Non c’è il ministero per l’innovazione tecnologica e transizione digitale (Mitd) nel nuovo governo Meloni. Manca, assente, sparito nel nulla. Nonostante le sfide tecnologiche strategiche per l’Italia e i miliardi che il Pnrr assegna al digitale.

24 ministeri ma il digitale ne è escluso, senza portafoglio, relegato a una nuova governance ancora non svelata (e da capire).

Amareggiati, sconcertati? Molto. Preoccupati? Ancora di più.

Ci eravamo illusi…

… Mi fermo.

Ma l’amarezza parte da prima, dal digitale praticamente assente per l’intera campagna elettorale, dal digitale mai ventilato nelle ultime settimane come oggetto di un ministero senza che su questo tema si alzasse la preoccupazione di stampa generalista o testate/telegiornali nazionali, anche a Mitd sparito nel nulla. Senza voler sminuire l’interesse focalizzato sui grandi ministeri “pesanti”.

Allora torniamo indietro. Riavvolgiamo il tape: mettiamo il digitale solo sul server in cantina, ritorniamo a parlarne solo con gli It manager, con gli smanettoni, aboliamo il percorso verso l’innovazione, macché cloud identità digitale Spid, che storia è la sanità digitale, per non parlare di cybersicurezza, non esistono PA guidate da manager competenti che trasformano il business, lasciamo il digitale argomento relegato alle sole testate di “settore” (una vita per uscire dalla nicchia), rallentiamo la corsa verso l’Europa, macché sovranità digitale, rimaniamo digitalmente diversi tra nord e sud….

Torniamo indietro. Per fortuna non si può.

Post scriptum

Vedremo se ne prossimi giorni le deleghe per il digitale verranno date in toto a qualche ministero come il Mef o il Mimi (l’ex Mise ribattezzato ora ministero per le Imprese e il Made in Italy) o spezzettate tra più ministeri (ad esempio, le competenze digitali al ministero dell’Istruzione e del Merito, Mim? La strategia Impresa 4.0 al Mimi? L’intelligenza artificiale al ministero dell’Università e della Ricerca? La telemedicina al ministero della Salute?).
Oppure – lasciando i ministeri a parte – nascerà un sottosegretario alla trasformazione digitale sotto il consiglio dei ministri, una figura in grado di dialogare con tutti i ministeri?
A valle di questa decisione si definirà poi la governance del dipartimento della Trasformazione Digitale (Dtd) e delle società ad oggi nell’organigramma del Mitd (come Agid, PagoPA, la nuova in house 3-1 nata da Inail, Inps, Istat). Il lavoro sarà complesso. 

In ogni caso le deleghe al digitale date a un sottosegretario o a uno/più ministeri non saranno mai paragonabili all’ampiezza di intervento di un ministero dedicato. Rimane l’amarezza.

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