Più ancora che a filo doppio, è una vera e propria trama a legare tra loro le ultime edizioni americane di Vmworld e i corrispettivi appuntamenti europei. E anche quest’anno, dopo la data di fine agosto a San Francisco, Pat Gelsinger, Ceo di Vmware, torna sul palco della Fira di Barcellona davanti a oltre 14mila partecipanti, per una community che a livello globale conta oltre 3.500 clienti in 110 Paesi.

Gelsinger, in occasione di Vmworld 2019 Europe, riprende in piena continuità le fila di un discorso che a San Francisco è stato solo “temporaneamente” sospeso. Si tratta di “Lasciare il segno (è questo anche il claim dell’edizione catalana) perché viviamo un’epoca in cui tutto sembra già possibile, ma allo stesso tempo appare anche molto complesso – esordisce il Ceo in plenaria – . Un tempo di innovazione ma anche di sfide. Credo sia sbagliato pensare che la soluzione a queste sfide sia da ricercare in un’omogeneità che non lascerebbe poi esprimere il vero potenziale delle aziende, mentre sono proprio le differenze a rappresentarne il valore”.

La via per “lasciare il segno”, passa dal cloud (multicloud e ibrido). Però in uno scenario in cui dai 335 milioni di apps del 2019, si arriverà entro il 2024 a contarne oltre 790 milioni, per una spesa complessiva di circa 108 miliardi di euro. Prosegue Gelsinger: “Ecco, Vmware in questo scenario di spostamento del baricentro negli economics, individua proprio il cloud (nelle sue diverse forme) come scelta architetturale abilitata tra tre pilastri tecnologici: AI, 5G, e edge”.

Pat Gelsinger, Ceo di Vmware
Pat Gelsinger, Ceo di Vmware

La vision è chiara, prosegue Gelsinger: “Nel nostro scenario, il cloud (privato, pubblico, ibrido che sia) è alla base della possibilità di erogare qualsiasi applicazione (tradizionale, cloud nativa o Saas) su qualsiasi device, tenendo però presenti due fattori chiave: l’edge delle cose che genera dati, e il ruolo delle telco nell’era del 5G. Per questo non penso che si possa parlare di caos quanto piuttosto di nuove opportunità”.

Opportunità che Vmware ha indirizzato negli ultimi due anni attraverso partnership e acquisizioni mirate che ritornano tutte a comporre un mosaico che non a caso mette al centro applicazioni e dati.

Gelsinger: “Oggi la complessità applicativa è data dalla presenza di applicazioni tradizionali (legacy), app native in cloud, app ibride, ma anche applicazioni containerizzate e quelle erogate as a service. In parallelo viviamo la complessità nelle operation che si manifesta nella proliferazione di tool di gestione, sicurezza e quindi nel bisogno di team specializzati con competenze specifiche”.

Si tratta di una complessità gestibile che però richiede la capacità di governare il multicloud, chi lo sa fare nella prossima decade non faticherà a trovare lavoro. Prosegue il Ceo: “I ‘master del multicloud’ sono coloro in grado di costruire, far funzionare, gestire, connettere e proteggere i cloud, i dati e il funzionamento delle app su Aws, Azure, Google, Ibm e Oracle come sul cloud dei service provider e sulle risorse onpremise”

Kubernetes e Vmware Tanzu

A rendere possibile il disegno, l’integrazione di Kubernetes che a nostro avviso rappresenta il tema principe di Vmworld Europe 2019. Per Vmware, più che un semplice orchestratore per le applicazioni containerizzate, Kubernetes è funzionale ad assecondare e rendere fruttuosa proprio quella diversità di ambienti che rappresenta un tesoro più che un limite. Non a caso viene proposto il parallelo con una jazz jam session. 

Vmware Vmworld 2019 Europe - Kubernetes
Vmware Vmworld 2019 Europe – Kubernetes

Si amplia e si estende così il portafoglio di soluzioni e di servizi Vmware Tanzu annunciato già in occasione di Vmworld 2019 per trasformare il modo in cui le imprese progettano, implementano e gestiscono il software su Kubernetes.

