Taglio del nastro per il quarto data center (DC) Equinix in Italia, a Milano (nel Comune di Settimo Milanese). Equinix ML5 nasce da un investimento importante di 51 milioni di dollari e come DC Ibx (International Business Exchange) è destinato ad offrire servizi di colocation e di interconnessione avanzati – con accesso ad un’ampia scelta di fornitori di di networking – punti di scambio Internet e connessione, reti di distribuzione e fornitori di servizi.
L’inaugurazione è l’occasione per il confronto con clienti, partner e PA in relazione agli sforzi in atto per supportare le aziende italiane nel portare avanti le strategie di digital transformation, e consentire alle organizzazioni globali di tutti i settori di espandere le attività in Italia, stimolando così l’innovazione.
In questa direzione si muove anche la strategia di Equinix che, come spiega Judith Gardiner, vice president, Growth and Emerging Markets, “mette la proposizione della sua Digital Infrastructure Platform al centro della proposta destinata ad indirizzare i bisogni infrastrutturali per il multicloud ibrido, in una prospettiva che vede nella creazione di ecosistemi interconnessi, agili e resilienti, il modello più virtuoso per indirizzare il consumo di risorse IT in modo flessibile”.
Così come indicano anche i trend di analisi, considerato che i responsabili IT in Emea “leggono” proprio nella connessione con gli ecosistemi digitali il punto nodale dell’evoluzione tecnologica, insieme con lo spostamento dell’infrastruttura verso l’edge.
“Equinix ML5 – conferma Emmanuel Becker, managing director di Equinix in Italia – è realizzazione fondamentale proprio per la capacità di accelerare la DT, con le più ampia possibilità di scelta di service provider disponibili attraverso i cinque continenti dove Equinix è presente.
E’ proprio la connettività uno degli elementi differenzianti della proposta per l’accesso agli ecosistemi, il collegamento sicuro ai business partner, ai clienti. Quindi anche come “finestra aperta” alle aziende italiane verso l’estero”. I data center di interconnessione come Equinix ML5 sono di valore per il Paese perché rappresentano un hub di supporto alla digitalizzazione delle imprese e possono catalizzare verso il Paese capitali stranieri.
Raccoglie lo spunto, il sottosegretario di stato presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Mae) Manlio Di Stefano: “Negli ultimi anni importanti partner per lo sviluppo tecnologico hanno deciso di investire in modo significativo in Italia, basta citare Aws, Accenture, Microsoft, Eni, Enel, Telecom Italia Sparkle, tra gli altri. Ed il Paese ha oggi una prospettiva sul digitale molto ben delineata. Per il governo DT e digitalizzazione sono strategiche ed in forte accelerazione, anche “grazie” a Covid-19. Per assecondare l’accelerazione servono le infrastrutture e Milano rappresenta un cluster digitale importante. Abbiamo di sicuro fame di investimenti stranieri in questo senso, che contribuiscano al progresso digitale”.
Ed il rafforzamento di Equinix con un investimento importante che raggiungerà, si stima, i 100 milioni di dollari è componente importante di questo percorso. Di investimento win-win comunque si tratta. Vantaggioso per l’azienda ed allo stesso tempo per la “ricchezza” del Paese, per esempio in riferimento agli sviluppi nell’ambito della robotica e dell’AI.
In Italia nel manufacturing sono attivi oltre 70mila robot e “non mancano centri di ricerca ed innovazione all’avanguardia ora supportati dalle politiche nazionali indirizzati ad elaborare programmi vantaggiosi per il settore”. Si pensi al Fondo Innovazione, ma anche al Fondo Venture Capital, agli sforzi del Ministero dell’Innovazione tecnologica e Digitalizzazione. Altre partite fondamentali sono quelle che si giocano a livello europeo e nazionale per il cloud europeo (Gaia-X) e quella sulla sicurezza.
Con Equinix ML5 il Paese compie un passo in avanti per confermarsi come hub europeo strategico e già centro di diversi progetti (per esempio anche quello relativo ai porti digitali). I crescenti investimenti non nascondono le difficoltà vissute in passato. Di Stefano: “Secondo il Digital Transformation Index di Dell Technologies, l’Italia ha oggi il più alto tasso di accelerazione sul digitale con l’85% delle aziende in accelerazione sulla DT rispetto al 75% della media europea. Abbiamo rifinanziato per il 2020 il Global Startup Program e selezionato 119 startup italiane (49% in ambito Ict) cui si offre un periodo di formazione e incubazione presso i più qualificati acceleratori esteri (anche negli Usa ed in Israele). Resta, è vero, ancora vivo il problema del digital divide, ma siamo sulla buona strada”.
