Energy e utility sono il cuore di tutte le attività in ogni società. E anche dietro ai gesti più semplici, come quello di accendere la luce, ci sono gli sforzi delle aziende che ogni giorno sono chiamate a garantire la disponibilità delle risorse indispensabili a tutti i settori –  industriali e non (per esempio, sanità, ricerca e istruzione) – e devono far funzionare un complesso apparato di produzione e distribuzione”. Così Saul Zambrano, Global Industry Director Energy and Utilities Digital Transformation Leader per Software AG, introduce il tema delle sfide di trasformazione che le utility sono chiamate a sostenere per assicurare l’efficienza delle infrastrutture.

Il 2020 da questo punto di vista si rivela, per una serie di motivi, un anno cruciale, ed evidenzia l’importanza di un approccio attento ad affrontare il problema dell’invecchiamento delle infrastrutture – che è critico – e il bisogno di abbracciare le potenzialità della trasformazione digitale per restare efficienti e risparmiare.

All’orizzonte, le sollecitazioni sui servizi di fornitura (elettrici e idrici, anche in seguito al cambiamento climatico) – come nell’ambito oil&gas – lasciano “intravvedere appena” i cambiamenti di scenario che attendono l’intero comparto. Si pensi per esempio anche solo all’avvento dei nuovi veicoli elettrici. “Saranno gli investimenti tecnologici – prosegue Zambranoa consentire di rafforzare e monitorare le prestazioni in tempo reale. In particolare gli investimenti in tecnologie di monitoraggio dei processi, per capire efficienze ed inefficienze nella manutenzione di tali risorse, per garantirsi l’equilibrio tra investimenti operativi e investimenti di capitale e l’allineamento con gli obiettivi strategici e operativi.

IoT e 5G, digital enabler per l’efficienza

5G e IoT sono i driver tecnologici abilitanti su cui puntare, che si riveleranno funzionali non solo per il monitoraggio degli asset e della loro efficienza ma anche per il monitoraggio preciso dei consumi funzionali  quindi, dal punto di vista commerciale, a migliorare il rapporto con i clienti. Zambrano: “Per esempio, le utility avranno l’opportunità di allineare i sistemi tariffari ad una chiara comprensione delle tariffe stesse e a come vengono comunicate e gestite attraverso i processi di assistenza clienti”.

Entrando nei dettagli dell’analisi di scenario proposta da Zambrano, è opportuno evidenziare come le utility si trovino effettivamente ad affrontare rischi crescenti proprio a partire dal problema delle infrastrutture obsolete. Negli Usa, per esempio, oltre un quarto delle condutture del gas ha oltre 50 anni, e si prevede che il ripristino delle condutture idriche per sostenere la distribuzione nei prossimi anni costerà oltre mille miliardi di dollari.

In Europa e anche in Italia, la situazione è diversa, ma le criticità e le inefficienze contribuiscono alla crescita dei costi in modo importante. “Nel tempo, interventi e spese operative superano quelle in capitale, e vengono sacrificati i guadagni; per sostenerle spesso si sacrificano quelle di servizio ai clienti, a scapito della loro fidelizzazione”, spiega Zambrano. Mentre in un recente sondaggio, il 79% degli intervistati sottolinea come “una mentalità operativa eccellente si tradurrebbe in un’organizzazione più sicura, affidabile e redditizia”. La sicurezza, appunto: il 70% delle organizzazioni non riesce a seguire completamente i propri programmi di sicurezza. Perché opera in ambienti operativi complessi con una moltitudine di partner interni ed esterni.

Nel caso specifico del comparto oil&gas, per esempio, le più importanti realtà “gestiscono un insieme diversificato e spesso disconnesso di risorse IT all’interno di strategie aziendali e di go-to-market complesse con una forza lavoro altamente distribuita. I processi di produzione/distribuzione avvengono sotto un mix di giurisdizioni, supervisionati da una varietà di unità aziendali e gruppi IT. Ed a supportare questi processi ci sono più sistemi di registrazione, che sono spesso intensivi manualmente, isolati, duplicati e pieni di errori”.

Per questi motivi l’efficienza operativa nelle funzioni di supporto aziendale sarà un’area di interesse chiave per il 2020 e per il 2021. La maggior parte dei progetti previsti per raggiungere questi obiettivi è concentrata negli sforzi di migrazione al cloud e nell’ottimizzazione dei processi tra le funzioni di supporto. E’ un passaggio fondamentale e non rimandabile. 

I programmi di manutenzione preventiva, basati sull’invio di squadre sul campo, indipendentemente dall’effettiva necessità di intervento non rappresentano la modalità migliore di procedere ma spesso si tratta di una scelta obbligata, per la scarsa diffusione delle tecnologie digitali di monitoraggio che permettono l’effettiva fotografia dello stato degli asset in tempo reale, o quasi.

Saul Zambrano Software AG
Saul Zambrano, Global Industry Director Energy and Utilities Digital Transformation Leader, Software AG

Invece, sfruttare la forza lavoro di tecnologie e sensori digitali consentirebbe di “ottenere un miglioramento della produttività fino al 20% (fonte: McKinsey), con il risultato finale nella catena del valore di un miglioramento del 50% nella soddisfazione del cliente”.

