ma addirittura fino al 30% sul territorio nazionale) e dei follower, ma anche dei possibili investimenti, volano all’ulteriore crescita.

Luca Colombo, Country Manager di Facebook,
Luca Colombo, country director Meta in Italia

Numeri certo maturati anche in un periodo particolare, come quello della pandemia, ma da non correlare esclusivamente con essa.

Luca Colombo, country director di Meta in Italia: “L’accelerazione digitale, cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha dimostrato alle aziende di tutte le dimensioni che si sono aperte nuove strade e nuove opportunità di crescita e che è necessario continuare a innovare per rimanere rilevanti e competitive. Una volta pensavamo che l’economia tradizionale e l’economia digitale fossero entità separate. Ora sono indivisibili. Gli strumenti digitali sono al centro delle attività di ogni settore e organizzazione e non sono mai stati così importanti come in questo momento”. 

Le Pmi, grazie ai social network, hanno visto crescere la propria visibilità con aumenti dei follower del 40% e poi delle visite agli store fisici anche del 50%, stimolando investimenti in tecnologia e formazione di oltre il 60%. Lo studio proietta possibilità fino a 10,2 miliardi di Pil aggiuntivo anche solo con una crescita del 77% nella quota di Pmi che utilizzano i social, per 208mila nuovi posti di lavoro.

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