“Creare valore” è il claim ricorrente al Tech Data Channel Summit 2019, l’incontro dedicato dal distributore ai propri partner e ai vendor con cui collabora sul mercato italiano, per le relazioni di business, instaurarne di nuove e ascoltare gli ultimi numerosi annunci.
A partire dalla più recente e importante novità: dal 13 novembre, Tech Data ha una nuova proprietà, Apollo Global Management, uno tra i primi gestori di investimenti al mondo.
E’ Augusto Soveral, managing director Italy di Tech Data, ad annunciare l’accordo rassicurando da subito i partner che l’impegno sulle loro necessità rimarrà immutato. “Questa operazione – spiega – ha un valore altamente strategico per Tech Data (quello economico è di circa 5,4 miliardi di dollari) perché potrà accelerare l’investimento nel business e mettere a disposizione risorse aggiuntive per incrementare la nostra capacità di portare sul mercato soluzioni a valore. Un’occasione per investire anche in Italia, dove la squadra cresce (sono 300 i collaboratori che seguono l’ecosistema)”.
A livello globale, l’azienda incrementa il business: i dati presentati a Canalys posizionano Tech Data al primo posto per valore azionario, con un incremento del 50% anno su anno. Un traguardo che coincide con i 45 anni di storia della società, gli oltre 125mila clienti e i 1000 vendor.
I 4 pilastri della strategia
Sono quattro i pilastri della strategia: investire in nuove tecnologie (hybrid cloud, data analytics, IoT), rafforzare il portafoglio end-to-end, trasformare digitalmente Tech Data anche in relazione alla customer experience, ottimizzare l’impatto globale, in termini di business e gestione delle risorse.
“Andare nella direzione di un valore più elevato attraverso tecnologie abilitanti al servizio dell’umanità”. Dalla definizione della strategia alla sua esecuzione, il passaggio non è però semplice. “Siamo coscienti che serva anticipare le esigenze di nuove tecnologie e semplificare il lavoro dei partner in un contesto sempre più complesso – continua Soveral -. Mettiamo valore in nuove attività, settori verticali e segmenti di mercato, trasformando i dati in informazioni utili per accompagnare i partner nel percorso di digital transformation”.
Da trasformazione a metamorfosi
“La digital transformation è una parte del tutto, condizione necessaria ma non sufficiente per la sopravvivenza delle aziende, a cui è richiesto un salto tecnologico”. Interviene così Ivan Ortenzi, Bip, in veste di innovation evangelist a motivare la necessità di un cambio di paradigma.
“L’innovazione è un atto di ribellione verso lo status quo”, afferma Ortenzi, guardando ai modelli futuri di business dove l’interfaccia è la chiave di volta. “Il salto è da trasformazione a metamorfosi – aggiunge -, Sino ad oggi la tecnologia è stata creata per migliorare le nostre performance e allungare la vita dell’uomo; in futuro l’artificial intelligence creerà degli esseri umani dalle capacità aumentate”.
E la formula per sopravvivere alla digital transformation è pensare in verticale verso la metamorfosi ponendosi tre domande essenziali: cosa è inevitabile, cosa è immaginabile, cosa è inponderabile”.
L’AI è di fatto al centro delle strategie di Tech Data. Come conferma l’Ibm Tech Lab, primo centro di competenza permanente per lo sviluppo del business basato su soluzioni di artificial intelligence, dedicato a system integrator, sviluppatori, aziende, start up e mondo accademico.
“La cosa interessante è che l’intelligenza umana si incontra con l’AI per creare soluzioni nuove e architettare soluzioni – commenta Riccardo Nobili, advanced solutions director di Tech Data. -. Uno strumento nuovo per sperimentare, fondato su un ecosistema di partnership che lavora per costruire una proposta innovativa e sviluppare collaborazioni e business”.