Le tecnologie IoT, sfruttate come digital enabler, permettono di approdare ad una visione in tempo reale sulle prestazioni degli asset, centralizzare la disponibilità dei dati, quindi ottimizzare le decisioni riguardo la gestione delle squadre di ispezione e manutenzione sul campo, per una puntuale e precisa comprensione dello stato reale della rete di distribuzione, e la riduzione quindi delle inefficienze che si riflettono poi sull’esperienza negativa dei clienti.
“In questo modo – spiega Zambrano si può monitorare l’esecuzione dei processi e consentire un miglioramento continuo incentrato sui Kpi delle metriche operative, pianificando cicli operativi adeguati con i relativi risparmi”.

Un approccio di piattaforma

E’ un punto nodale. Troppo spesso i professionisti della tecnologia “si concentrano sulle sue potenzialità intrinseche, perdendo di vista le esigenze dei clienti che ne apprezzano il valore solo quando effettivamente porta alla soluzione dei loro problemi”.
Vale anche in questo caso: “I clienti vogliono veramente sapere se una tecnologia può risolvere un problema aziendale che stanno cercando di affrontare, non altro”.

In passato si è puntato sulla esclusiva proposizione di soluzioni puntuali, con set di funzionalità altamente mirate per la soluzione di un singolo problema. I vantaggi di un approccio di questo tipo sono dati dalla velocità di distribuzione e dall’immediato riscontro sull’effettivo funzionamento della soluzione adottata, ma allo stesso tempo le soluzioni puntuali non si dimostrano soddisfacenti; per esempio di fronte alla necessità di gestire sistemi, database, soluzioni di fornitori, eterogenei tra loro, che nel tempo hanno contribuito ad incrementare la complessità degli asset

Per questo una piattaforma ben progettata fornisce una base condivisa su cui è possibile eseguire attività di analisi indipendentemente dai requisiti di progettazione, è facilmente gestibile, scalabile e più sicura”. Investire in una scelta di piattaforma ovviamente deve portare valore, in senso molto concreto, proprio sul campo. Per farlo deve essere in grado di supportare più casi d’uso in un ambiente multi-asset e vendor. Conferma Zambrano: “Questo è diventato il giusto punto di partenza di qualsiasi trattativa con i clienti, quando si parla di tecnologie IoT, chiosa Zambrano.

Gestire la complessità

Doppia la sfida. Per i fornitori di soluzioni di punti IoT si tratta di gestire tutti i dispositivi IoT distribuiti in modo centralizzato, indipendentemente dal fornitore, dal tipo di risorsa e dell’applicazione non associata. E’ importante che la gestione centralizzata dei dispositivi sia però sviluppata in modo agnostico. I fornitori di piattaforme IoT sono concentrati, invece, sulle soluzioni end-to-end supportate dalla loro piattaforme. In questo contesto però al cliente importa semplicemente che sensori, logiche applicative, requisiti di integrazione siano orchestrati.

Quindi, spiega Zambrano“una piattaforma IoT di livello enterprise deve avere in primis questa caratteristica, e questa è la posta in gioco sul tavolo: è fondamentale essere in grado di gestire e proteggere la pletora di dispositivi di tipo IoT che vengono distribuiti. Ma i fornitori di piattaforme IoT devono anche saper sostenere il confronto su come si esegue la certificazione di dispositivi di terze parti, devono supportare ambienti di integrazione ibrida ed essere capaci di creare partnership go-to-market per gestire implementazioni chiavi in ​​mano di integrazione aziendale e sul campo”.

Una trasformazione aziendale di successo richiede l’integrazione delle informazioni, un’unica fonte di intelligence e reporting, analisi sofisticate e orchestrazione automatizzata dei processi. In questo modo si guadagna un monitoraggio continuo, dei rischi, della sicurezza e delle prestazioni.

Quando i processi aziendali principali funzionano bene, è possibile adattare nuovi modelli che migliorano i risultati di rischio, operativi e di sicurezza. Le tecnologie di trasformazione digitale e Industrial Internet of Things (IIoT) massimizzano la conoscenza dell’ambiente operativo, gli investimenti e il miglioramento dei processi. “Insieme, queste iniziative possono far risparmiare a un’azienda milioni ogni anno e possono aiutare a rispettare le normative in materia di salute e sicurezza sul campo”. 

Tradizionalmente, il settore energetico è in gran parte definito da unità operative a compartimenti stagni che perseguono pratiche sul campo prive di un approccio coordinato in tutta l’azienda. I dati in silos risultanti hanno portato fino ad oggi a lacune in termini di prestazioni e ottimizzazione, mancanza di collaborazione tra team e incapacità di sfruttare le risorse migliori per eventi sul campo specifici. Ed oggi le tecnologie digitali possono capovolgere il paradigma.

Anche e proprio in questa ottica e per il conseguimento degli obiettivi legati alla sostenibilità, chiude Zambrano“la chiave di questo piano operativo sarà l’utilizzo di IoT e strumenti di ottimizzazione dei processi per garantire i percorsi di conformità. Efficienza, visibilità e sostenibilità le tre parole chiave da tenere come riferimento. La tattica deve contemplare l’implementazione di tecnologie di overlay IoT per monitorare, acquisire dati e avviare istruzioni pertinenti con i relativi sforzi per lo spostamento della capacità di elaborazione analitica wireless verso l’edge, strumenti di supporto decisionale potenziati dalle tecnologie di realtà aumentata, cybersecurity per il 5G con chiavi di autenticazione incorporate che possono convalidare continuamente i dispositivi certificati che vengono forniti sui domini della rete”.

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