L’eredità lasciata dal ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, Vittorio Colao, al nuovo governo è raccolta in un documento di 43 pagine che segna il passaggio di testimone tra vecchio e nuovo esecutivo, in definizione. Tra Draghi e Meloni.
Un documento (“Italia digitale 2026. Risultati 2021-2022 e azioni per il 2023-2026″), pubblicato sul sito del ministro il 12 ottobre, che sintetizza la strategia digitale e tecnologica per l’Italia fino al 2026, impressa dal governo al Pnrr e poi avviata con azioni mirate tra il febbraio 2021 e l’ottobre 2022.
Prima di riportare lo stato di esecuzione dei singoli progetti legati al Pnrr e la loro genesi (bene ricordare gli obiettivi del Piano al 2026) ci soffermiamo sulle quattro raccomandazioni del ministero di Vittorio Colao, come impegno da portare avanti per il triennio 2023-2026, per aumentare l’efficacia del coordinamento tecnologico e digitale del Paese e rispettare la roadmap.
Le raccomandazioni per il 2023-2026
Quattro le sfide per governare la complessità implementativa del Piano.
1. Mantenere un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio sul digitale, sull’innovazione e sulla tecnologia. Ribadendo che la Presidenza del Consiglio e il Citd (Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale) sono il luogo naturale dove garantire il coordinamento di tutte queste iniziative, nei tempi e in allineamento con la politica.
2. Rafforzare l’autorità di disegno sulle architetture digitali del Paese e la capacità di intervento per uniformarle e interconnetterle. Il ministero della transizione digitale e il dipartimento per la trasformazione digitale (Mitd/Dtd) e il Citd hanno predisposto un disegno coerente per la digitalizzazione della PA italiana perché si arrivi a una radicale semplificazione e all’efficientamento del rapporto tra PA e cittadino grazie al digitale. “La chiave perché si realizzi appieno questo piano è l’interconnessione e l’interoperabilità di sistemi centrali e locali, di cui la “cloudificazione” è elemento portante, e l’omogeneizzazione di dataset e attributi dei cittadini”.
3. Mantenere l’attuale modello di cooperazione con il territorio, sperimentato nel 2021-2022 con il Piano Italia Digitale 2026, con la sanità digitale e con la legislazione sui grandi interventi tecnologici. La maggioranza degli interventi Mitd/Dtd è stata realizzata attraverso il coinvolgimento diretto di regioni, comuni ed enti locali in tre fasi chiave: primo, nel co-design degli interventi ex-ante; secondo, nella sperimentazione su piccola scala degli interventi in modo da testare l’efficacia delle soluzioni; terzo, nell’estendere efficacemente gli interventi su tutto il territorio nazionale, forti di soluzioni già sperimentate nei territori. “La velocità richiesta dagli interventi nel 2023-2026 e il bisogno di evitare frammentazioni tecnologiche e operative che minerebbero la strategia complessiva impongono, a nostro giudizio, di mantenere per il triennio l’approccio innovativo adottato con successo per il lancio del Pnrr nel 2021-2022″.
4. Consolidare e rafforzare il personale Mitd/Dtd incaricato di orchestrare e supportare l’implementazione della strategia digitale e tecnologica. I profili necessari per garantire il successo sono sia tecnici sia economico-giuridici; per tali profili si è attinto in larga parte al mondo privato, in quanto profili tipicamente poco presenti nella PA. Per la prima volta il Governo sta mettendo a disposizione della PA centrale e locale esperti di implementazione che consentano l’attuazione del massiccio programma di transizione digitale. “È essenziale che il contributo da parte di queste figure sia preservato fino al 2026, valutando anche possibili inserimenti in forme più permanenti nelle strutture della PA, e proponendo percorsi di formazione e passaggio di competenze digitali e tech per tutto il personale pubblico”.
Pnrr, i progetti realizzati a ottobre 2022
Secondo il documento, a ottobre 2022, tutti i target e le milestone del Pnrr sono stati rispettati (in tono un po’ trionfale) ma si evidenziano anche i passi di attuazione futuri per raggiungere gli obiettivi finali (in termini di connettività, Psn, Spid, AppIo, telemedicina, interoperabilità dati in sanità, ritardi nella realizzazione della 3-I spa, la società pubblica che consoliderà le competenze software e le risorse di Inps, Inail e Istat attesa per fine ottobre).
● Sono state completate tutte le attività necessarie per avviare i lavori di realizzazione dei progetti di connettività a banda ultralarga: tutte le gare sono state aggiudicate tra aprile e giugno e i contratti sono stati firmati tra giugno e settembre.