Piattaforme al centro
“Nel cuore dell’ecosistema c’è necessariamente una piattaforma”, afferma Nobili. “Il nostro è un modello di business tradizionale, dalla gerarchia ben collaudata e lineare, che ad oggi funziona; ora è però tempo di superare questo modello. Tech Data vuole essere una piattaforma abilitante per il canale dove ogni azienda può essere cliente o fornitore, in diversi segmenti di mercato”.
Il business deve rispondere all’esigenza del cliente finale e alla ricerca di un prodotto sempre più innovativo che oggi nessuna azienda da sola può creare, è il messaggio di Tech Data.“Più l’ecosistema delle aziende è dinamico più si genera valore”. Fondamentali formazione, politiche industriali e incentivi alle imprese tramite il Digital Innovation Hub che propone piattaforme digitali di nuova generazione come StreamOne, SW Store, InTouch, in un ecosistema di partnership, come quelle che vedono le soluzioni di ON-Bot in co-marketing con Teorema, Kuro365 di Si-Net e Privacy Web di IT Strategy.
“L’ecosistema non ha confini predefiniti ed è quindi estremamente potente”, dichiara Jose Dias, endpoint solutions director partner ecosystem di Tech Data, parlando di collaborazione e soluzioni come, nello SmarT living, il portfolio di servizi con le soluzioni Google, Amazon, Apple, Iftt.
Ma l’annuncio più importante è il lancio in Italia di Tech-as-a-Service, una soluzione flessibile che raggruppa hardware, software e servizi in un’unica subscription, con vantaggi per il cliente che può usufruire del servizio in una forma diversa. TaaS è uno strumento integrato in InTouch (piattaforma ecommerce del distributore) che guida il reseller nella creazione di una subscription, dalla prima offerta fino alla firma del contratto e alla chiusura della fornitura. “Molti importanti brand fra quelli che distribuiamo, come HP e Microsoft, stanno già collaborando proattivamente con noi per la diffusione di questo nuovo modello di business“, spiega Dias.
Formazione e spinta gli investimenti
Nella nuova strategia, le competenze giocano un ruolo chiave (Tech Data Academy propone corsi di formazione e certificazione per i partner) e cresce l’impegno in ambito finanziario con Tech Data Finance Solutions, portfolio di soluzioni finanziarie elaborato sia per il canale dei rivenditori sia per le aziende clienti.
“Spesso non si ha conoscenza delle opportunità di finanziamento” interviene Irene Rosadini, Confindustria Firenze Politiche Industriali e Incentivi alle imprese, che parla di R&S e Innovazione e delle opportunità e strumenti per le imprese che investono. “Il nostro compito è quello di promuove la conoscenza dei progetti in quest’ambito”.
Attraverso i digital innovation hub, Confindustria si pone come ponte tra finanza, mondo della ricerca e accademico per agevolare il dialogo con le imprese e l’orientamento sulle opportunità di incentivi, finanza agevolata, formazione e riqualificazione del personale. Come ad esempio il voucher innovation manager e il credito d’imposta per attività di R&S o per la formazione 4.0.
Tutte opportunità spesso non raccolte dalle aziende, nonostante l’Italia risulti a livello europeo (analisi Digital Tax Index 2018 di PwC) il paese più attrattivo per il fisco a supporto dell’innovazione. A fronte dell’offerta messa in campo a livello governativo, la richiesta è stata infatti inferiore, spiega Rosadini: “Partire dalle tecnologie e non dal capitale umano e dalle competenze è stato l’errore degli ultimi governi in termini legislativi, disincentivando molte aziende ad accedere”.
La strategia di Confindustria è di conseguenza oggi una maggiore vicinanza alle aziende: “Queste non vengono più da noi ma andiamo noi da loro a chiedere quali sono le loro necessità, per sostenere un sviluppo non solo fisico e tecnologico ma soprattutto organizzativo per un cambio di mentalità. E per dare accesso ad un maggiore numero di aziende di medie e piccole dimensioni”, conclude Rosadini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA