La Cio Survey 2020 fornisce risultati interessanti su due piani diversi:

  • da un lato, relativamente alla digitalizzazione delle aziende: in quali ambiti tecnologici investono, perché lo fanno e con quali benefici, anche alla luce delle difficoltà dettate dalla pandemia da Covid-19;
  • dall’altro, relativamente agli elementi a supporto della trasformazione digitale: dall’indagine emerge l’importanza della collaborazione tra IT e business nonché della disponibilità di competenze tecnologiche interne, la centralità del Cio e la rilevanza dell’ecosistema dei fornitori ai fini del successo delle iniziative di innovazione.

Sono temi su cui gli sponsor dell’attuale edizione della Cio Survey, ovvero Capgemini Italia, Cisco, Dell Technologies, Samsung, Servicenow e Tim, hanno voluto dare spunti di riflessione.

Digitalizzazione: ambiti e motivazioni

Cybersecurity, tecnologie per lo smart working (mobility, collaboration, communication, etc.), cloud (Saas e Iaas/Paas, multicloud), business intelligence e advanded analytics, modernizzazione applicativa e architetturale (in cui ricadono le piattaforme IoT) sono ad oggi i principali filoni tecnologici di investimento delle aziende italiane che hanno partecipato alla Cio Survey 2020.

Antonio Morabito, responsabile marketing enterprise market di TIM
Antonio Morabito, responsabile marketing enterprise market di Tim

L’indagine ha scattato una fotografia che appare coerente con la realtà vissuta dalle aziende sponsor dell’edizione 2020. In particolare, Antonio Morabito, responsabile marketing Enterprise Market Tim, commenta così i risultati: “L’emergenza che stiamo affrontando ha reso evidente come l’adozione di soluzioni digitali sia oggi imprescindibile per le aziende di qualunque dimensione. L’innovazione tecnologica è guidata dal cloud, dalla cybersecurity e dall’Internet of things: sono questi i servizi su cui si basano principalmente i progetti che abbiamo realizzato insieme ai nostri clienti e su cui Tim conferma la propria focalizzazione in termini di sviluppo e di investimento. Quest’anno l’attenzione è inoltre cresciuta in modo rilevante sui servizi di smart working, abilitati dalla disponibilità di soluzioni di connettività fissa e mobile di ultima generazione”.

Carlo Carollo, vicepresidente della divisione Telefonia di Samsung Electronics Italia
Carlo Carollo, vicepresidente della divisione Telefonia di Samsung Electronics Italia

Carlo Carollo, vicepresidente della divisione Telefonia di Samsung Electronics Italia, mette in luce il ruolo delle tecnologie mobile e l’impegno di Samsung in quest’ambito: “In Samsung creiamo innovazione con un chiaro scopo: rendere la vita delle persone migliore e più semplice. In pochi mesi abbiamo visto la nostra quotidianità cambiare in modi inimmaginabili. In un momento in cui la pandemia ha imposto a tutti noi tanti limiti, la tecnologia è stata, è e sarà sempre più un ponte verso un mondo più complesso. I dispositivi mobile sono diventati per molte persone una vera e propria ancora di salvezza, l’unico modo di lavorare da casa e di rimanere connessi ai propri contatti. Consideriamo questa nuova era come il Next Normal e la tecnologia, soprattutto quella mobile, avrà un ruolo fondamentale. In tutti i settori industriali, le aziende che adottano soluzioni mobile sono quelle destinate a crescere più delle altre nei prossimi anni. Il Next Normal sarà un periodo di innovazione ancora più rapida e audace. Sarà necessario accelerare sul digitale per acquisire rilevanza sul mercato e restare competitivi. Più specificatamente si tratterà di potenziare la forza lavoro con dispositivi e soluzioni personalizzati che aumentano la produttività, la flessibilità e i risultati. Noi di Samsung siamo pronti a fare la nostra parte”.

Filippo Ligresti, vice president e general manager di Dell Technologies Italia
Filippo Ligresti, vice president e general manager di Dell Technologies Italia

Filippo Ligresti, vice president e general manager di Dell Technologies Italia, e Laura Muratore, sales director di Capgemini in Italia, pongono l’accento sulle motivazioni e i vantaggi della digitalizzazione.

Per Ligresti è evidente che “l’emergenza sanitaria che ha investito a livello globale tutte le nazioni sta ridefinendo il ruolo della tecnologia all’interno dei progetti strategici delle aziende, dove ormai gioca un ruolo centrale sia nei ragionamenti di business sia organizzativi e legati alle risorse umane”.

Muratore, Capgemini, condivide questo punto di vista: “Con l’emergenza sanitaria e le condizioni senza precedenti che stiamo attraversando, intraprendere un percorso di trasformazione digitale è diventato fondamentale per tutte le aziende che intendono rimanere competitive e superare questa fase complessa del mercato”.