Le novità ora riguardano il programma beta sia per Project Pacific (qui i riferimenti di quella che possiamo definire una rigenerazione architetturale di Vsphere per il supporto nativo e l’integrazione di Kubernetes) che per Tanzu Mission Control e le nuove specifiche su Vmware Cloud Native Master Services Competency. Permetterà ai partner la progettazione di una piattaforma basata su Kubernetes supportata da tecnologie complementari dell’ecosistema nativo del cloud per la fornitura continua di applicazioni.

In particolare, già oggi Project Pacific (in beta, lo ricordiamo) permette di migliorare le performance del 30% rispetto a quanto è possibile fare con una virtual machine tradizionale Linux.

Vmware Tanzu
Vmware Tanzu

Il valore primo è senza dubbio la possibilità di gestire in modalità nativa non solo applicazioni legacy su virtual machine ma anche applicazioni cloud native basate su Kubernetes. Rappresentava il tassello mancante per dare all’azienda la possibilità di accelerare il deployment applicativo.

Gelsinger: “Vmware oggi conta circa 7mila clienti per un ‘gestito’ in cloud del valore complessivo di circa 10 miliardi di euro. Il percorso per la virtualizzazione prima di storage, computing, networking e poi in multicloud (abbracciando tutti e sei i principali attori cloud) porta il vendor a un’architettura che guadagna valore soprattutto attraverso le partnership” lasciando però ai clienti la possibilità di gestire l’infrastruttura: attraverso Vmware Cloud, i partner (Vmware Cloud Provider Program) o i Managed Service Provider (MSP) , che grazie a Vmware vCloud Director possono condividere le istanze di Vmware Cloud on Aws e i costi complessivi tra multiple tenant. 

Il tassello degli annunci relativo all’estensione delle partnership con gli hyperscaler è importante. Con Aws, Vmware annuncia un’estensione geografica di Vmware Cloud on Aws in Svezia e con Microsoft un’ulteriore espansione del servizio cloud ibrido di Azure Vmware Solutions, che si lega a funzionalità di migrazione cloud attraverso Vmware Hcx.

Vmware Vmworld 2019 Europe – Project Maestro

Edge e telco nella strategia Vmware

Lo sguardo dall’edge al datacenter e le potenzialità intrinseche del 5G, evidenziate da Gelsinger, trovano spazio nell’annuncio di una soluzione di orchestrazione cloud dedicata alle Telco. Con Project Maestro, Vmware aiuta i Csp (Communications Service Provider) a introdurre funzionalità di rete moderne e servizi nei diversi cloud, dal core fino all’edge, e dai cloud privati a quelli pubblici.

E’ più facile quindi automatizzare servizi di rete che si estendono su una più ampia varietà di formati di funzioni di rete, per garantire l’interoperabilità e ottimizzando le operation in ambito Network Function Virtualization.

Quasi ad evidenziare ancora di più l’importanza per Vmware dell’acquisizione di Carbon Black, il tema della sicurezza arriva per ultimo, ma è sempre più centrale nella strategia del vendor perché ritenuto da Sanjay Poonen, Coo Vmware, proprio tema “infrastrutturale”.

La sicurezza “intrinseca”

Poonen spiega: “Parliamo di intrinsic security, perché distribuita su ogni livello, dall’infrastruttura, alla rete, all’applicazione, approccio non possibile quando si guarda solo a dati e app”.

E questa prospettiva inizia a diventare interessante. In uno scenario in cui si proteggono installato e applicazioni con un numero di soluzioni medio per azienda tra le 70 e le 100, si scopre che il 90% delle effrazioni è causa di configurazioni errate, Poonen sottolinea: Il tema dovrebbe essere visto da un’altra prospettiva, non certo di protezione perimetrale, ma nemmeno esclusivamente di protezione applicativa, bisognerebbe portare quindi la sicurezza “into the fabric””.

Vmware Intrinsic Security
Sanjay Poonen, Coo Vmware parla di intrinsic security

E per questo Carbon Black declina la protezione anche su endpoint e workload. Nel primo caso con una soluzione che combina riconoscimento avanzato delle minacce e incident response attraverso l’analisi del comportamento del device e delle applicazioni, e sui workload a livello cloud come add-on per Vmware Vsphere. Quasi naturale la prima declinazione con Dell che sceglie Carbon Black Cloud. In questo caso Carbon Black insieme a Dell Trusted Devices and Secureworks, diventa principale soluzione di sicurezza degli endpoint per i clienti commercial di Dell.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: