L’impegno dei più importanti hyperscaler già operativi in cloud oggi converge nel tentativo di declinare un’offerta nell’ambito degli strumenti per valorizzare i dati con l’intelligenza artificiale che sia quanto più possibile di facile utilizzo per i team IT aziendali e per questo sempre più integrata nei servizi e nel software già offerti. E’ il caso di Microsoft con ChatGpt, ma è questo anche lo stesso filo rosso seguito da Google (vedi i recenti annunci in occasione di Google I/O 2023), così come di Aws e Oracle.
Ed è il solco entro cui si collocano gli annunci di Ibm, in occasione della conferenza annuale Ibm Think, con l’annuncio di Ibm Watsonx. E’ il nome della piattaforma AI pensata per consentire alle imprese di scalare e accelerare l’introduzione di sistemi di AI più avanzati basati su dati affidabili. 

Un report dell’Ibm Institute for Business Value, intitolato Seven Bets, individua sette trend che hanno un impatto sul business di oggi e descrive sette sfide da abbracciare per portare avanti e migliorare il business, includendo approfondimenti sul perché le aziende dovrebbero adottare una mentalità AI-first e su come i leader possono capitalizzare nel modo più efficace le opportunità dell’AI.

Arvind Krishna, Presidente e CEO di IBM
Arvind Krishna, presidente e Ceo di Ibm

L’annuncio di Watsonx è coerente con i dati del report perché Watsonx vuole indirizzare le esigenze delle imprese che, volendo utilizzare l’AI, chiedono accesso a uno stack tecnologico completo che consenta loro di addestrare, operare fine-tuning e distribuire modelli di intelligenza artificiale.
Le organizzazioni hanno bisogno di foundation model e altri tipi di tiplogie di modelli di machine learning, basati su dati affidabili, velocità e governance, accessibili da un unico punto e in qualsiasi ambiente cloud. Per questo Watsonx comprende un’ambiente di sviluppo di modelli AI, l’accesso ai modelli addestrati da Ibm e a modelli open source, oltre a quello ad archivi di dati per consentirne la raccolta e la pulizia per l’addestramento così come la messa a punto di nuovi modelli adattabili e scalabili.

Include inoltre strumenti per la governance dell’AI pronti all’uso, così da disporre di un flusso di lavoro end-to-end. Arvind Krishna, presidente e Ceo di Ibm: “I foundation model rendono l’integrazione dell’AI significativamente più scalabile, conveniente ed efficiente. Abbiamo sviluppato Ibm Watsonx per le esigenze delle aziende, in modo che i clienti possano essere più che semplici utenti, e possano trarre vantaggio dall’AI. Con Ibm Watsonx, i clienti possono addestrare e distribuire rapidamente funzionalità AI personalizzate in tutta la loro azienda, mantenendo il pieno controllo dei loro dati”

Watsonx, la declinazione tecnologica

Dal punto di vista tecnologico, Ibm Watsonx come piattaforma comprende tre soluzioni: Watson.ai (in arrivo a luglio 2023) per addestrare, testare, mettere a punto e distribuire sia modelli realizzati con metodi tradizionali, sia con nuovi metodi di AI generativa facendo leva su foundation model, attraverso un’interfaccia utente aperta e intuitiva (1). Con Watsonx.data si propone invece un data store, impostato come lakehouse aperta che può ospitare informazioni relative a data governance e AI workload (comprensiva di servizi per query, governance e formati open-data per l’accesso e la condivisione dei dati, 2).
Infine, come toolkit di governance dell’AI per abilitare flussi di lavoro affidabili è proposto Watsonx.governance (3). In particolare, rende operativa la governance per contribuire a ridurre i rischi, i tempi e i costi associati ai processi manuali e fornisce la documentazione necessaria per ottenere risultati trasparenti e spiegabili. Oltre a questo incardina i meccanismi per proteggere la privacy dei clienti, rilevare in modo proattivo le distorsioni e le derive dei modelli e aiutare le organizzazioni a rispettare gli standard etici.

L’integrazione software

Per quanto riguarda invece l’integrazione di Watsonx nelle diverse soluzioni software, abbiamo già visto in altri casi come, tra le categorie che più possono trarre benefici dall’AI vi siano gli sviluppatori. Per questo arriva entro fine anno Watson Code Assistant che sfrutta l’intelligenza artificiale generativa per consentire agli sviluppatori di generare codice con un semplice comando in lingua inglese. Mentre a vantaggi di tutti i dipendenti Watson Assistant e Watson Orchestrate consentono di combinare i workload con un modello di base Nlp (Natural Language Processing) per consentire una maggiore produttività e migliori esperienze di servizio ai clienti.

Invece, Ibm Environmental Intelligence Suite (l’anteprima sarà disponibile nel corso del 2023) utilizzerà foundation model derivati da dati geospaziali per permettere di creare soluzioni su misura per affrontare e mitigare i rischi ambientali in base ai loro obiettivi e alle loro esigenze specifiche. Ultima, ma non meno importante, l’integrazione con AIOps Insights. Si tratta di funzionalità di AI Operations “arricchite” con i modelli base e il Natural Language Processing per fornire maggiore visibilità sulle prestazioni degli ambienti IT. Un vantaggio per i responsabili delle IT operations e i Site Reliability Engineer (Sre) chiamati a risolvere gli incident.

In ultimo, sempre in occasione di Ibm Think, l’azienda annuncia di aver programmato alcune novità, tra cui un’offerta di una nuova risorsa infrastrutturale, Gpu-as-a-Service, per supportare workload ad alta intensità di AI, un dashboard, alimentata da vari strumenti di AI, per misurare, tracciare, gestire e fornire report sulle emissioni di CO2 in cloud e una nuova practice dedicata a Watsonx con l’AI generativa di Ibm Consulting che supporterà la distribuzione di sistemi di AI per le imprese. Ibm Consulting annuncia un centro di eccellenza per l’AI generativa con oltre mille esperti di AI generativa. L’obiettivo è creare una practice focalizzata su Watsonx che svilupperà e integrerà attivamente Watsonx per i clienti.

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