Laura Muratore, executive vice president di Capgemini Italia
Laura Muratore, executive vice president di Capgemini Italia

Muratore sottolinea, inoltre, i benefici della digital transformation: “I vantaggi dell’innovazione digitale sono infatti sempre più tangibili non solo per le organizzazioni nel loro complesso, in termini di aumento della produttività e riduzione dei costi, ma anche per singole funzioni di business, che devono confrontarsi con un contesto di mercato e sociale assolutamente nuovo. Sales e Marketing necessitano di nuovi modelli nella gestione del cliente end-to-end che unisca il fisico e il digitale, HR ha la sfida di far evolvere con grande rapidità i modelli manageriali, di collaborazione e la gestione dei talenti, dove la presenza fisica non è più la normalità, Finance deve mettere a disposizione dell’intera organizzazione nuove dimensioni di analisi in tempo reale, per consentire di prendere decisioni rapide”.

Fattori critici di successo della trasformazione digitale

Dalle risposte dei partecipanti alla Cio Survey 2020 risulta evidente che la trasformazione digitale debba poggiare su una forte collaborazione tra figure business e tecniche, sulla disponibilità di competenze e sul supporto dei fornitori. In questo quadro spicca il Cio che, insieme alle sue risorse, è sempre più impegnato nell’orchestrare tecnologie, processi business e risorse esterne.

Filippo Giannelli, country manager di ServiceNow
Filippo Giannelli, country manager di Servicenow

A questo proposito, Filippo Giannelli, country manager di Servicenow, afferma che “Il ruolo del Cio evolve e muta sempre più velocemente. I Cio di successo oggi sono quelli che riescono a dialogare con il business e realizzare le trasformazioni che sono necessarie alla propria organizzazione per raggiungere gli obiettivi aziendali prefissati. L’IT oggi è una parte fondamentale dell’organizzazione e i Cio che hanno successo sono quelli in grado di focalizzarsi sulle esperienze dei dipendenti e dei clienti e cambiare i modelli operativi attraverso la digitalizzazione dei workflow. Come ha dimostrato il difficile periodo che stiamo attraversando, chi aveva già intrapreso un percorso di questo tipo si è trovato avvantaggiato nella gestione delle criticità, mentre per tutti gli altri appare ormai chiaro come la digitalizzazione dei workflow non sia più un’opportunità ma una necessità”.

Anche Ligresti, Dell Technologies Italia, si sofferma sul ruolo del Cio. “La Cio Survey 2020 descrive l’accresciuta rilevanza del ruolo del Cio all’interno dello scacchiere aziendale e ne certifica l’evoluzione. Il Cio dovrà gestire una forza lavoro da remoto sempre più ampia, che cambierà il modo di concepire gli uffici in senso fisico e contribuirà in modo significativo alla riduzione dell’inquinamento ambientale proveniente dalle attività delle stesse persone. Dovrà, inoltre, tenere conto del cambiamento delle catene di fornitura globali, che subiranno una rapida trasformazione: saranno diversificate, più resilienti e digitali. In linea con il nuovo scenario post pandemico”.

Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia
Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia

Nel commentare la figura del Cio, Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia, mette in evidenza la necessaria collaborazione tra IT e business: “Oggi il Cio assume un ruolo strategico per aiutare l’azienda a realizzare in modo efficace, sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista culturale, una digitalizzazione che non si può più rimandare. Prima ancora di considerare l’aspetto strettamente IT, a un Cio oggi si chiede la capacità di collaborare con tutte le linee di business in modo trasversale e di ascoltare le esigenze di tutte le persone, sviluppando anche nel proprio team soft skill di vitale importanza. Si tratta di accompagnare tutta l’organizzazione in una trasformazione che – come abbiamo visto – può anche accelerare in modo improvviso, così da sfruttare al meglio tutte le leve offerte dall’innovazione”.

Muratore, Capgemini, rafforza ulteriormente questo punto di vista: “In questo panorama – l’innovazione digitale sempre più pervasiva, ndr – il Cio, insieme agli altri CxO, svolge un ruolo centrale di transformation enabler e ha la grande responsabilità e opportunità di accompagnare l’intera organizzazione verso il cambiamento, guidando la strategia di sviluppo tecnologico”.

Morabito, Tim, mette in rilevo, in particolare, la crucialità del supporto dei partner: “Non si tratta solo di tecnologia: affinché la trasformazione digitale diventi sviluppo innovativo del business sono cruciali le competenze tecnologiche e la disponibilità di un ecosistema di partnership che consenta di realizzare anche i progetti più complessi con il necessario supporto end-to-end. È in questa direzione che si concentra l’impegno di Tim per affiancare le aziende italiane nell’innovazione digitale”.

Leggi tutti gli approfondimenti dello Speciale Cio Survey 2020

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: