Giochi fatti. La decisione di annullare il prossimo Mobile World Congress di Barcellona, per il timore che la manifestazione mondiale potesse essere un contesto per la diffusione del Coronavirus, è maturata. In tempi diversi.
Da prima importanti aziende espositrici (la maggior parte occidentali) hanno via via ritirato la loro partecipazione causando una sorta di effetto domino, una trentina in pochi giorni: Cisco, Facebook, Ericsson, Nvidia, Lg, Sony, Amazon, Intel, Gigaset… (a differenza delle cinese confermate, Huawei, Xiaomi, Zte). Poi gli operatori, sempre più protagonisti al Mobile World Congress: AT&T, Vodafone, Deutsche Telekom, British Telecom, Ntt Docomo… Infine la stessa associazione Gsma (gestisce l’evento catalano dal 2006) che ha preso la decisione finale insieme con le rappresentanze ufficiali della città di Barcellona: il MWC 2020 non si farà.
Preoccupata dal mettere a rischio la salute di lavoratori, operatori, partner, visitatori e una città intera, l’ente Gsma (che ha tra i 26 membri gli stessi operatori allarmati AT&T, Deutsche Telekom, Vodafone) aveva nei giorni scorsi stilato un vademecum su norme igieniche e di sicurezza per le aziende pronte a partecipare: padiglioni in quarantena nel caso qualcuno all’interno si fosse sentito male, divieto di strette di mano per evitare passaggio di germi, accessi super controllati.
Avrebbe dovuto arrivare oggi, 14 febbraio, la decisione finale sulla fattibilità della fiera, invece la preoccupazione di mettere a rischio la salute di industria, operatori, partner, ecosistema che ruota attorno a 5G e mobility ha fatto anticipare il verdetto. “La preoccupazione globale per l’epidemia di Coronavirus, le difficoltà di viaggio e altre circostanze l’hanno reso impossibile”, ha sinteticamente dichiarato John Hoffman, ceo Gsma, anticipando in una nota che la città, le strutture coinvolte, l’organizzazione continueranno a lavorare all’unisono per l’edizione futura del MWC 2021. Lo stesso testo sul sito ufficiale, inviato alle email di chi si era accreditato per esserci.
La decisione, sicuramente difficile, segna un evento cardine, ormai appuntamento principale per il settore telco e mobile europeo – ma soprattutto segna la città a dieci giorni dalla data ufficiale di debutto (24-27 febbraio) con un impatto economico non facile da gestire. La fiera genera ogni anno un giro d’affari da circa 500 milioni di euro, ospita 3.000 espositori, dà da lavorare a 14mila persone in città, tra albergatori, ristoratori, taxisti…
L’associazione Gsma aveva fatto pressioni (senza farne mistero) sulla città di Barcellona affinché dichiarasse il Coronavirus “una emergenza sanitaria e umanitaria mondiale”, una decisione che avrebbe scongiurato la richiesta di danni e rimborsi da parte degli esercizi cittadini (taxi, ristoranti, alberghi, servizi). Così ad oggi non è stato. Il capitolo dei rimborsi rimane aperto e sarà sicuramente spinoso da gestire.
Ma la scelta coraggiosa presa, rispettosa della salute delle persone in una emergenza mondiale, non ha privilegiato questa volta logiche di business. Tanto di cappello. Vedremo gli sviluppi sulla dolente questione economica, che ovviamente rimane.
L’appuntamento rimandato al MWC 2021 è un po’ triste, troppo lontano, ma se gli operatori sapranno davvero far debuttare il 5G, con servizi commerciali e industriali, il MWC 2021 tornerà più forte di prima. Nel rispetto del dramma umano di oggi.
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