Si apre a Washington, a due passi dal quartier generale di Appian in Virginia, l’evento mondiale che festeggia il 25esimo compleanno dell’azienda, nata da quattro soci nel 1999 ancora tutti in Appian. Una software company che ha mantenuto negli anni lo stesso mandato (automatizzare e ottimizzare i processi aziendali mission critical), pur evolvendo nell’offerta grazie ad acquisizioni strategiche e a nuove onde tecnologiche che hanno sparigliato le carte. Non ultima quella dell’intelligenza artificiale, che ha tenuto banco già nell’edizione 2023 di Appian World, a San Diego.

E’ Matt Calkins, fondatore e Ceo di Appian, a raccontare dal palco i passi avanti degli ultimi mesi confermando la strategia di approcciare clienti di fascia enterprise e mid market con un’unica piattaforma – Appian AI Process Platform – per orchestrare tutti i dati presenti in azienda e gestiti da vari fonti (Crm, Erp, data base), integrando l’AI per orchestrare in modo più efficace ed efficiente i processi. 

Un approccio che ha trovato negli anni conferme negli studi degli analisti che hanno inserito Appian nei loro posizionamenti di mercato (per Forrester, è leader nel Digital Process Automation Software, per Everest Group nella Process Orchestration, per Gartner nel quadrante Enterprise Low Code Application Development e Business Process Automation).

Appian World 2024 - I quattro soci fondatori: Robert Kramer (general manager), Marc Wilson (chief executive ambassador), Mike Calkins, (Ceo) e Michael Beckley (Cto)
Appian World 2024 – I quattro soci fondatori: Robert Kramer (general manager), Marc Wilson (chief executive ambassador), Mike Calkins, (Ceo) e Michael Beckley (Cto)

Il cambiamento va gestito

“Orchestrare il cambiamento” è il claim della due giorni che ha radunato oltre 2.000 partecipanti tra dipendenti, clienti, giornalisti, analisti e partner di un ecosistema che contempla sviluppatori, system integrator e società di consulenza. “Appian vuole essere il catalizzatore del cambiamento nelle aziende, impegnandosi a gestire i processi critici nei settori più innovativi, altamente regolamentati e sensibili al tema della sicurezza”, migliorando i flussi di lavoro, ottimizzando le operazioni che partono dati e offrendo una soddisfacente esperienza ai propri clienti.

“Abbiamo innovato negli anni l’automazione, il Data Fabric, e oggi abbiamo molto da dire sulla Private AI, un tema che sta diventando diffuso nell’industria IT” precisa il Ceo. L’AI non è nulla senza dati e processi e l’AI di livello enterprise richiede che i dati rimangano interni all’azienda, per addestrare AI private, senza condividere i dati in AI pubbliche come ChatGpt. “I clienti desiderano sfruttare l’intelligenza artificiale mantenendo la sicurezza dei propri dati. Il nostro approccio alla Private AI garantisce alle aziende il controllo sui propri dati, che non vengano utilizzati per sviluppare modelli pubblici che altre organizzazioni possono utilizzare. La parte più difficile di questo approccio è addestrare la Private AI, in un processo coordinato tra uomo e macchina. Un percorso che Appian battezza come l’era della di mixed autonomy, dove AI, dati, processi e uomo lavorano insieme.

Appian World | Orchestrate Change - Washington - Matt Calkins, Ceo di Appian
Appian World 2024 | Orchestrate change – Washington – Matt Calkins, Ceo di Appian

Gli annunci della due giorni

Si innesta in questo scenario, il primo annuncio tecnologico della giornata.
La Private AI con Rag (Retrieval augmented generation) che grazie al Data Fabric è in grado elaborare “solo i dati di cui l’AI ha bisogno” in qualsiasi scenario di utilizzo, senza fare upload e training specifici. “La nostra struttura di processi rende l’intelligenza artificiale facile da usare. E il nostro data fabric offre alle aziende un percorso semantico comune per utilizzare i dati ovunque risiedano, anche se i dati stessi rimangono decentralizzati”, precisa Calkins che dettaglia qualche numero dietro al motore della propria AI enterprise che èprivata, adattabile e accurata”: un impegno di 10 anni nell’innovazione dell’AI, la gestione di 16 miliardi di transazioni al giorno e di 4 miliardi di interrogazione sui dati nel data fabric Appian “un data base virtuale che garantisce sicurezza, performance, compliance alle normative”.

