L’acquisizione di Juniper Networks da parte di Hpe per 14 miliardi di dollari sancisce la prima grande manovra di accorpamento del mercato nel 2024.
Sì, la prima grande acquisizione dell’anno, che ha tutta l’intenzione di dare nuova linfa ad Hpe nel mercato del networking, aprendo la sfida con la testa di serie Cisco, che negli scorsi mesi ha messo un altro tassello alla sua leadership acquisendo Splunk per 28 miliardi di dollari. Non è un mistero per nessuno che ormai networking, connettività, reti intelligenti a bassa latenza siano elementi centrali per gestire data center, potenza di calcolo, storage, trasformazioni aziendali, innovazioni tecnologiche… Un’arena dove si giocano le strategie dei prossimi anni.
Ma proviamo a capire il significato della mossa di Hpe.
Innanzitutto, la notizia – commentata ieri dai due Ceo, Antonio Neri di Hpe e Rami Rahim di Juniper, in una conferenza da remoto (California) con giornalisti da tutto il mondo – è quella di una acquisizione che mette insieme l’intelligenza artificiale delle reti di Juniper e la strategia cloud e AI di Hpe, a fronte di una transazione in contanti di 40 dollari per ogni azione (pari appunto a circa 14 miliardi di dollari). Festeggiano gli azionisti di Juniper, quotata alla borsa di New York, e festeggiano in casa Hpe la più grande acquisizione della sua storia dopo Autonomy, a conferma di volere continuare ad investire nell’ambito delle reti, un percorso avviato dall’acquisizione nel 2015 di Aruba Networks (oggi Hpe Aruba Networking) fino a quella della piccola azienda italiana Athonet lo scorso anno, per potenziare l’offerta in ambito private 5G.
Ma lo scenario che si va a delineare è complesso, nonostante l’azienda preveda il raddoppio del business in ambito reti per la “nuova” Hpe. “Si prevede che l’acquisizione raddoppierà il business del networking di Hpe, creando un nuovo leader del networking con un portafoglio completo che offre a clienti e partner una nuova, interessante scelta per promuovere il valore aziendale. L’esplosione dell’intelligenza artificiale e del business basato sul cloud ibrido sta accelerando la domanda di soluzioni tecnologiche sicure e unificate che connettono, proteggono e analizzano i dati delle aziende dall’edge al cloud. Queste tendenze, e l’intelligenza artificiale in particolare, continueranno a impattare sui carichi di lavoro delle aziende e Hpe ha allineato il proprio portafoglio per gestire queste esigenze con una rete che sia componente critica e fondamentale”.
E puntualizza Rahim: “Chi conosce Juniper sa che siamo nati nell’era di Internet (1996, ndr) e abbiamo creato prodotti che hanno aiutato Internet a raggiungere il livello di oggi. Ma la più grande innovazione dagli albori di Internet stessa è l’intelligenza artificiale. Quello che più mi entusiasma della combinazione tra Hpe e Juniper è che saremo in grado di portare la profondità e l’ampiezza dei nostri portafogli ai clienti, per cogliere tutte le opportunità di mercato che l’intelligenza artificiale presenta”.
Combinazione
Nelle risposte dei due Ceo la parola “combinazione” torna più volte, chi sottolineando maggiormente il portfolio tecnologico (Rahim) chi guardando anche al modello di go to market sul quale Hpe ha costruito negli anni la sua forza (Neri).
“La combinazione dei portafogli complementari di Hpe e Juniper potenzia la strategia edge-to-cloud di Hpe con la capacità di guidare un ambiente nativo per l’intelligenza artificiale basato su un’architettura nativa in cloud – continua la nota uffciale dell’azienda -. Insieme, Hpe e Juniper forniranno ai clienti di tutte le dimensioni un portafoglio completo e sicuro che abilita l’architettura di rete necessaria per gestire e semplificare le loro esigenze di connettività in crescita e sempre più complesse. Sfruttando l’intelligenza artificiale di Juniper, le due realtà insieme daranno vita a esperienze migliori per gli utenti e gli operatori, a vantaggio delle reti ad alte prestazioni e dei data center cloud dei clienti”.
Da una parte Juniper mette in campo la sua suite di soluzioni di rete, software e servizi in cloud (in particolare la piattaforma Mist AI oltre a hardware di rete, router e switch di fascia alta) dall’altra Hpe porta il portfolio di Hpe Aruba Networking. Entrambe le offerte sono il frutto di due acquisizioni, che allargano il perimetro originario. Nel 2019, Juniper acquisisce Mist Systems per farne la pietra angolare della strategia, e ne gestisce l’integrazione nel migliore dei modi a tal punto che oggi, dopo quattro anni, Mist AI è considerata la migliore piattaforma di intelligenza artificiale per il networking che ha fatto dell’AI un elemento chiave di differenziazione.
Hpe, dal canto suo, ha continuato a investire in modo significativo sullo sviluppo della piattaforma acquisita con Aruba Networks (Aruba Central) mantenendo forte il modello di vendita tramite canale anche per la parte di networking. Sicuramente la forza di Mist AI – e il suo team di ingegneri – è stato elemento determinante nel valutare l’acquisizione. Obiettivo fornire una rete modernizzata e ottimizzata per il cloud ibrido che sfrutta l’intelligenza artificiale, aiutando i clienti a collegare AI e cloud in modo nativo.
