Il percorso di consolidamento del gruppo Lutech, in questo 2023, fotografa a fine anno una realtà molto articolata a valle di acquisizioni importanti, non ultima quella di Atos Italia, entrata nel gruppo in punta di piedi portando in dote competenze (anche sul mercato internazionale), clienti (italiani e non) e un giro d’affari interessante (460 milioni di euro in Italia). La fase di “fusione” e consolidamento della strategia sta volendo al termine e con Giuseppe Di Franco – precedentemente amministratore delegato di Atos e oggi managing director Gruppo Lutech e Ceo Lutech Advanced Solution – facciamo il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive. Le strategie 2024.

Una integrazione – sostenuta dai fondi Apax – che ha vissuto fatiche in questi mesi, ma che ha macinato in breve tempo un nuovo posizionamento dell’azienda e il rafforzamento in alcuni vertical di mercato. Sia lato clienti sia offerta.
“In questi mesi, abbiamo lanciato un percorso di integrazione che ha come motto 1+1 uguale a 3 e credo che sia sostanzialmente avvenuto – esordisce Di Franco -. Credo che oggi ci troviamo in una situazione nella quale andiamo a a sommare caratteristiche di mercato e di offering molto complementari tra loro, così come clienti e competenze. Questo ci consente di realizzare l’obiettivo 1+1 uguale a 3 e i numeri lo sta dimostrando perché siamo riusciti nell’operazione di mantenere sia il percorso di crescita di Atos Italia sia il percorso di crescita di Lutech. Il giro d’affari complessivo finale delle due aziende combinate si aggira sugli 850 milioni di ricavi con circa 5.000 persone che lavorano in maniera integrata e, ad oggi, nessun cliente è stato in qualche modo coinvolto dal nostro processo di integrazione o ha subìto delle discontinuità di servizio. Anzi, su quasi tutti i clienti il risultato del processo di integrazione ha determinato un rafforzamento”.

L’acquisizione ha portato a una crescita importante e a un continuo sviluppo dell’azienda, sia in termini di market share sia di fatturato, risultato dell’intero management coinvolto. Due gli elementi sui quali il consolidamento si è focalizzato.
Il primo riguarda l’operatività, la costruzione di un backbone unico aziendale. “Alcuni nuovi sistemi informativi sono già running; per esempio abbiamo realizzato un’unica piattaforma Salesforce per il nostro go to market, mentre per altre aree aziendali sono in corso di realizzazione stumenti comuni mentre temporaneamente continua l’uso di sistemi di provenienza delle due rispettive aziende. Questo percorso di backbone, in parte completato in parte in divenire, non ha impedito la realizzazione organizzativa della fusione. Posso dire che l’integrazione operativa è avvenuta al 100%”.

Il secondo tema invece riguarda l’integrazione dell’offerta. “I clienti hanno mantenuto la stessa interfaccia di provenienza, sia Atos sia Lutech, consolidando i rapporti locali e internazionali, dal momento che il cliente italiano vuole interfacciarsi con realtà di valore”. Ad esempio, dall’Italia manteniamo il servizio attivo su tutti i clienti internazionali, prima fra tutti Enel gestita in tutto il mondo. “Il cliente italiano vede oggi una realtà locale, che si posiziona come terzo player in Italia, dopo Accenture e Engineering, che integra offerte diverse ed esperienze internazionali. Credo che siamo nella situazione ottimale: siamo riusciti a combinare in soli tre mesi anima internazionale e anima locale in una unica realtà, e questo merge ci ha permesso di rafforzare in modo significativo la presenza locale come system integrator”.

I vertical di mercato interessanti

Continua il percorso di costruzione di una offerta integrata per essere punto di riferimento in Italia per i progetti di trasformazione digitale delle aziende e in questa logica rientra la recente acquisizione di Eustema (specializzata in sviluppo IT, cloud, big data e AI) e della sua controllata Soft Jam, che risponde alla linea strategica di rafforzare verticali e tecnologie. Nello specifico il mondo della PA e il mondo Microsoft, dal momento che Soft Jam ha competenze chiave sulle tecnologie Microsoft, dalla cloud integration al modern workplace, da temi di data & artificial intelligence alla cyber resilience. Con un team di circa 700 professionisti distribuiti su tutto il territorio nazionale, con particolare focus sulla pubblica amministrazione.