Appian World | Orchestrate change - Washington
Appian World 2024 | Orchestrate Change – Washington

Rafforzata anche la collaborazione strategica con Aws per sviluppare una AI di fascia enterprise in grado di automatizzare i processi end to end. L’accordo sfrutterà i modelli linguistici di grandi dimensioni forniti da Amazon Bedrock e le funzionalità di machine learning di Amazon Sagemaker per potenziare il Data Fabric di Appian con funzionalità di generative AI. “La collaborazione tra Appian e Aws fa un grande passo in avanti – aggiunge Michael Beckley, Cto di Appian -. L’affermazione dell’intelligenza artificiale creerà un forte vantaggio competitivo per le aziende che sanno come utilizzarla. Le aziende che aggiornano i propri processi aziendali principali con l’intelligenza artificiale e gli insight basati sui dati cresceranno, mentre quelle che non lo faranno perderanno il controllo dei propri dati e del proprio futuro. Amazon Bedrock è un importante fattore abilitante per la nostra visione dell’IA privata. Insieme con Aws, diamo alle aziende la possibilità di utilizzare facilmente l’intelligenza artificiale per l’automazione dei processi, mettendo in primo piano la privacy e la sicurezza dei dati”.

Michael Beckley, Cto di Appian
Michael Beckley, Cto di Appian

Infine, novità in ambito data mining, integrando nell’ultima versione della piattaforma Process HQ, che offre una visibilità maggiore sulle operazioni aziendali nel Data Fabric e il miglioramento dei processi basati sui dati riducendo la preparazione manuale, perché è in grado di interrogare qualsiasi dato connesso con il data fabric, dando risposte in real time, automatizzando i processi e aumentando l’efficienza. La feature integrata Epex (Elastic process execution) è un processo on-demand che risponde ai bisogno diversi.Process HQ è un’offerta trasformativa, diversa, che risolve tutti gli svantaggi che solitamente esistevano nel processo di mining, rendendolo trasformativo, perché è unificato con l’automazione dei processi Appian – precisa Calkins -. “Questo permette agli utenti aziendali di avere una migliore visibilità sull’intera gamma di dati e processi aziendali, oltre ottimizzare l’efficienza operativa e il processo decisionale strategico”.  Combinando Data Fabric, process mining, machine learning e AI generativa, Process HQ aiuta a monitorare e migliorare ogni processo aziendale grazie anche ad Appian AI Copilot, che consente agli utenti di ottenere nuovi insight velocemente, utilizzando anche l’intelligenza artificiale generativa per automatizzare la generazione dei casi: gli sviluppatori possono accelerare le attività di test, ridurre al minimo l’impegno manuale e migliorare la qualità complessiva e l’affidabilità delle applicazioni.

Appian World | Orchestrate Change - Washington - Matt Calkins, Ceo di Appian
Matt Calkins, Ceo di Appian

Ma il low-code, mai citato sul palco, che fine ha fatto (chiediamo a Calkins a valle del keynote)? “Quando affrontiamo l’AI lo facciamo in modo low-code, quando affrontiamo i dati lo facciamo in modo low-code, quindi il low-code è uno stato mentale, è un metodo con cui trasmettiamo le funzionalità. Come ho detto questa mattina nella sezione plenaria, il nostro obiettivo non solo è conoscere la tecnologia ma essere in grado di renderla pratica, preziosa, facile per gli utenti e questo lo facciamo attraverso l’approccio low code che porta con sé facilità di utilizzo e efficienza. Oggi è vero l’industria non parla più di low-code, ultimamente parla più di AI, ma noi facciamo come sempre: manteniamo l’approccio low-code che si estende a più aree e sposa il process mining in tempo reale”.