● I lavori per il Polo Strategico Nazionale (Psn) sono partiti e il Psn sarà attivo entro dicembre. La gara si è conclusa a giugno e il contratto è stato firmato ad agosto.
● Le nuove piattaforme per l’interoperabilità delle banche dati pubbliche, per le notifiche digitali, le deleghe e i pagamenti sono operative o in fase di pre-rilascio.
● I fondi per la digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche centrali e locali sono in larga parte già stati assegnati. È stato avviato il supporto operativo del personale Mitd in loco.
● L’agenzia per la cybersicurezza è stata costituita ed è ora pienamente operativa.
● Sono state approvate le nuove architetture per la sanità digitale – Fascicolo sanitario elettronico e telemedicina – ed è stata avviata la loro realizzazione.
● Sono partite tutte le iniziative sulle competenze digitali, la maggiore delle quali è stata la creazione dell’innovativo Fondo per la Repubblica Digitale.
● Tutti i fondi Pnrr e ordinari previsti per il settore Spazio sono stati assegnati. Sono in corso di preparazione le gare e la successiva messa in opera.
Il ministero e il dipartimento per la trasformazione digitale hanno inoltre contribuito a iniziative legislative e regolamentari in Europa e in Italia, come il Digital Markets Act, il Digital Services Act, il Data Governance Act, l’Artificial Intelligence Act, il Data Act e la proposta di modifica del Regolamento Eidas.
Ripercorrere gli obiettivi
Utile ripercorre gli obiettivi che la strategia Italia Digitale 2026 si è data anche rispetto agli obiettivi europei (Digital Compass 2030) e che sono tuttora riportati nella versione integrale del documento Italia digitale 2026. Risultati 2021-2022 e Azioni per il 2023-2026″.
● Permettere a tutte le italiane e gli italiani di lavorare, imparare e vivere ovunque grazie a reti a banda ultralarga fisse e mobili su tutto il territorio nazionale.
● Connettere tutti gli edifici scolastici e le strutture sanitarie attraverso reti a banda ultralarga per permettere l’accesso ubiquo e remoto a contenuti educativi, pratiche e cure sanitarie, indipendentemente dalla loro localizzazione.
● Adottare tecnologie cloud efficienti e sicure nel privato come nella Pubblica
Amministrazione. Queste tecnologie serviranno per migliorare sicurezza e affidabilità dei servizi digitali e abilitare piattaforme IoT (Internet of Things) in tutti i settori, ma in particolare in agricoltura, logistica e trasporti, distribuzione energetica, nonché per la protezione civile, costiera e ambientale.
● Disporre di servizi e piattaforme pubbliche al servizio di cittadini e imprese,
completamente digitalizzate e interconnesse tra loro secondo il principio once only, per ribaltare la dialettica tra stato e cittadini. “Se prima il cittadino doveva farsi carico di tutti i documenti necessari per le pratiche amministrative, domani sarà la pubblica amministrazione a dover pre-compilare digitalmente tutto. I cittadini accederanno alla PA una sola volta, lo Stato farà il resto“.
● Investire selettivamente in settori ad alta tecnologia e favorire il collegamento degli stessi con la ricerca accademica e l’ecosistema di startup innovative e imprese ad alta crescita, per rafforzare il patrimonio intellettuale del Paese e dare ai giovani opportunità accademiche, imprenditoriali e manageriali a prova di futuro.
● Garantire e difendere la cybersicurezza del Paese secondo i migliori modelli internazionali – sia centralmente sia sul territorio – per proteggere la sicurezza dei dati e il funzionamento delle applicazioni.
● Disporre di un unico punto d’accesso ai propri documenti e servizi sanitari online tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), per facilitare diagnosi e cura su tutto il territorio nazionale anche mediante servizi sanitari da remoto, per garantire prestazioni di telemedicina per assistenza a malati cronici e per consulti specialistici omogenei su tutto il territorio nazionale.
● Rafforzare le competenze digitali, soprattutto nella popolazione più vulnerabile, e di quelle necessarie ai lavoratori per cogliere le opportunità della transizione digitale, rendendo più fluido il passaggio tra lavori e professioni diverse.
Sui prossimi passi attuativi, riportati nel dettaglio nelle ultime pagine del documento, si misurerà la continuità della strategia digitale italiana, tra passato e futuro. Ma nasce una domanda spontanea in attesa che si formi il prossimo governo. Rimarrà, nella prossima compagine governativa, il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione digitale? Noi lo auspichiamo.
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