In un contesto critico come quello attuale, la sanità si è trovata al centro di diversi e ampi dibattiti. Da una parte mostra le sue debolezze, le criticità, dall’altra è pronta anche a mettersi in discussione. Di sicuro la pandemia ha rappresentato, e ancora in questi giorni è così, un’opportunità di verifica.
Per quanto riguarda la prospettiva squisitamente “digitale”, oltre all’accelerazione di alcuni trend e paradigmi già iniziati prima dell’emergenza (come, per esempio, una richiesta di maggiore sinergia tra il locale e il centrale, la remotizzazione delle prestazioni, la mobilità dei malati, l’integrazione di tutta la filiera e l’elasticità della domanda di sanità) si sono generate due macro-famiglie di iniziative a forte matrice “digital” per la gestione dell’emergenza sanitaria.
Ne parliamo con Michele Porcu, senior director for Strategy & Transformation di Oracle Italia, in occasione di Digital Health Summit 2020“E’ corretto. Le due macro-famiglie di iniziative digitali per la gestione dell’emergenza sono riconducibili alla comprensione delle caratteristiche del virus, lo studio di trattamenti – sia per curarne i sintomi sia per la realizzazione di vaccini (1) e la mappatura della popolazione per aumentarne il controllo sanitario e rendere più efficaci le misure di distanziamento fisico e contenimento sociale (2).
La prima famiglia di iniziative è appannaggio di grandi istituzioni governative, di centri epidemiologici/immunologici e di laboratori farmaceutici; la seconda famiglia invece comprende iniziative che nascono dai governi centrali e locali (municipalità, istituzioni sul territorio, …), università, centri di ricerca e ospedali. 
Raccogliere protocolli e trattamenti sanitari, dati biometrici sparsi, pre- e auto-screening, mettere a fattor comune studi e basi dati epidemiologici, analizzare in tempo reale il potenziale rischio epidemiologico di eventuali assembramenti, monitorare gli spostamenti sia su base statistica che individuale, realizzare passaporti sanitari e/o patenti di immunità/non contagio, ecc.  sono tutte iniziative che oggi richiedono un grande utilizzo di tecnologia.

Oltre al supporto – spesso “no profit” – di aziende che operano nei settori IT e Internet e alle donazioni di privati, il ricorso a nuove tecnologie erogate in Cloud può massimizzare il successo nella realizzazione di queste iniziative digital, perché ha almeno due caratteristiche vitali per un’erogazione molto rapida di nuovi servizi: la possibilità di trovare “nativamente” in cloud il meglio della tecnologia – come per esempio linguaggi e framework di programmazione, librerie AI/ML, gestione dati, software per app e portali –  e spesso open-source (1) e la capacità di fare una prototipazione veloce e a costi contenuti (non “capital-intensive”) di progetti che, se di successo, potranno poi scalare in modalità a sottoscrizione, per esempio con il modello “pay per use” (2).

Oltre al cloud, l’altro ingrediente che in Oracle sempre più vediamo come cruciale e dirimente per il successo di queste iniziative digital è la capacità di acquisire e analizzare grosse moli di dati e di eventi, spesso sparsi e provenienti da fonti diverse.

Michele Porcu, senior director for strategy & transformation, Oracle Italia
Michele Porcu, senior director for strategy & transformation, Oracle Italia

Per quanto riguarda noi e il supporto ai nostri clienti – del settore sanitario e non – va detto che  da sempre Oracle fa della tecnologia, la stessa che propone ai propri clienti, il proprio punto di forza interno. Durante l’emergenza sanitaria Covid-19, Oracle ha garantito ai propri dipendenti e alle loro famiglie il massimo della sicurezza, promuovendo il lavoro dalle proprie abitazioni. In questo senso per Oracle la situazione contingente non ha generato discontinuità nelle attività. I dipendenti Oracle sono infatti tutti dotati di  dispositivi che garantiscono la possibilità di lavorare in modo agile.   

Ad esempio, abbiamo usato e usiamo tantissimo anche il sistema di videoconferecing Zoom, per le riunioni virtuali – uno strumento facile ed efficace, che ha visto un boom di utilizzo negli ultimi tempi, e che si avvale della tecnologia cloud di seconda generazione di Oracle. E poi naturalmente usiamo le nostre soluzioni Oracle Cloud HCM per dare feedback formali/ informali a colleghi e collaboratori, mettendone in evidenza il contributo, per gestire iniziative formative di gruppo e gaming, per fare operazioni di volontariato (My Voluntereering) e di crowdfunding per cause che ci stanno a cuore (My Giving), ma ovviamente anche per tenere allineati i sistemi di gestione del nostro business, in stretta connessione con l’ERP e il Finance che possono essere acceduti remotamente”.

Forti dell’esperienza di questi mesi, quali sono le strategie che mettere in campo nella Fase3 della ripresa, quali i servizi innovativi e quali le modalità per coordinare l’intera filiera con la quale lavorate?

“La sfida che vorremmo affrontare è quella di diventare il partner e l’abilitatore tecnologico per una vera integrazione e fruibilità dei dati sanitari, clinici ed amministrativi presenti nel sistema sanitario (a patto ovviamente di superare organizzativamente, politicamente e culturalmente le divisioni e la frammentazione del Sistema Sanitario). In tal senso ci adopereremo per creare iniziative “di sistema” pubblico-privato investendo in competenze, tecnologia e formazione.

