Nell’ambito della Cio Survey 2020 si è voluto approfondire, tra gli altri temi trattati, quale fosse e/o quale dovrebbe essere il ruolo del Cio in un momento di emergenza come quello attuale. Dario Castello, senior vice president & Cio di Marelli sostiene che “in questo periodo difficile, peraltro non il primo per le aziende del settore automotive, il ruolo del Cio rimane, almeno in parte, quello che gli è sempre stato richiesto e cioè quello di saper ottimizzare il rapporto costo/prestazioni e guidare gli investimenti nelle aree prioritarie”. Aggiunge inoltre che “questa crisi si è presentata con una rapidità e una profondità degli impatti tali da non avere precedenti e sta portando ad una velocizzazione di alcuni grandi cambiamenti strutturali sia nel modo di lavorare e pensare delle persone che nei modelli di business di molti settori, nel nostro campo della mobilità sintetizzati in Case, ovvero Connected, Autonomous, Shared, Electric”.
Secondo Castello “al Cio viene ora richiesto di fungere sempre di più anche da abilitatore per questi cambiamenti, ad esempio per lo smart working massivo e per le nuove forme di collaborazione, e pure da educatore e stimolatore per tutta l’azienda verso questo grande cambiamento, basato sempre di più sulle tecnologie digitali. Questo è un posizionamento molto difficile da acquisire, di grande responsabilità sia a livello operativo che strategico, e che richiede una organizzazione IT già “rodata” e funzionale a queste nuove attività”.
Un ulteriore aspetto baricentrico nella Cio Survey 2020 riguarda le modalità con le quali il digitale viene utilizzato nelle aziende come leva per recuperare produttività e margini e così Castello interviene sul tema: “In Marelli, in pochi mesi è stata adottata la modalità smart working in forma strutturale per tutte quelle funzioni che non necessitano di presenza continua (quale ad esempio la produzione) per permettere di mantenere attivi tutti i processi di base. Inoltre, in questi periodi nei quali la reattività diventa un fattore chiave, stiamo supportando la crescente necessità di informazioni in real time (o in ogni caso con frequenza sempre maggiore) per il monitoraggio continuo e l’adeguamento all’andamento del mercato”. Peraltro, aggiunge, “informazioni e Kpi vari, dal cash management alla pipeline degli ordini, stanno assumendo una strategicità maggiore, per cui dotarsi di piattaforme e soluzioni di facile implementazione è diventata una priorità assoluta. Continuiamo anche ad aumentare il livello di automazione per migliorare ed efficientare i vari processi, dato che nel nostro caso stiamo ancora integrando due aziende con decenni di storia pregressa”. Castello, infine, cita “la crescente importanza del tema IT per le strategie di M&A, anche questo un tema che la nuova crisi sta accelerando e che diventa sempre più strategico: i servizi e i sistemi IT sono infatti è uno dei filoni più critici per stilare un business case ed un piano credibile, qualsiasi sia lo scenario di relazione con aziende esterne”.
Per far si che i sistemi possano svolgere il loro supporto alle funzioni di business nel miglior modo possibile e necessario, come emerge dalla Cio Survey 2020 che all’interno delle aziende siano presenti le corrette competenze digitali distintive capaci di generare maggior valore all’interno dei processi. Anche in questo caso, sostiene Dario Castello, “la ricetta è la stessa, da sempre: prima cosa è la conoscenza del processo, questo rimane fondamentale per poter parlare lo stesso linguaggio del business. Altra cosa che non cambia è che il nostro mestiere ha una specificità: la rapidità dei cambiamenti tecnologici impone di rimanere sempre aggiornati e non è mai consentito rimanere indietro sul know how. In nessun altro lavoro le conoscenze tecniche cambiano così rapidamente e vengono rivoluzionate ogni 4-5 anni. Ultimamente, con le ondate di opportunità tecnologiche, dall’AI al 5G, dalla blockchain al quantum computing, dall’IoT al Rpa, per finire con le molteplici opportunità offerte dalle architetture PaaS, essere sempre aggiornati è diventato ancora più importante per poter disegnare la giusta architettura, minimizzando la velocità e il costo di implementazione e massimizzando i benefici lato business”. Secondo Castello “è diventato fondamentale possedere competenze architetturali raffinate e anche specialisti verticali (anche non in quantità numeriche enormi) per poter governare la domanda e indirizzare la soluzione corretta, che poi è possibile implementare internamente o con un partner esterno. Nel secondo caso però è necessario comunque saper gestire i fornitori per evitare rischi di insufficiente efficacia dei progetti o dei servizi e pericoli di lock in strutturali”.
Relativamente ai digital enabler, sostiene Castello, “oggi ci sono opportunità e soluzioni digitali che sino a poco tempo fa non avremmo pensato possibili. Però conoscerle e applicarle con efficacia è difficile, da un lato per la penuria di skill lato Ict o per la difficoltà ad acquisirle, ma anche per la difficoltà a creare un approccio sinergico con le linee di business verso questi nuovi mondi, per poter lavorare veramente insieme nell’applicazione di questi abilitatori nel miglior modo possibile. In Marelli siamo riusciti ad implementare diverse iniziative basate su questi enabler e altre sono in cantiere. La nostra esperienza è che l’approccio “start small, grow fast” è quello più efficace: iniziare con attività limitate per guadagnare il reciproco “trust” con le linee di business e poi sviluppare man mano gli scenari, man mano che benefici e potenzialità diventano evidenti”. “Ciò premesso – tiene Castello a ricordare – non è possibile e non si deve dimenticare il classico approccio tradizionale per l’ottimizzazione dei processi di business tramite le soluzioni più classiche: i vari Erp, Crm, Plm, etc hanno ancora delle potenzialità enormi che devono essere sfruttate anche nelle loro componenti più “tradizionali”, che oggi già sembrano in qualche modo “legacy”, anche per salvaguardare gli ingenti investimenti pregressi”.
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