La diffusione della GenAI sta trasformando il panorama delle imprese, offrendo nuove opportunità per ottimizzare i processi e stimolare l’innovazione. Grazie ai progressi nell’apprendimento automatico, nell’elaborazione del linguaggio naturale e nell’automazione, le aziende possono infatti prendere decisioni più informate, ridurre i costi operativi e creare nuovi modelli di business. Ciò vale per le organizzazioni di ogni tipo ma in modo particolare per quelle pubbliche che gestiscono enormi set di dati, conservano informazioni personali sensibili e raccolgono dettagli su intere popolazioni.
Per la pubblica amministrazione, la GenAI è quindi un potenziale abilitatore di un cambiamento radicale in termini di produttività e funzionalità. I responsabili del settore ne sono consapevoli e spingono in questa direzione: infatti, l’84% dei decisori pubblici prevede di investire in GenAI nel 2025 e il 91% di questi soggetti ha già un budget dedicato. E’ Sas a rilevare questo trend nella survey “Il tuo viaggio verso il futuro dell’IA Generativa”, condotta in collaborazione con Coleman Parkes Research, sondando le prospettive di investimento delle organizzazioni pubbliche riguardo alla GenAI. Prese in esame, in particolare, le risposte di 237 senior leader, responsabili di decisioni strategiche in materia di GenAI o data analytics, nell’ambito di una ricerca più ampia effettuata tra febbraio e aprile 2024 su 1.600 organizzazioni appartenenti a svariati settori in tutto il mondo, con una prevalenza di aziende operative a livello europeo, Italia inclusa.
GenAI, le sfide della PA
Sul livello di adozione della GenAI, la PA è in leggero ritardo rispetto ad altri comparti, seppure il gap vada progressivamente colmandosi. I tassi di adozione più bassi corrispondono a una minore adeguatezza delle policy e conoscenza personale nel settore: si ferma infatti al 38% la percentuale dei decision maker senior della PA che comprendono pienamente la GenAI e il suo impatto sui processi aziendali, rispetto al 48% di tutti gli altri settori nel loro complesso.
Le criticità. I leader del settore pubblico esprimono in generale una maggiore apprensione riguardo all’uso dei dati, ai rischi per la sicurezza, alle normative e alla questione della responsabilità. In particolare, il 55% segnala che l’uso efficace di set di dati pubblici e proprietari rappresenta una problematica significativa; la metà dei manager è alle prese con la sfida di transitare da un uso concettuale a uno pratico della GenAI o non ha un chiaro quadro di riferimento; il 38% indica le limitazioni tecnologiche come principale ostacolo all’implementazione di una governance e di un monitoraggio efficaci. Scarsa comunicazione e formazione sono ulteriori criticità: solo il 35% dei dipendenti pubblici è a conoscenza dell’adozione della GenAI da parte della propria organizzazione, un dato significativamente inferiore della media (46%).

PA, propensione agli investimenti
A fronte delle criticità riscontrate, le pubbliche amministrazioni stanno guadagnando slancio nell’adozione della GenAI, sfatando lo stereotipo di una lentezza nel cambiamento. I decision maker si sentono più ottimisti rispetto alla media del settore su molti dei vantaggi generati.
Le PA considerano quindi seriamente la GenAI. Molte stanno riservando fondi e identificando casi d’uso per la tecnologia in vari dipartimenti. Il 31% dei dipartimenti IT utilizza già la GenAI, il 61% dei dipartimenti finanziari pubblici prevede di iniziare ad adottarne l’uso.
Guardando agli investimenti della PA, nel complesso il 44% delle organizzazioni pubbliche sta già utilizzando la GenAI, il 45% intende iniziare a utilizzarla mentre il 9% non ha in programma di utilizzare la tecnologia. I dati si confrontano con le percentuali, rispettivamente del 54%, 41% e 5%, di tutte le altre organizzazioni.

I benefici. Le PA che hanno già intrapreso un percorso di adozione della GenAI riscontrano già una serie di vantaggi, in molti casi superiori a quelli di altri settori. Un numero maggiore di decision maker pubblici rispetto alla media intersettoriale afferma infatti che l’implementazione di GenAI ha migliorato l’esperienza e la soddisfazione dei dipendenti o ha generato risparmi in termini di tempo e costi operativi, o ancora evidenzia una maggiore accuratezza nelle analisi predittive.

Sas, 2025 anno cruciale per GenAI-PA
Per il settore pubblico, il 2025 si presenta come anno cruciale, nel quale dalla capacità di superare le sfide legate a dati, governance e collaborazione, l’AI può diventare il motore di una nuova era di efficienza e innovazione per il settore pubblico. A questo proposito, Sas identifica alcuni trend che definiranno l’utilizzo dell’AI nel settore pubblico nei prossimi mesi.
Sull’onda di quanto confermato dall’analisi, le PA inizieranno a sfruttare fonti di dati non strutturati utilizzando l’AI per accelerare i processi e migliorare le decisioni. Questa trasformazione ridurrà la dipendenza da approcci tradizionali basati sull’impiego intensivo di risorse, promuovendo invece l’efficienza operativa.
Si prevede anche l’emergere di un divario algoritmico tra Paesi che abbracceranno l’innovazione dell’AI e Paesi che la valuteranno con estrema cautela, con conseguenti prospettive di crescita inferiore per le realtà meno intraprendenti.
Le organizzazioni pubbliche esploreranno approcci multi-modali che integrano la GenAI con altre tecnologie, come l’analisi testuale per migliorare la qualità dei dati e aumentare la produttività. Questo approccio consentirà di potenziare le competenze degli esperti di settore senza doverli sostituire.
La governance dell’AI sarà vista non solo come un meccanismo di mitigazione del rischio, ma anche come un fattore abilitante per innovazione e produttività. Organizzazioni con solide strutture di governance saranno in grado di realizzare progetti di AI con maggiore sicurezza, minimizzando i rischi di bias, non conformità normativa e problemi di data quality.
Le amministrazioni dovranno intensificare l’uso della GenAI per contrastare le minacce e proteggere le risorse pubbliche, perché se da un lato la GenAI rappresenta un potenziale di crescita, dall’altro sta facilitando l’accesso alle attività fraudolente.
L’AI diventerà sempre più una leva per la gestione della sicurezza pubblica e delle emergenze. Le calamità naturali e altri eventi disastrosi spingono infatti i governi a investire in tecnologie AI per migliorare la gestione delle infrastrutture e contrastare tali eventi, con soluzioni in tempo reale capaci di favorire decisioni rapide e informate, proteggendo persone e beni.
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