L’invito alle aziende straniere ad investire con le migliori tecnologie che rappresenta un vantaggio sia per il Paese, sia per le aziende, è un tema ripreso anche da Stefano Nigro, direttore del Coordinamento Attrazione Investimenti Esteri.
Il Caie (Comitato Attrazione Investimenti Esteri, Agenzia Ice presso il Mise) serve proprio ad accompagnare gli investitori presentando anche i fattori di vantaggio di un impegno nel Paese, evidenziati finalmente negli ultimi due anni anche da importanti indici come il Global Attractiveness Index di Ambrosetti e “l’impegno di Equinix – riprende Nigro, direttore del Coordinamento Attrazione Investimenti Esteri – offre di fatto una serie di boost: attrae a sua volta altri investimenti di capitale, creando posti di lavoro; è un investimento abilitante, favorisce lo sviluppo tecnologico di impresa consentendo alle aziende di qualsiasi dimensione, ed anche alle startup, di essere più competitive; e contribuisce ad attirare l’interesse delle multinazionali sul Paese come destinazione degli investimenti”. Con una sottolineatura decisiva: “Un ecosistema che si arricchisce di startup che arrivano dall’estero moltiplica i benefici anche a livello locale. E in uno scenario globale la tecnologia abilitante innalza le possibilità di competizione e di sviluppo dei mercati”.
Anche Lorenzo Greco, country general manager Dxc Technology, sottolinea l’importanza dell’investimento di Equinix in Italia: “Poter disporre di infrastrutture data center di interconnessione rappresenta una leva fondamentale per disporre di tutti gli elementi necessari di supporto ai clienti nei percorsi di trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture DC. Poter avere DC resilienti, efficienti, sicuri, scalabili e connessi con tutti i SP, abilita la capacità di realizzare in tempi rapidi gli obiettivi che tutte le organizzazioni si pongono oggi, e cioè ridurre i costi incrementando la resilienza del business e riducendo il tempo di delivery dei servizi. Spetta poi al system integrator fare da ponte tra il cliente finale e le aziende come Equinix e i fornitori di tecnologie ]…[con la consapevolezza che una realtà non può offrire da sola l’eccellenza in ogni ambito, ma per farlo deve aprirsi alla collaborazione e valorizzare le partnership. La forza sul mercato oggi si misura proprio nella capacità di collaborare”.
Sono elementi valutati negli interventi anche dalle diverse aziende. In ambito finance, per esempio, Corrado Sciolla AD di Cedacri, organizzazione che opera come service provider dei sistemi informativi per le banche, vede la banca del futuro come “focalizzata a gestire le informazioni dei propri clienti, sensibile alla concorrenza in seguito a Psd2, e quindi attenta al digitale ed ai servizi digitali. Tra i motivi di riluttanza delle banche a portare i dati su DC esterni la disponibilità di infrastrutture di qualità, certezza della residenza del dato e tempi di latenza, sono sempre stati in cima alla lista, e una proposta come quella di Equinix indirizza invece le diverse criticità in modo corretto e può favorire l’adozione del cloud”.
Con la sicurezza che resta però un punto critico chiave, insieme a quello delle competenze, tanto più in un momento di grande evoluzione tecnologica che, come sottolinea Valerio Romano, senior managing director Intelligent Cloud and Infrastructure Lead Accenture, è sfidante.
“Essere digitali ed allo stesso tempo un’azienda attenta alla componente umana è fondamentale – esordisce Romano – Nell’evidente accelerazione verso le tecnologie cloud che ha portato Accenture a livello globale ad investire tre miliardi di dollari nei prossimi anni per accompagnare le aziende, ci aspettiamo che il percorso inizialmente previsto verso il cloud nei prossimi dieci anni, ora sia in fase di realizzazione in un intervallo contratto tra tre e i cinque anni, orizzonte entro il quale l’80% delle aziende saranno completamente in cloud”.
In questo scenario, il cloud è “in espansione”, all’edge che ne rappresenta la concretizzazione, e non una contrapposizione, ed avvicina i servizi ai cittadini aiutando a renderli più efficaci. Intelligent e Digital Edge rappresentano la prossima frontiera del cloud computing e la realizzazione di Equinix ML5 consente all’Italia di ritrovarsi “attrezzata a sostenere questa evoluzione”.
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