Il closing dell’operazione sarà entro il 2024 o a inizio 2025, una volta ricevute le approvazioni normative e dagli azionisti. Al completamento della transazione, Rami Rahim guiderà la nuova unità networking “combinata” riportando ad Antonio Neri. “Hpe ha l’obiettivo di concludere questa transazione il più rapidamente possibile – precisa Neri -. Fino ad allora entrambe le aziende devono rimanere concentrate sui rispettivi clienti”.
Benefici previsionali
Secondo i due Ceo i benefici saranno sia per gli azionisti (“si prevede che la società combinata avrà interessanti opportunità di crescita sia dei profitti nell’immediato sia nel lungo termine”) sia nel posizionamento di mercato in aree a maggiore potenziale di crescita (AI e cloud). Secondo le dichiarazioni previsionali, la nuova divisione networking porterà a incrementare i ricavi totali di Hpe portando il peso della divisione networking dall’attuale 18% a circa il 31%, contribuendo al fatturato globale per oltre il 56% del giro d’affari.
Dal punto di vista dell’offerta, si spingerà su funzionalità complementari per fornire reti native AI di prossima generazione e consentire nuove esperienze digitali attraverso una connettività sicura e intelligente. “La rete diventerà il nuovo core business e base dell’architettura per le soluzioni di cloud ibrido e intelligenza artificiale di Hpe fornite attraverso la nostra piattaforma di cloud ibrido Hpe Greenlake. La nuova società offrirà soluzioni sicure, end-to-end native per l’intelligenza artificiale, basate sul cloud, ad alte prestazioni”, precisa Neri.
D’altro canto si amplierà il mercato indirizzabile da parte delle due aziende, che mettono insieme il parco clienti dalle piccole e medie aziende fino ai data center, allargando i perimetri tradizionali, ma anche il canale. “Questa combinazione renderà i nostri partner molto più rilevanti perché renderemo più semplice per loro combinare i due portafogli e quindi sostanzialmente soddisfare e superare le aspettative dei clienti. L’opportunità qui è enorme perché Juniper avrà accesso al nostro fiore all’occhiello, cioè la comunità dei partner, in particolar modo crescendo al di fuori degli Stati Uniti” puntualizza Neri.
Eppure qualche perplessità emerge
La più evidente è che le offerte delle due aziende in ambito networking sono simili: Juniper Mist e Aruba Central sono per molti versi sovrapponibili, il che dà adito a pensare che le due aziende potrebbero valutare una razionalizzazione del portafoglio che comporterebbe anche la difficile integrazione delle strutture di sviluppo ad esse connesse. La nuova società avrà bisogno di mantenere entrambe le piattaforme? Quale decisione verrà presa considerando che Juniper Mist AI è principale competitor di Cisco Meraki?
“Io non sono preoccupato dalle sovrapposizioni – puntualizza Neri – perché, ancora una volta, credo che la combinazione ci consentirà di affrontare più casi d’uso dei clienti già dal primo giorno e nel tempo potremo ponderare le soluzioni e combinare i portafogli in un’unica roadmap” con l’opportunità di fare cross-selling e up-selling per ottenere sinergie di crescita.
“Penso che ci siano diverse aree in cui abbiamo elementi differenzianti convincenti, da entrambe le parti – precisa Rahim -. Ciò che Antonio e il team Hpe hanno fatto con Aruba è impressionante e lo si può vedere nei risultati e nella quota di mercato che hanno guadagnato nel corso degli anni. Questa combinazione ci consentirà di offrire piena flessibilità dal punto di vista architetturale ai nostri clienti”.
Rahim, rispondendo ai giornalisti, ha affermato che nel suo futuro ruolo – come capo della nuova area combinata – contribuirà a definire anche gli sviluppi strategici di Hpe, non solo della divisione networking “con una forte integrazione tra dispositivi di rete, di calcolo e di archiviazione”.
Cruciale sarà gestire bene i talenti nei due team, ma anche prendere decisioni su altre parti di portfolio, sviluppate nel tempo, come la sicurezza, nel quale entrambe le aziende hanno investito negli anni: Juniper ha modernizzato il proprio portafoglio completando l’acquisizione di Apstra e Hpe ha portato a termine quella di Axis Security. Precisa Neri: “Forniremo un’esperienza di rete unificata e sicura con l’intelligenza artificiale e, in questo contesto, la sicurezza è una componente fondamentale della nostra offerta. L’opportunità di sfruttare la sicurezza per rendere le nostre soluzioni più competitive, più complete per i clienti è assolutamente una parte della strategia”.
Insomma non solo networking anche se è il fulcro attorno al quale ruota l’acquisizione, destinata a mutare il peso di Hpe nel mondo delle reti e a spingere il duopolio Hpe-Juniper vs Cisco. Non a caso Neri ha esordito parlando con i giornalisti così: “Hpe sarà una nuova azienda in cui il networking sarà l’elemento chiave”.
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