In Italia l’attenzione al mondo della pubblica amministrazione è anche motivata dai fondi del Pnrr e dalla nuova fase di realizzazione dei progetti. “Oggi siamo in ritardo, indubbiamente, ma tutti gli analisti prevedono nel 2024 una crescita del mercato della pubblica amministrazione più significativo di qualunque altro comparto. Dal canto nostro osserviamo la stessa dinamica ed è questo il motivo per il quale abbiamo investito nell’acquisizione di Eustema, che ci consente di crescere su competenze verticali specifiche, come quelle per il mondo previdenziale sul quale ci si aspettano investimenti importanti”. Diverse le iniziative aperte: l’adesione al programma sulla mobilità sostenibile, guidato dall’ex rettore del Politecnico, Ferruccio Resta, o attività nel mondo del performance computing, oltre all’impegno storico con Cineca.

Giuseppe Di Franco, consigliere delegato del Gruppo Lutech e amministratore delegato di Lutech Advanced Solutions
Giuseppe Di Franco, consigliere delegato del Gruppo Lutech e amministratore delegato di Lutech Advanced Solutions

“Oggi il gruppo Lutech ha una presenza forte nel mondo energy/utility, con Eustema, l’obiettivo è rafforzare l’area strategica della PA in cui crescere”, precisa Di Franco. Dal punto di vista dell’offerta rimane confermata la strategia di consolidare le competenze su tecnologie e vendor specifici (“per noi strategiche rimangono le piattaforme di Microsoft, Sap, Salesforce, così come cloud, data, cybersercurity) ma ci sono altri vendor che meritano attenzione (ServiceNow, Ptc) o altre piattaforma come Appian con la quale Lutech ha una collaborazione molto interessante in Enel o in Poste Italiane per la robotizzazione e l’automazione dei processi.

L’azienda ha deciso di scorporare in Finwave – gestita sempre dal fondo Apax – le competenze e le esperienze delle società Arcares, Liscor, Finance Evolution e Csttech per lo sviluppo di soluzioni di gestione del credito. “Questo scorporo rientra nella strategia di consolidamento di Lutech che si pone l’obiettivo di essere un riferimento nel mondo dei servizi di system integration negli ambiti per noi core, in modo trasversale sulle diverse tecnologie”.

Management e competenze

Ora i prossimi step – dopo la uniformità operativa e il rafforzamento sul mercato come system integrator – richiedono un allineamento del management, con azioni di change management che lavorino per mettere insieme culture molto diverse. “Chiaramente un percorso va fatto, un percorso direi organizzativo – precisa Di Franco -. Va attivato un programma anche di creazione di una cultura unica aziendale, anche se l’elemento di diversità delle varie componenti è nello stesso tempo la vera ricchezza del gruppo. Riusciamo a coniugare insieme più anime per proporci come un soggetto che ha la capacità di gestire il full-stack tecnologico, dagli aspetti di rete, agli aspetti di sicurezza, gli aspetti applicativi”.

Interessante la creazione di competenze di advisory nei processi, perché sempre più il mestiere del system integrator è consulenziale. Un approccio che abilita anche la cooperazione con altri system integrator (come Reply o Capgemini) guidati dalle opportunità. “Abbiamo fatto delle gare in maniera congiunta, perché spesso predominano aspetti di cooperazione, altre volte di competizione, perché stiamo parlando di un mercato che rispetto ad altri paesi è fortemente frammentato. In questo scenario pensiamo che Lutech abbia dimostrato di essere una piattaforma di consolidamento per i clienti italiani”.

