L’adozione della tecnologia cloud promette di modernizzare e trasformare le aziende, spingendo anche le realtà più conservatrici a cambiare. Ormai la strada verso il cloud è tracciata, perché è chiaro a tutti che i servizi, le piattaforme e le applicazioni cloud stanno cambiando il modo in cui le aziende ragionano, progettano, si fanno fra loro concorrenza per raggiungere nuovi clienti e continuare ad ammaliare quelli già fedeli.

Ma se la strada è tracciata, non a tutti è chiaro come implementarla. Con una certa celerità. Il punto è: non se o quando effettuare la migrazione al cloud, ma piuttosto come.

Alcune ricerche confermano l’urgenza di cambiare e la necessità di definire al meglio i tempi e le modalità del cambiamento. Già il 65% delle realtà gestisce carichi di lavoro business critical in cloud pubblico (lo afferma una survey di Taneja Group su 400 realtà) ma non tutte sanno come utilizzare al meglio tale migrazione, per ottenere valore da applicazioni e servizi.

Indipendentemente dal motivo che porta a decidere di migrare le applicazioni al cloud (maggiore agilità, scalabilità operativa, migliore TCO) secondo VMware serve una strategia di migrazione che cambia a seconda dell’azienda, ma che ha degli elementi in comune per tutte le realtà: solo sviluppando un progetto di migrazione efficace e valutando con attenzione i processi aziendali, si potrà completare la migrazione nel rispetto dei tempi e dei budget, senza rischi.

Un percorso in cui è strategico affidarsi a figure competenti, i Service Provider VMware, sparsi su tutto il territorio italiano, certificati e skillati per installare le ultime tecnologie e capire le necessità delle aziende. Questi profili – preparati in base al programma specifico per i Service Provider, battezzato VMware Cloud Provider™ Program (VCPP) – accompagnano i clienti nelle cinque tappe che devono percorrere nella migrazione al cloud.

Gartner prevede che, entro il 2020, il 90% delle aziende adotterà funzionalità di gestione dell’infrastruttura ibride

Il consiglio di VMware è di seguire infatti alcuni passaggi strategici, che possono essere riassunti in 5 mosse:

1 – La prima è razionalizzare l’esistente, analizzare i carichi di lavoro aziendali, fare un inventario completo delle soluzioni in uso, dei workload strategici, in modo da poter valutare quali è opportuno migrare e quali lasciare on-site. Perché non tutto va migrato in cloud, ma un’analisi razionale del progetto deve tenere presente che va valutata l’opportunità intrinseca di modernizzare tutte le soluzioni esistenti e di creare la nuova generazione di app, definendo il modo migliore di gestire i carichi di lavoro.

2 – La seconda mossa è condurre delle ricerche sulle strategie di migrazione, che possono essere diverse.
Si può adottare un trasferimento senza conversioni, cioè spostare una risorsa di primaria importanza (come un sito web) da un ambiente on-site al cloud pubblico, senza modificarla in alcun modo, ma beneficiando di alcune funzionalità di ottimizzazione integrate nel cloud, come il Disaster Recovery e l’estensione della capacità on demand.
Sii può perseguire la scelta di una soluzione Software-as-a-Service esistente, per ridurre il peso del processo di migrazione e permettere di destinare risorse on-site ad altri carichi di lavoro. Oppure  la decisione di adottare una soluzion Platform-as-a-Service esistente, senza modificare l’architettura, che permette di eliminare le costose esigenze di server on-site con un servizio basato su abbonamento. Tale approccio spesso offre una maggiore agilità durante i periodi di picco della domanda.
Se invece si intende fare una intera riprogettazione dell’esistente, modernizzando un’applicazione o un servizio tramite la migrazione al cloud, si possono aggiungere nuove e migliorate funzionalità, e ridare linfa a soluzioni datate ma ancora valide.
Infine, ultima possibilità, è prevedere anche il ritiro di un workload che non ha più valore per l’azienda: una scelta importante ma che permette di migrare al cloud davvero solo ciò che conta.

3 – La terza mossa è verificare il proprio approccio e adattarlo man mano: è bene scegliere carichi di lavoro non critici e utilizzarli come apripista per la migrazione primaria. Dalle nozioni apprese dai test case, arrivano informazioni utili su come eseguire la migrazione e assicurare il trasferimento senza problemi di carichi di lavoro mission critical. Questa metodologia permette a tutto il personale ti apprendere le nuove modalità passo a passo con  il minimo rischio. La logica di iniziare con “un approccio più tranquillo” non solo semplifica le attività di migrazione più impegnative, ma può eliminare il costo di servirsi di appaltatori esterni specializzati nel cloud più avanti.

4 – La quarta mossa è pianificare e contenere i rischi e questo riguarda sia la capacità di valutare le competenze necessarie ma anche i tempi di migrazione. Personale esperto nella migrazione contiene i rischi e gestisce meglio il processo della valutazione dei carichi di lavoro, i test iniziali e le fasi mission critical. Poiché tipicamente le migrazioni aziendali includono centinaia di migliaia di carichi di lavoro, più il team è esperto e ha risorse adeguate più porterà benefici nel lungo periodo, poiché ogni migrazione ha i suoi tempi, che dipendono dalle motivazioni aziendali, dalle modifiche da apportare alle applicazioni e dal numero e complessità dei carichi di lavoro da migrare.
Le migrazioni più grandi spesso vengono completate in più fasi per ridurre al minimo l’interruzione dei servizi e per assicurare il migliore utilizzo delle funzioni native per il cloud: si rafforza l’esperienza del team partendo con la migrazione delle app meno critiche, perché riduce il rischio di interruzione delle attività con il proseguire della migrazione.

5 – La quinta mossa è completare la migrazione al cloud con VMware Cloud on AWS, che abbina la tecnologia VMware per il cloud privato con quella di cloud pubblico di Amazon Web Services, e che spinge per modernizzare le applicazioni tramite l’accesso ai servizi AWS nativi. Questo binomio permette di spostare i carichi di lavoro mission critical secondo necessità con una solida business continuity, distribuire servizi e le policy di sicurezza, avere a disposizione strumenti di analisi e controllo integrati.

VMware Cloud on AWS è un servizio on demand che consente alle aziende di ampliare i data center on-site e di migrare senza problemi i carichi di lavoro delle applicazioni a VMware Cloud on AWS senza conversione o riprogettazione.  Inoltre, le migrazioni al cloud possono utilizzare al meglio la portabilità bidirezionale dei carichi di lavoro tra i sistemi on-site e VMware Cloud on AWS con la possibilità di adottare una soluzione di cloud ibrido, permettendo a un’azienda di utilizzare al meglio il data center on-site per altri scopi.

Inoltre, grazie all’estensione VMware Hybrid Cloud Extension, le aziende possono ampliare il footprint dell’infrastruttura aziendale esistente e includere cluster ospitati in data center nel cloud pubblico utilizzando VMware Hybrid Cloud Extension, un add-on SaaS di VMware Cloud on AWS.

I vantaggi di VMware Cloud on AWS comprendono: riduzione del TCO (la  migrazione non richiede adattamenti o riconfigurazioni, come la riscrittura delle applicazioni e la definizione di una nuova piattaforma per i carichi di lavoro, con vantaggi in termini di estensione della capacità on demand e protezione contro il Disaster Recovery), accelerazione della migrazione (possibilità di migrazioni live senza downtime e di migrazioni programmate su larga scala con downtime minimo tra più siti e il cloud), coerenza operativa (impiego di strumenti e processi identici per gestire gli ambienti di cloud pubblico e privato per una distribuzione affidabile dei servizi, maggiore produttività e costi ridotti), infrastruttura ibrida (non serve acquistare hardware personalizzato, riscrivere le applicazioni o modificare i modelli operativi).

 I risparmi economici non sempre sono la priorità più importante per migrare al cloud e le aziende potrebbero non voler modificare i modelli operativi e di finanziamento nella prima fase di adozione del cloud, Gartner

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