Già operativa in azienda dal 2018, Keri Gilder è il Ceo Colt Technology Services da maggio 2020, quando ha sostituito Carl Grivner che ha guidato l’azienda negli ultimi cinque anni. Un cambio di guardia avvenuto in un momento critico e importante per tutte le organizzazioni impegnate ad assicurarsi la business continuity, ancora nel pieno della prima ondata della pandemia; un momento in cui è risultato evidente l’importanza delle infrastrutture IT e l’efficienza dei data center per assicurare il collegamento alla Rete e tra le reti in uno scenario significativamente modificato anche nelle modalità operative e che ha spinto le aziende da una parte a rivedere processi ed organizzazione “in corsa” dall’altra ad accelerare in questo senso i piani di trasformazione.
Tra i tratti differenzianti nella proposta di Colt, rispetto ai competitor, la possibilità di permettere la realizzazione dei progetti di DT attraverso la propria rete intelligente – Colt IQ Network – progettata e integrata sul cloud. La rete Colt collega oggi oltre 900 data center a livello globale, 210 città, con oltre 29mila edifici “on-net” ma soprattutto è riconosciuta all’azienda la capacità di innovare avendo precorso i tempi per quanto riguarda la proposizione di un approccio Software Defined Network (Sdn) e basato su Network Function Virtualization (Nfv).
Sono i temi chiave dell’incontro europeo con la stampa, con Gilder, e Ashish Surti, executive VP Technology & Security di Colt, che evidenzia come la pandemia abbia chiamato le aziende, e Colt in primis, “a rivedere i piani per la business continuity, rielaborare in corsa le priorità e ripartire tenendo come punto di riferimento le sfide da affrontare nell’ambito della sicurezza da qui al 2021“. Colt le individua nell’“accelerazione dei progetti cloud, che richiedono di mettere in sicurezza l’infrastruttura hybrid IT, in una maggiore attenzione nel supporto alla forza lavoro ed alle location remote, nella premura ad elevare il livello di consapevolezza delle persone sui rischi e, dal punto di vista squisitamente tecnologico, in un approccio volto a sfruttare machine learning e AI per monitorare il network con una prospettiva ampia sulla ‘network fabric’ considerata nella sua interezza, che comprende il cloud ma anche il ‘percorso’ fino al cliente all’edge e quindi i bordi della rete”.
“La nostra lettura di scenario – interviene Gilder – individua di fatto 9 temi chiave. L‘accelerazione cloud, il ruolo dei system integrator nel permettere la realizzazione dei progetti, l’evoluzione dei Global Content Network (in cui giocano un ruolo i provider ma anche gli utenti finali), la virtualizzazione delle reti e l’approccio Sdn, il valore della proposizione PaaS, le sfide poste dalla distribuzione dei workload all’edge con le potenzialità del 5G ed in ultimo, ma non per questo meno importante, il valore delle partnership con gli Isp e la sostenibilità“.
Tre i mantra strategici identificati da Gilder su cui lavorare: sviluppo (1), la capacità di fare rete (networking, 2) – sia dal punto di vista tecnologico e ancor più per la capacità di permettere la transizione da un’architettura legacy a una “neutrale” – e l’accelerazione (3). Colt è chiamata quindi a lavorare ad incrementare le partnership attraverso un programma in grado di “portare le potenzialità di una proposizione di networking ‘cloud ready’ allo step successivo”, sfruttando le potenzialità di Api standard e sviluppando le Api come prodotto, ma lavora altresì alla razionalizzazione ed allo sviluppo delle possibilità del portale al servizio dei clienti, ed al miglioramento delle telemetrie disponibili volte anche all’engagement proattivo dei clienti. Colt è impegnata inoltre ad investire sulle competenze interne a supporto dello sviluppo delle architetture Sdn.
Tra le mosse “tattiche” per consentire a Colt di giocare un ruolo a tutto campo nell’ambito del cloud networking, solo pochi giorni fa, Colt ha annunciato una partnership con Atos. Colt fornirà la soluzione di Contact Center as a Service (CCaaS), che rappresenta un’offerta di supporto omnichannel per le aziende e combina la proposta di telefonia cloud-enabled di Colt con quella di Cloud Contact Center potenziata da CXone fornita da Atos.
La soluzione consente alle aziende di interagire con i propri clienti su diversi canali sfruttando telefono, social media, chat ed offre innovative funzionalità sfruttando le potenzialità dell’AI; soprattutto consente di continuare il percorso di migrazione verso il cloud, permettendo loro di attivare virtualmente nuovi contact center con i relativi operatori, e di integrare il contact center nel Crm. Trattandosi di una proposta “pura” in cloud, CCaaS risulta accessibile da qualunque luogo, comprese le abitazioni private, una caratteristica che ne permette l’utilizzo quindi anche ai lavoratori da remoto.
In occasione del lancio dell’offerta, del tutto in linea con le “coordinate strategiche” tracciate Keri Gilder, ha spiegato: “Colt vuole favorire la digital transformation delle aziende e con CCaaS le grandi imprese possono diventare sempre più customer-centric, comunicando agevolmente con i propri clienti attraverso una vasta gamma di canali. Questi ultimi mesi hanno dimostrato l’importanza della comunicazione e quanto sia fondamentale rimanere in contatto con i nostri clienti. La partnership con Atos permette di unire interazione, comunicazione, collaborazione e connettività per trasformare il modo in cui i clienti interagiscono con le imprese”.
Continuo sviluppo di Colt IQ Network e agilità del business a supporto delle imprese restano centrali anche per il go to market. Si tratta di incrementare l’impegno e il peso di Colt nel mercato Sd-Wan, e su progetti di co-sviluppo con i cloud builder a vantaggio dell’esperienza dei clienti. L’azienda per questi scopi si dota anche di una nuova struttura organizzativa di fatto costituita da sette ‘divisioni’. Tecnologia e sicurezza (con a capo appunto Ashish Surti) , Operations & Engineering, Strategia e trasformazione, Sales, Marketing & Customer Relationship, HR, Finance e General Counsel.
“Quest’anno ha portato cambiamenti per tutti noi. – chiude il Ceo – Sebbene molti di essi siano stati imposti sono anche serviti ad imparare a fare le cose in modo diverso e questo ha permesso di capire come agire meglio ]…[. La nuova strategia e struttura pongono ora Colt nella migliore posizione possibile per permetterci di rimanere partner di riferimento nell’ecosistema della connettività e per le trasformazioni digitali delle imprese”.
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