Con la disponibilità di iPhone 14 esclusivamente con eSim, almeno negli Usa, sembra aprirsi una nuova era. Di eSim ne parliamo da anni e l’idea di poter utilizzare uno smartphone, senza preoccuparsi di aprire e chiudere il cassettino per introdurre (nel verso corretto) la Sim con il chip stampato su policarbonato, ci sembra rappresenti un importante passo avanti. Da più punti di vista, che proviamo ad esaminare.

I vantaggi dell’eSim

Il più banale riguarda proprio gli standard. Nel tempo la Sim di plastica ha cambiato dimensioni (mini, micro, nano) ma, soprattutto fino a pochi anni fa, non tutte le persone hanno cambiato lo smartphone e spesso si sono ritrovate a dover chiedere la sostituzione della Sim all’operatore (pagando), o a “tagliarsela” da sé, con i relativi rischi, salvo magari dover riacquistare un adattatore per poterla utilizzare con altri device. Nel tempo poi sono stati proprio gli operatori a offrire le Sim già ‘adattabili’ nei diversi formati. Un passaggio necessario, perché oltre agli smartphone utilizzano la Sim anche tablet, modem portatili, modem fissi e spesso questi modelli si sono evoluti più lentamente ed hanno mantenuto lo standard precedente più a lungo (micro invece che nano Sim, per esempio).

La Sim, proprio perché di fatto è un chip, può invece semplicemente essere integrata all’interno dello smartphone, inamovibile, consentendo però anche le scritture e riscritture di dati necessarie, e diventare quindi un’eSim così da poter svolgere perfettamente le funzioni per cui è nata: individuare il profilo dell’utente e la sua identità e consentire l’effettivo collegamento dell’utenza alle reti dell’operatore.

Ed arriviamo così al secondo vantaggio offerto dalla possibile prossima scomparsa delle Sim tradizionali: il risparmio sia di risorse e di chip, sia economico, per operatori e utenti. Secondo Ericsson Mobility Report sono in circolazione 8,3 miliardi di Sim, per oltre 6 miliardi di abbonati, il rapporto – pur considerando la fetta di popolazione mondiale ancora non ‘collegata’, e sempre più piccola – evidenzia come ogni persona disponga già di fatto di più utenze. Solo in Italia, per la sostituzione delle Sim – a seguito per esempio anche solo del cambio operatore o di un determinato profilo- è necessario ancora andare in negozio, pagare per una Sim nuova (all’operatore costa poco più di 50 centesimi il pezzo di policarbonato, ma all’utente, compreso il ‘servizio’ anche 10/15 euro) e sottoporsi quindi ad una serie di attese che per quanto minime potrebbero non avere ragione di esistere.

Mercato globale delle eSim per applicazione (fonte: AgileIntel)
Mercato globale delle eSim per applicazione nel 2021 (fonte: AgileIntel)

In potenza, non sarebbe più necessario con l’eSim, a patto certo che gli operatori si decidessero, davvero, a cavalcare le opportunità anche di marketing che l’eSim offre, per quanto riguarda la possibilità di proporre offerte mirate sull’effettivo utilizzo della connettività etc., e sulle reali esigenze degli utenti che, per esempio, utilizzano diversi device.

Sì, perché passare all’eSim, ma costringere comunque i clienti, per un motivo o per un altro a non poter procedere in perfetta autonomia, online, alle diverse attivazioni e alla modulazione delle offerte, vanifica sul campo quello che è di fatto il più importante dei vantaggi offerti dall’eSim, ovvero la flessibilità.

eSim, una scommessa per vendor e operatori

Anche in Italia sono già presenti, e da tempo, smartphone che consentono di utilizzare la funzionalità dual Sim usando una Sim fisica e una eSim (Apple, Samsung, Motorola, Huawei, Oppo, per esempio, offrono questa possibilità), e di volta in volta con eSim è anche possibile utilizzare diversi profili eSim, attivati in momenti diversi. Nel passaggio vediamo invece un unico aspetto sostanzialmente negativo: nel caso la velocità sia la priorità assoluta per tornare operativi o in un momento di difficoltà (perché lo smartphone si rompe per esempio), o in caso di test/prove certo la sostituzione “fisica” immediata e rapida della vecchia Sim potrebbe essere rimpianta. 

