Il cloud computing abilita i processi per rispondere ad una domanda di mercato sempre più esigente. Un modello costruito sull’efficientamento dei costi per erogare processi, eseguire applicazioni e fornire servizi con una gestione semplificata, associato ad una visione dell’IT basata su flessibilità e personalizzazione. Disporre di strumenti in linea con questa strategia richiede un consolidamento continuo dell’offerta Cloud & Data Center e costanti investimenti in infrastrutture.

Viaggia su questa linea strategica Aruba Enterprise, al lavoro su un’offerta coerente e sempre più composita, con investimenti in infrastrutture all’avanguardia. Un network di data center che conta oggi quattro strutture proprietarie: una a Ponte San Pietro, due ad Arezzo e una in costruzione a Roma; a livello europeo, un data center è localizzato nella Repubblica Ceca e altri quattro presso strutture partner. Una rete di data center ridistribuiti geograficamente per garantire connettività e cloud storage, hyperconverged cloud e hybrid cloud, co-location e outsourcing.

Ponte S. Pietro, primo hub italiano

Quello di Ponte San Pietro – sigla identificativa IT3 -, rappresenta il più grande data center campus sul territorio italiano e un uno dei principali hub in ambito cloud a livello europeo.

Lo descrive Alessandro Bruschini, Infrastructure Manager, Aruba: “Il Campus Global Cloud Data Center Aruba di Ponte San Pietro sorge su un’area di circa 200.000 metri quadrati sulla quale Aruba ha realizzato il primo data center. Il complesso conta 10 sale dati da circa 1.000 metri quadrati, ognuna delle quali è in grado di gestire circa 12 megawatt di potenza IT. Si tratta del più importante sito del network di data center Aruba – spiega il manager -, nel cuore dell’Europa, facilmente raggiungibile da Milano, in un’area sicura dal punto di vista sismico e idrogeologico”.

Alessandro Bruschini, Infrastructure Manager, Aruba
Alessandro Bruschini, Infrastructure Manager, Aruba

Il Campus Global Cloud Data Center rappresenta un esempio di sostenibilità in termini di impatto ambientale e per questo considerato unico al mondo, un modello virtuoso a cui fare riferimento nella sfida per abbattere le emissioni di CO2 e tagliare i costi energetici.
“Il data center è certificato Rating 4 ANSI/TIA 942-A ISO 9001, ISO 14001 e ISO 27001 con certificato di garanzia di origine dell’energia utilizzata, prodotta al 100% da fonti rinnovabili e in grado di impegnare fino a 90MW di potenza”, dichiara Bruschini.
Il data center utilizza infatti un impianto di raffreddamento geotermico ad alta efficienza; all’interno del campus, si trovano gli impianti fotovoltaici e una centrale idroelettrica di proprietà che sfrutta l’acqua del vicino fiume Brembo.

Colocation, servizi dedicati in sicurezza

Il data center è concepito per andare incontro alle esigenze di colocation e gestione d’infrastrutture IT di aziende italiane, straniere e della PA. I servizi comprendono soluzioni di disaster recovery e business continuity, con un’offerta che comprende soluzioni di colocation, cloud o ibride, con spazi hardware su misura. Si parte dalla colocation standard, che permette di disporre di spazi dedicati ai server all’interno degli armadi, in sale dati riservate, alle soluzioni personalizzate con accesso esclusivo e sale dati dedicate a singoli clienti per aziende che necessitano di massimo livello di isolamento fisico. Il data center dedicato è la soluzione con massimo livello di personalizzazione e privacy totale per l’infrastruttura IT del cliente, con sale dedicate, cage privati, e singoli armadi rack.

Garantiti elevati livelli di sicurezza logica e fisica, nel rispetto dei massimi standard e livelli superiori di controllo nelle strutture e nei processi, anche in conformità alle normative europee a supporto dei principi di neutralità tecnologica e rispetto ambientale.

La struttura è infatti realizzata con muri tagliafuoco e doppia copertura. Presso ogni data center sono disponibili uffici, laboratori, magazzini per i clienti, con un perimetro a tre accessi separati con sistemi di videosorveglianza lungo il perimetro e servizi anti intrusione; 6 i livelli di sicurezza previsti con 7 perimetri di controllo. FOC e SOC costituiscono il sistema di monitoraggio della sicurezza logica e fisica del data center. Infine, la ridondanza del sistema di alimentazione è totale e comprende sia il funzionamento ordinario con gruppi di continuità 2N+1, sia quello di emergenza con generatori ridondanti.

I carrier raggiungono il sito da 4 entry-point, con doppia infrastruttura Dark Fiber che collega il data center con MIX (Milan Internet Exchange). Facilitata così l’interconnessione con gli altri carrier nazionali ed internazionali.

Aruba Enterprise - Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro - IT3
Aruba Enterprise – Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro – IT3

Modello da replicare su Roma

Un esempio di eccellenza che Aruba Enterprise vuole replicare anche a Roma, dove è in costruzione il quarto data center. L’obiettivo è di soddisfare le esigenze del bacino d’utenza dell’area Centro e Sud Italia e di andare incontro in particolare alle necessità del mondo della pubblica amministrazione, oltre a favorire un’inversione di tendenza nella Capitale rispetto alla delocalizzazione delle sedi o all’abbandono delle stesse da parte di molte aziende.

“La progettazione degli interventi viene da noi gestita del tutto internamente – sottolinea Bruschini – . Aruba può quindi usufruire del know-how maturato in tutte le esperienze precedenti per affrontare la sfida di un nuovo intervento su Roma. La forte crescita infrastrutturale è stata accompagnata da una crescita dell’infrastruttura al servizio dei clienti per la definizione di soluzioni complesse e si è concretizzata con la nascita di Aruba Enterprise rivolta alle grandi imprese e alla pubblica amministrazione per le soluzioni di servizi cloud e di servizi data center”.

 

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