In questa direzione stiamo già contribuendo a fornire tecnologia e competenze professionali a diverse iniziative sul territorio per supportare alcuni studi epidemiologici di centri specializzati e ospedali per mettere a fattore comune diversi basi dati di studi clinici e, infine, alcune municipalità per la gestione degli assembramenti urbani. Abbiamo dato un contributo al progetto di Solidarietà Digitale, con servizi cloud e un sistema detto Intelligent Advisor per favorire la gestione del prescreening del Covid-19 da parte di medici e istituzioni della PA locale.Abbiamo anche lanciato diversi webinar gratuiti sul nostro cloud e sulle tecnologie innovative per aumentare le competenze dei nostri clienti e partner. Da ultimo, per la fase 3, abbiamo lanciato diverse applicazioni per aiutare le aziende, la Pubblica Amministrazione e la Sanità a gestire il rientro:

  • Safe in the Workspace: è un’app (con dashboard/cruscottistica a supporto) che fa parte della nostra suite HCM Cloud (Human Capital Management) per la gestione sia dei diversi spazi nel luogo di lavoro, sia del quadro sintomatico dei dipendenti
  • Piattaforma tecnologica cloud di seconda generazione per l’accesso sicuro e unificato da remoto a tutte le applicazioni aziendali (ERP, EPM; SCM, HR, CX)
  • Monitoraggio delle sanificazioni degli ambienti. Basato su tecnologia blockchain, questa app descrive e certifica in tempo reale il processo di sanificazione degli ambienti – sia quelli aziendali che quelli esposti al pubblico”.

Quanto pesa la tecnologia digitale sulla vostra strategia? Quali i progetti e gli obiettivi per il 2021, non solo legati alla situazione Covid che ancora allarma?

“Il Dna di Oracle fa della tecnologia digitale la nostra unica strategia a partire dai paradigmi di “data-driven”, ovvero sulla gestione avanzata dei dati tout-court, nei data center dei clienti (quindi on-premise), in cloud sia nella versione pubblica che nell’accezione di Cloud At Customer – ovvero cloud gestito da Oracle ma presso il data center del cliente, all’interno del suo perimetro di sicurezza; opzione molto utile per le aziende del settore pubblico dove la residenza dei dati e la conformità alle leggi sulla privacy impongono un’attenzione alla residenza o locazione geografica dei dati (la cd. “sovranità sui dati”).

Il cloud è senz’altro l’opzione di sourcing per eccellenza, per favorire  la digitalizzazione delle imprese e della PA. Questo non è solo dovuto al fatto nel cloud troviamo le tecnologie più avanzate (spesso cloud-native e open), ma proprio perché, grazie al modello di costo variabile e a sottoscrizione, si può sperimentare e prototipare progetti a bassi costi e rischi minimi, che poi se di successo si possono far scalare dinamicamente, pagando solo l’attuale consumo.
La gestione e il ciclo di vita della tecnologia, da sempre considerati una complessità e un costo elevato negli IT tradizionali, sono già compresi nella sottoscrizione cloud, e in più garantiscono ulteriore efficienza.
La nostra strategia cloud, che oggi più che mai stiamo spingendo, proprio per la sua utilità e rilevanza in questo periodo, si basa su tre colonne portanti:

  • Copertura ampia dei processi funzionali e di business tramite una suite SaaS corredata da tecnologie innovative come AI/ML (condensate in assistenti digitali, anche vocali) IoT e piattaforme dati facili da usare per arricchire e “aumentare” le attività dei C-Level (marketing, amministrazione-controllo-finanza, HR, supply chain, …)
  • Cloud infrastrutturale di seconda generazione, il cosiddetto OCI (Oracle Cloud Infrastructure) Gen2 per l’erogazione di servizi mission critical, con tecnologie di sicurezza all’avanguardia e livelli di servizio di classe enterprise. A tal proposito stiamo aprendo Data Center nel mondo e in Europa con una frequenza unica nel mercato, per garantire una sempre maggiore presenza dei nostri servizi cloud a bassa latenza
  • Automazione spinta dei nostri servizi; ad esempio: AI/ML nelle applicazioni SaaS disegnati per supportare alcuni processi funzionali nelle aziende private e pubblche, l’automazione della gestione del dato (Autonomous DB) per la pulizia del dato, il funzionamento ordinario della base dati e, in ultimo, per la sicurezza e l’anti-intrusione da parte di attacchi e frodi.
    Forse, tra le altre mille cose negative, questo periodo verrà ricordato anche per il fatto di averci dimostrato che la capacità di elaborare grosse moli di dati per estrarne il valore in contesti digitali non è solo la nuova frontiera per il business e per le catene del valore dei diversi comparti industriali e dei servizi anche sanitari (cosa ormai ben compresa, anche se purtroppo non applicata estensivamente in Italia: eppure sarebbe una grande risorsa, a portata di mano, per la ripresa), ma anche la naturale evoluzione dei sistemi sanitari e dei protocolli di gestione delle crisi pandemiche”.        

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