Gli impegni 2024

Dagli 850 milioni di euro di quest’anno, l’obiettivo dichiarato 2024 è quello di dare vita a un’azienda in grado di superare 1 miliardo di ordinato “ed è un obiettivo realistico – precisa Di Franco –.  Puntiamo a grandi progetti trasformativi su grandi clienti e su una crescita organica nei principali mercati in cui siamo presenti”.
Focus sul mondo enterprise per grandi deal ma anche su un mid market vivace nel mondo manifatturiero, che sta crescendo molto bene con soluzioni dedicate. La media aziende rimane nel radar, la piccola no.

Confermata la strategia del Soc data center, dove Lutech sta lavorando attivamente al concetto di Soc predittivo, che si basa su logiche di artificial intelligence e supercalcolo, per creare Soc automatizzati con la capacità di predire l’attacco informatico. “Una risposta molto ingegnerizzata alla tematica della cybersecurity, che funziona nel proteggere grandi organizzazioni o eventi particolarmente cruciali. Chiaramente la numerosità degli attacchi informatici non consente una reazione tradizionale da Soc, ma deve avvalersi di tecnologie che consentano una massiva difesa e questa è sicuramente un’area di investimenti importante”. Il Soc rimane nella sede di Lutech a Cinisello ma Di Franco non esclude la possibilità di valutare la creazione di Soc anche in cooperazione con soggetti terzi.

Lutech la sede italiana di Cinisello Balsamo (Mi)
Lutech , la sede italiana di Cinisello Balsamo (Mi) ospita il Soc

Un ulteriore investimento per l’anno prossimo sarà indirizzato al rafforzamento delle competenze in particolare cloud con un’apertura a tutti i cloud provider. “Siamo in un mondo dove dobbiamo avere la capacità di orchestrare le diverse tecnologie e dobbiamo certificare le persone a implementarle. Oggi si percepisce il timore del lock-in del cloud, soprattutto in aziende molto attente a costi, e tutti sono alla ricerca di soluzioni di ottimizzazione. E’ un tema sentito quello dei costi di migrazione fra un provider e l’altro ed essendo il mercato italiano tradizionalmente uno fra i più attenti alla dimensione costo purtroppo percepiamo quotidianamente questo timore: non è solo una questione legata alla contesto macroeconomico ma è una tematica culturale. Anche nel mondo pubblico le gare sono fortemente indirizzate dalle tariffe”.

Certo non mancherà l’attenzione all’AI ma approcciata in una logica di concretezza. “Oggi l’AI è tema da convegni ma il grande dibattito solo sull’aspetto regolatorio mi fa sorridere. Voglio essere provocatorio. L’AI va normata ma non rischiamo di isolarci come la Cina? Non è un tema da salotto, richiede una cultura più orientata al pragmatismo, perché l’AI deve esser al servizio dei cittadini, deve aumentare la produttività, la ricerca. Guardiamo all’AI in modo pragmatico perché ci dobbiamo sempre ricordare dell’andamento del Paese, della produttività del lavoro che in Italia cresce meno di tutti gli altri paesi europei. Questo è indice che l’automazione, l’ingegnerizzazione, l’informatizzazione dei processi è più lenta rispetto alle altre economie europee. Ma è più necessaria. Come fare ricerca scientifica e tecnologica più evoluta? Come aiutare le università a fare sviluppo e innovazione a supporto dell’impresa? Queste sono le grandi sfide che oggi abbiamo”.

Oggi le 5.000 persone del gruppo sono dislocate fra le sedi di Milano, Roma, Napoli e Bari, nell’area emiliana attorno al progetto dell’Hpc, e nei centri di ricerca tra Bari e Cosenza. “In Emilia sono impiegate circa 600 persone, a Bari ne abbiamo assunte 250 negli scorsi mesi e stiamo creando un’ulteriore centro di ricerca a Cosenza”, precisa Di Franco. Ma interessante è la crescita oltre i confini, primi germi di un progetto di internazionalizzazione a cui aspira Lutech, da una parte aprendo un centro di studi sulle tecnologie in Albania (Tirana) dall’altra inaugurando la nuova sede in Spagna (Madrid) con 30 persone, base di supporto dei clienti italiani che guardano all’estero (uno su tutti Enel) ma anche centro di sviluppo autonomo su clienti spagnoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: