Nel corso degli ultimi diciotto mesi, la capacità delle aziende di accelerare i programmi di trasformazione digitale è stata ampiamente sollecitata anche dal bisogno di mettere in campo, in breve tempo, le risorse necessarie ad indirizzare la business continuity e lo smart working. Le realtà produttive hanno dovuto ripensare alla digitalizzazione della supply chain; quelle dei servizi a riorganizzare i processi, senza tuttavia che l’impatto ricadesse sugli utenti finali. Gli analisti, al riguardo, evidenziano come, per quelle organizzazioni che si erano già preparate per tempo a sfruttare il digitale, si sia trattato, “semplicemente”, di un’accelerazione, mentre tante altre realtà hanno dovuto faticare e recuperare il tempo perduto in poche settimane.
Il contesto e il bisogno
Del primo gruppo, fa parte Inail, il cui percorso di digitalizzazione è iniziato tempo fa investendo in innovazione, e di fatto oggi si può proporre come punto di riferimento per la digitalizzazione della PA. Inail ha puntato subito sulle architetture iperconvergenti e sull’apertura al cloud.
“Le architetture aperte, ibride e iperconvergenti – sottolinea Anna Sappa, Cto di Inail – rappresentano una delle basi su cui stiamo costruendo l’infrastruttura del nostro cloud ibrido, che permette di erogare efficacemente i servizi dell’istituto e di avere un ruolo centrale come Polo Strategico Nazionale, anche scalando sui service provider pubblici”.
In occasione della pandemia, per consentire la prosecuzione delle attività ai dipendenti, anche da remoto, Inail sceglie quindi di far leva sulle infrastrutture agili di Nutanix – adottate fino ad allora nella service control room dell’Istituto – oltre che sulla tecnologia Citrix per realizzare soluzioni di Virtual Desktop Infrastructure (Vdi)”, come conferma Flavio Mancini, Ict Manager di Inail.
La soluzione
Così in pochi giorni l’organizzazione attiva lo smart working (per migliaia di persone) con un progetto che impegna Nutanix e Hpe sul fronte delle infrastrutture e Citrix per la parte applicativa. Di fatto l’hardware Nutanix già a disposizione di Inail è in parte riconvertito per erogare subito i servizi Vdi con Citrix e poter essere pronti, da subito, da una parte abilitando al desktop remoto i pc personali di molti utenti, e dall’altra procedendo con l’acquisizione di portatili “leggeri” per chi non dispone di un sistema di computing adeguato.
I passi in avanti portano all’ampliamento dell’infrastruttura iperconvergente: vengono integrate le risorse Hpe e il software Citrix con il sistema operativo Nutanix Acropolis e con l’hypervisor Ahv, mantenendo la continuità operativa, grazie anche alla collaborazione stretta tra i brand.
Il risultato
Parlano i numeri: oggi sono abilitati 4.300 utenti all’utilizzo dei servizi di Virtual Desktop Infrastructure, di cui circa 2.500 dalle sedi territoriali e 400 in direzione generale, con un’infrastruttura orchestrata dalla tecnologia Nutanix in grado di gestire circa 70mila sessioni attive al mese, per una durata media di quasi 4 ore.
Così come l’infrastruttura Nutanix/Hpe ha consentito di scalare rapidamente, il team IT ha guadagnato nell’ottimizzazione delle possibilità di gestione e sul fronte della sicurezza. Da una parte grazie alla natura “one-click” della proposizione di Nutanix quindi dall’altra guadagni in “]…[sicurezza, un parametro fondamentale per noi]…[. Tutto integrato nella console di gestione Prism, anche se il suo utilizzo attualmente è solo parziale”, specifica Mancini.
I nodi per supportare l’utilizzo del lavoro agile sono stati attivati in mezza giornata, garantendo piena continuità alle attività di Inail e l’abilitazione allo smart working. “]…[ E quando, in fase di rebuild di uno dei dischi, si è deciso di provare a spegnerne un secondo – racconta Mancini -, nessun dato è andato perso”.
Gli sviluppi
Un’affidabilità che fa ben sperare considerato come, nell’ottica di operare da Polo Strategico Nazionale, Inail addirittura sta acquisendo carichi elaborativi di altri enti, ed eroga da più di un anno i servizi del Ministero della Salute. “L’infrastruttura hardware andrà potenziata” – conclude Mancini – e penso proseguiremo nella direzione di architetture convergenti e iperconvergenti, aperte anche al cloud pubblico. Già oggi la piattaforma è sì all’interno del nostro data center, ma è cloud ready”.
Il bilancio di Mancini al riguardo sembra quindi puntare al rilancio. Sulla scorta della buona esperienza, infatti Inail ha già ampliato le sue capacità in termini di architetture hybrid cloud.
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