A sorpresa, la coppia Aruba-Fastweb si è aggiudicata la gara europea per la realizzazione del Polo strategico nazionale (Psn) superando l’offerta della cordata “favorita” costituita da Sogei, Leonardo, Cdp Equity e Tim che a dicembre 2021 si era aggiudicata il primo round relativo alla scelta del progetto per realizzare l’infrastruttura.
Un fatto che spariglia le carte nella corsa a chi realizzerà e gestirà il Polo strategico per il cloud della pubblica amministrazione italiana, in cui dovrebbero confluire i dati del 75% degli enti pubblici entro il 2026 (PA centrali, locali, Asl).

La gara – che risponde a quanto previsto nel Pnrr e definito dalla strategia Cloud Italia, con una base d’asta pari a 4,4 miliardi di euro – ha visto la partecipazione di due offerenti da sempre in lizza: la coppia Aruba-Fastweb che ha offerto per la parte economica uno sconto medio del 39,19%, aggiudicandosi la gara a 2,67 miliardi. E la cordata Sogei, Leonardo, Cdp Equity e Tim, soggetto promotore, che ha offerto una percentuale di sconto medio del 23,36%. Troppo bassa.

Ora Tim&Company avranno quindici giorni per esercitare il diritto di prelazione ma in ogni caso dovranno impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’attuale aggiudicatario. E dovrebbero farlo alzando notevolmente lo sconto medio proposto per sanare quei 700 milioni di euro che dividono le due proposte. 
Inoltre, dovrebbe impegnarsi nei confronti del governo e delle singole amministrazioni, per i tredici anni di durata del contratto, ad eseguire il progetto Fastweb-Aruba in ogni dettaglio tecnico, di governance ed amministrativo, con lo stesso listino economico e senza alcuna possibilità di introdurre variazioni.

Un verdetto che spiazza anche altri player del mercato cloud presenti in Italia. Perché la cordata Tim aveva già indicato come fornitori aziende internazionali che stanno investendo su region cloud in Italia – Google Cloud, Microsoft e Oracle – mentre Fastweb-Aruba opterebbero per i servizi di Amazon Web Services e Microsoft. Tutti interessati perché la partita della creazione del Psn (1) rappresenta uno dei tre obiettivi cardine della Strategia Cloud Italia, accanto alla classificazione dei dati e dei servizi pubblici da parte dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (2) e alla migrazione dei dati e dei servizi nei data center del Psn (3).

Ribadisce l’importanza e gli obiettivi del Psn anche il ministero dell’Innovazione nel comunicato in cui annuncia l’esito della gara: “L’aggiudicazione del Polo strategico nazionale realizza la missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 1, componente 1, investimento 1.1 Cloud PA/Polo strategico nazionale) per accelerare la trasformazione digitale della PA e ha l’obiettivo, congiuntamente all’iniziativa 1.2 del Pnrr “Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud”, di portare il 75% delle amministrazioni italiane ad utilizzare servizi in cloud entro il 2026. Tutte le amministrazioni centrali, le aziende sanitarie locali e le principali amministrazioni locali potranno infatti attingere alle risorse economiche previste dalla Missione 1.1 del Pnrr per migrare i dati e i servizi verso il Polo strategico nazionale”.

Soddisfazione in casa Fastweb–Aruba, anche dal punto di vista tecnologico, espressa in un comunicato congiunto. “Fastweb e Aruba esprimono profonda soddisfazione per l’aggiudicazione della gara sul Polo strategico nazionale, che sancisce una netta leadership tecnologica delle due aziende nel settore del cloud. Nonostante si siano dovute confrontare con una proposta iniziale della cordata concorrente, le due aziende hanno espresso un progetto che rappresenta un’eccellenza dal punto di vista tecnico, di governance e di sicurezza nazionale e sono pronte a partire, con investimenti già avviati”.

Se la cordata di Tim decidesse di esercitare il diritto di prelazione dovrà garantire il rispetto dell’impegno contenuto nel progetto Fastweb-Aruba a deliberare un aumento di capitale della società che gestirà il Psn, destinato ad un soggetto pubblico indicato dal governo. Questo impegno consente all’Amministrazione, per tutta la durata del contratto, di inserire nella compagine societaria il soggetto istituzionale che il governo riterrà di maggior garanzia per gli interessi nazionali, sia dal punto di vista della sicurezza che dell’indipendenza del cloud nazionale. Una caratteristica che consentirà al governo, qualsiasi contesto normativo si vada a delineare negli anni, di esercitare un controllo stringente su una attività così critica per la PA.

“In ogni caso – precisano – la partecipazione di Fastweb e Aruba ha comportato, oltre al miglioramento delle caratteristiche tecniche e di sicurezza, un risparmio per le casse dello Stato di 1,7 miliardi rispetto alla prima offerta di Tim di 4,4 miliardi. In buona sostanza, grazie a Fastweb e Aruba si sono prodotti gli effetti di una manovra finanziaria”.

La procedura di gara è stata svolta da Difesa Servizi, società in house del ministero della Difesa, in qualità di centrale di committenza e con la vigilanza collaborativa dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). Fra quindici giorni il verdetto finale, ma saranno due settimane di fuoco per Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, che oltre a gestire la patata bollente del Psn con gli altri tre soci, dovrà dimostrare agli azionisti di Tim la bontà del suo piano che prevede la separazione della rete dai servizi.  

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