La possibilità di usare un’eSim tra gli utenti continua tuttavia ad essere relativamente poco conosciuta (è grazie ad iPhone 14 che il tema è tornato mainstream) e gli operatori, invece che cavalcarne le potenzialità sembrano invece più orientati a tentare di mantenere un livello alto di controllo, a scapito dell’agilità anche sul mercato, e a convertire comunque anche  il passaggio a eSim in un costo di servizio equivalente a quello della Sim (come sta accadendo), mentre dal punto di vista logistico la sua gestione sarebbe decisamente più economica. Qualche eccezione in questo senso, almeno per quanto riguarda l’agilità, è quella di alcuni operatori virtuali. Nella maggior parte dei casi portare la vecchia utenza su eSim richiede di recarsi in negozio e l’acquisto di un voucher ad hoc che poi però potrà non prevedere limitazioni sull’utilizzo del QR code per cui, cancellato il profilo sul vecchio smartphone, sarà possibile reinstallarlo tutte le volte che serve, per spostare l’utenza. 

Concretamente, poiché i passaggi per l’attivazione di un profilo eSim si possono risolvere con la lettura di un QR code sarebbe auspicabile, una volta accertata come previsto dalla legge l’identità del cliente, che tutte le procedure si risolvessero online. E se online è possibile anche per la PA attivare ed utilizzare un’identità digitale, non si capisce perché, una volta disponibile questa, non sia possibile offrire la gestione dei propri profili con gli operatori in assoluta autonomia.

Negli ultimi due anni si sono mossi decisamente meglio i vendor di device degli operatori, come abbiamo accennato: oggi, rispetto a quando ne parlammo la prima volta, sono molti di più i dispositivi in grado di supportare eSim, soprattutto quando si parla di smartphone di fascia medio/alta. Apple e Samsung poi prevedono già anche l’utilizzo dei tablet con eSim e anche Microsoft si è mossa sui suoi Surface. Un rischio, nel futuro di questo mercato, è dato dal fatto che nel passaggio da Sim fisica a eSim e poi ancora da eSim a iSim (abbiamo parlato in un contributo dedicato di questa evoluzione), si voglia scegliere in futuro di puntare su ulteriori “vincoli”. E’ facile, infatti, immaginare che con eSim e iSim il device – senza più Sim estraibile – una volta danneggiato diventi inutilizzabile, ma è facile allora anche immaginare la possibilità di offrire determinati piani bundle hardware/eSim calibrati su misura per le esigenze dei consumatori. 

Presente e futuro dell’eSim

Allo stato attuale delle cose, certo l’annuncio di iPhone 14 sarà ricordato anche per aver favorito, almeno, un dibattito sul tema eSim che fino ad oggi in Italia è rimasto quasi spento. Nel nostro Paese, ancora per qualche anno, le Sim fisiche però continueranno a vivere, e una certa fetta di popolazione (soprattutto quella più anagraficamente matura) continuerà a preferire la gestione “fisica” dell’utenza, piuttosto che non demandare anche questo aspetto a QR code, applicazioni dell’operatore e così via.

ESim Counterpoint
Le consegne di smartphone con eSim previste per i prossimi anni (fonte: Counterpoint Research)

Secondo Counterpoint Research da qui al 2026 a livello globale saranno consegnati circa 600 milioni di smartphone abilitati per l’eSim, e Straits Research valuta una crescita che dai 7,3 miliardi di dollari registrata nel 2021 (si considerino anche le eSim già operative nei dispositivi IoT, ma soprattutto il comparto della mobilità ed il mercato auto) crescerà fino a raggiungere i 17,5 miliardi di dollari nel 2030 con un Cagr del 10,2%.

Non a caso, resta il mercato del Nord America quello con le migliori performance, ma che il futuro anche in Europa sia delle eSim è confermato dalla crescita del 10,1% prevista, davvero appena pochissimo sotto la media.
Più prudenti invece le stime di Agileintel Research che riportiamo proprio per la prospettiva differente in relazione anche ad una crescita che risulterebbe complessivamente meno marcata.

Il mercato globale delle eSim (fonte: Agileintel)
Il mercato globale delle eSim (fonte: Agileintel)

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