AI tra opportunità e regolamentazioni

Oggi i clienti devono essere accompagnati nella decisione di avvalersi di un modello di Private AI: alcuni hanno già intrapreso un percorso, altri devono ancora elaborare una decisione, ma senza dubbio le direttive europea e americana in tema di regolamentazione dell’AI (dall’europeo AI Act di marzo, al memorandum of understanding tra UK e Usa Science of AI Safety firmato il 1 aprile) accelerano la consapevolezza che si debba agire in conformità con le normative, fare bene. “Abbiamo realizzato un AI copilot di livello enterprise per supportari i clienti e fornire consulenza in modo che le aziende si sappiano muovere nell’ambito delle normative”, precisa il Ceo

Due sono le modalità per avvicinare le aziende, un doppio approccio all’AI”, differenziando la modalità per i clienti esistenti e per le realtà che vogliono adottare la piattaforma di Appian per la prima volta. “Per i clienti già in essere, il modo più facile per ottenere risultati dall’AI è aggiungere l’AI ai processi, con un mese di prova di implementazione a prezzo stabilito e fisso – precisa -. Per i nuovi clienti invece abbiamo messo a punto uno starter kit con un prezzo di ingresso e un approccio guidato”.

Il focus su Enterprise AI, data fabric e total experience – deciso da Calkins e dagli altri tre soci Robert Kramer, general manager, Michael Beckley, Cto, Marc Wilson, chief executive ambassador – ha portato l’azienda a toccare i 545 milioni di dollari di fatturato nel 2023, raggiungendo nell’ultimo trimestre il margine più alto nella sua storia. Il futuro? “C’è sempre un ostacolo più grande da saltare, e ora che abbiamo avviato un trend di crescita dobbiamo essere sicuri di saper cogliere l’opportunità data dall’AI che nel dibattito generale inaugura una nuova industria e credo siamo nella posizione giusta per fare bene. La vera sfida non è passare da 545 a 600 milioni di dollari di fatturato anche se è importante crescere, ma essere in grado di modellare il modo in cui l’AI viene utilizzata nel mondo privato. Un modo rispettoso, cauto, responsabile per aumentare l’efficacia delle organizzazioni che grazie alle nuove tecnologie possono essere più efficienti, più potenti. La nostra vera sfida non è una sfida numerica, ma essere il mezzo attraverso il quale la nuova tecnologia possa  diventare una nuova tecnologia utile.

E L’Europa? Per noi l’Europa è il business in più rapida crescita e ha avuto un ottimo 2023, è tutto quello che posso dire”.

Appian World | Orchestrate change - Washington
Appian World 2024 | Orchestrate Change – Washington

Appian, risvolti italiani

Un evento che ha eco sulla strategia anche italiana. Chiedo a Silvia Speranza, regional VP Italy di Appian, quale il messaggio che si porta a casa da questo evento. “Mi ha colpito l’affondo di Calkins sulla mixed autonomy che è un circolo virtuoso che anima l’AI. L’AI suggerisce all’uomo delle risposte e l’uomo a sua volte le modifica, decide se accettare o non accettare i suggerimenti. Perché è l’uomo che lavorando tutti i giorni sui processi e sui dati guida l’AI, non il contrario. Neanche l’AI toglie all’uomo il suo ruolo centrale cosi come è avvenuto in tutte le evoluzioni della tecnologia”.

E continua: “Orchestrate il cambiamento richiede un direttore d’orchestra, l’uomo appunto.  Laddove c’è un copilota rimane sempre il pilota a guidare, il direttore d’orchestra a dirigere. Non potremmo mai trasforma tutto in sola automazione”.

Silvia Speranza, Regional vice president di Appian Italia
Silvia Speranza, Regional vice president, Appian Italia

Alcuni dei clienti italiani presenti qui a Washington – Iccrea Cooperative Banking Group  e Poste Italiane – valuteranno il progetto di introduzione dell’AI essendo già clienti maturi che intravedono nuove opportunità. “Stiamo spiegando ai clienti italiani la possibilità di fare un passaggio significativo alla Private AI, ma in molti non lo hanno ancora fatto pur valutandolo. Ma crediamo che i clienti vadano accompagnati nell’aggiornamento delle loro soluzioni, per spiegare loro le nuove applicazioni, seguendo un duplice approccio. Una narrazione one to many, con webinar indirizzati a clienti di medie dimensioni, per spiegare loro le potenzialità dell’AI, e un approccio one to one per i grandi clienti che adottano già strumenti avanzati, che per noi sono una ventina di realtà. Con alcune di queste abbiamo già fatto delle sessioni di update di prodotto per mettere a fuoco casi d’uso, con interessanti riscontri”.  Premiato qui a Washington, tra i vincitori dell’Appian Innovation Award 2024, il Comune di Milano che nell’ambito dei progetti realizzati con Appian – per automatizzare le operazioni di back office e per digitalizzare i processi legati all’esperienza di 1,3 milioni di cittadini – ha ridotto da settimane a poche ore il tempo di rilascio dei pass per parcheggi dei disabili e grazie a una unica applicazione gestisce 23 tipi di richieste online per servizi residenziali, assistenza sociale e sanitaria, permessi edilizi e catastali, appalti, gestione dei biglietti e altro ancora. 

In Italia nell’ultimo anno sono state fatte interessanti migrazioni al cloud (“perché è le tecnologie di AI nascono per il cloud”, sostiene Speranza) spinti dalla necessità di stare al passo con gli aggiornamenti tecnologici, di semplificare gestione e costi di infrastruttura. “I clienti più problematici nella gestione delle nuove release sono quelli  ancora on-prem”, raccolta. Oggi il 90% dei clienti italiani è in cloud, mentre è on-prem ancora parte dei clienti della pubblica amministrazione che dovranno a breve valutare la migrazione verso il Polo Strategico Nazionale. imposta dalla Strategia Cloud Italia e dal Pnrr. “Stiamo dialogando con il Psn per definire come accompagnare i nostri clienti sulla piattaforma nazionale”. 

Il focus rimane sulle grandi aziende o sulle medie (non sono molti i progetti in realtà sotto i 1000 dipendenti), lasciando la piccola e media impresa al di fuori dal target, anche se punto di ingaggio interessante per i partner di canale, aiutati nel loro percorso di vendita dalla stesura di casi d’uso che possono sposare progetti in alcuni ambiti specifici ma facilmente adattabili a diversi contesti.

Alegnani Appian
Lorenzo Alegnani, Area VP Southern Europe di Appian Corporation

La stessa Appian sta utilizzando la propria piattaforma software per cambiare pelle. “Abbiamo ottimizzato una serie di nostri processi interni con Rpa, da quelli più semplici a quelli più complessi, orchestrando dati da gestionali, Crm, Erp, offerte, collaboratori, area tecnica andando a ottimizzazione i processi di interazione con clienti, partner ed ecosistema. Questa apertura verso l’esterno ci aiuta ad essere credibili e alcuni nostri partner tecnologici hanno avviato lo stesso processo prendendo noi come caso d’uso” aggiunge Lorenzo Alegnani, Area VP Southern Europe di Appian Corporation.

Negli ultimi nove mesi, da quando ha assunto il nuovo ruolo, Speranza ha imposto un cambiamento radicale nel lavoro del team italiano: “Lavoriamo piu come squadra che per silos come in passato – precisa – e questo è un passaggio non banale soprattutto in aziende fortemente strutturate come la nostra. Oggi riusciamo a fare meglio perché lavoriamo a 6, 8, 12 mani sui progetti, coinvolgendo dal marketing ai partner, dai servizi professionali alla componente sales avendo una proposition con i clienti congiunta, non più a silos”. Si torna in Italia. 

Appian World | Orchestrate change - Washington
Appian World 2024 | Orchestrate Change – Washington

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